Il digital divide in Italia è purtroppo un fenomeno ancora troppo diffuso. Sono infatti molte le famiglie che nel nostro Paese non possono disporre di un accesso a banda larga. Secondo i dati Istat, solo il 59,7% delle famiglie italiane ha la possibilità di connettersi in banda larga, raggiungendo almeno i 2 Mbit di velocità. Inoltre, il completo digital divide, si attesterebbe intorno al 4%, secondo alcune rilevazioni AGCOM: dunque oltre 2 milioni di persone sono tagliate fuori dalla connessione internet in ADSL.
In mancanza di connettività ADSL è possibile comunque pensare ad utilizzare diverse tecnologie che possano garantire l’accesso ad in internet in banda larga. SosTariffe.it ha voluto analizzare quali siano le migliori alternative per consentire di navigare online anche a chi abita nelle aree non raggiunte dalla connessione Internet tradizionale in banda larga. Secondo l’ultima analisi di SosTariffe.it esistono due possibilità, poco considerate ma utilissime a colmare il gap imposto dal digital divide: la connessione via ponti radio, come il WiMax e quella satellitare. Soprattutto quest’ultima soluzione ha subìto negli ultimi anni uno sviluppo positivo per la clientela consumer: i prezzi dei canoni mensili sono scesi dagli oltre 100 euro fino ai circa 30 euro mensili e la connessione è diventata bidirezionale, ovvero sono sufficienti l’antenna e il router per scaricare e inviare dati. Questi due aspetti hanno reso più accessibile ai consumatori privati questa tecnologia inizialmente sottovalutata.
Nella tabella sottostante, è possibile evidenziare le differenze evidenziate dallo studio di SosTariffe.it, tra le principali tecnologie utilizzate in Italia per connettersi ad internet.
Ad avere il maggior numero di pregi è la connessione in fibra “completa”, quella che porta i cavi in fibra direttamente nelle abitazioni (FTTH), ma attualmente è disponibile quasi esclusivamente a Milano e presto in poche altre città, come Bologna. Circa il 15% della popolazione è invece raggiungibile dalla tecnologia commercializzata come “Fibra” ma in realtà basata su una ADSL avanzata, chiamata VDSL. In questo caso difficilmente si potranno raggiungere i 100 Mbps. La tecnologia ADSL è la più utilizzata e diffusa ma può presentare il difetto dell’eccessiva differenza tra la velocità di download effettiva e quella nominale, a causa dei problemi di copertura.
Se si prende in considerazione la velocità come parametro di scelta di una connessione internet alternativa, il wireless mobile (come l’Internet key o altri dispositivi che sfruttano la connettività da rete cellulare) permette una navigazione anche fino 60 Mbps effettivi, ma a fronte di una connessione spesso poco stabile e con limitazioni di traffico. Qualitativamente migliori sono le navigazioni online via ponti radio e satellite. Inoltre la copertura del 4G, la tecnologia che consente di connettersi ad Internet in mobilità ad alte velocità, è usufruibile da circa il 30% della popolazione.
La copertura non è un problema per il satellitare: grazie alla parabola è possibile portare Internet in qualsiasi zona d’Italia, anche la più remota, dove l’ADSL tradizionale ha delle scarse performance oppure non arriva del tutto. Le velocità reali, sia nel caso della connessione satellitare che via ponte radio, hanno, inoltre, più probabilità di avvicinarsi a quelle nominali.
Gli svantaggi che impediscono a queste due tecnologie di diffondersi più dell’ADSL sono le limitazioni imposte come il traffic shaping e il numero di GB scaricabili ogni mese, oltre che una navigazione percepita dall’utente “più lenta”, rispetto alla connessione via cavo, a causa di una latenza superiore. Tuttavia sia l’Agenda Digitale Europea che il Ministero dello Sviluppo Economico hanno individuato in queste tecnologie alternative la chiave per chiudere il digital divide e offrire connessioni di buona qualità anche nelle aree non coperte da connessioni su linea fissa.