Quando Google fa harakiri

Google ha deciso di penalizzare la versione giapponese del suo motore di ricerca, dimezzandone il PageRank. La divisione del Sol Levante aveva avviato una iniziativa per ottenere recensioni a pagamento dei suoi servizi, violando le linee guida di bigG
Quando Google fa harakiri
Google ha deciso di penalizzare la versione giapponese del suo motore di ricerca, dimezzandone il PageRank. La divisione del Sol Levante aveva avviato una iniziativa per ottenere recensioni a pagamento dei suoi servizi, violando le linee guida di bigG

Da croce e delizia degli esperti nei posizionamenti sui motori di ricerca, il PageRank è da poco diventato un piccolo incubo per i responsabili della versione giapponese di Google. Il sistema localizzato per le ricerche è stato infatti penalizzato per non aver osservato le regole sui link stabilite dalla stessa società di Mountain View. Un piccolo cortocircuito che è stato accolto con curiosità, e sarcasmo, in Rete.

All’inizio di questa settimana, Google aveva disposto la chiusura di una sua campagna promozionale in Giappone perché non conforme alle sue linee guida. La motivazione era semplice e non lasciava alcun dubbio aperto: «Google Giappone sta gestendo alcune attività promozionali finalizzate a far conoscere meglio agli utenti i nostri prodotti. Abbiamo però scoperto che utilizzare i blog per la parte relativa alle iniziative promozionali viola le linee guida di ricerca di Google, dunque abbiamo deciso di chiudere la promozione. Desideriamo scusarci con le persone interessate e con gli utenti, e ci impegniamo per rendere le nostre comunicazioni maggiormente trasparenti così da poter prevenire casi analoghi in futuro».

Stando ai dettagli ottenuti dal sito di informazione online CNet, Google aveva commissionato la sua campagna in Giappone alla società CyberBuzz, che aveva così avviato un’iniziativa per la creazione di post a pagamento sui blog. Una attività in contrasto con le politiche della società di Mountain View, che vieta le iniziative tese ad aumentare in maniera artificiosa il ranking dei suoi siti web. L’afflusso di numerosi link, provenienti dai post a pagamento, avrebbe potuto favorire le risorse oggetto della promozione avvantaggiando il loro posizionamento sul motore di ricerca. Inoltre, al fine di mantenere un’alta trasparenza con i propri utenti, Google non ricorre a politiche di marketing poco chiare e scarsamente riconoscibili da parte degli utenti.

La legge per Mountain View sembra essere uguale per tutti, specialmente per i siti web che compongono il suo capillare network online. Così, dopo aver scoperto e bloccato la promozione non conforme alle sue linee guida, la scure del colosso delle ricerche online si è abbattuta sul PageRank della versione giapponese di Google, passato repentinamente da 9 a 5. Il nuovo valore impiegherà un po’ di tempo per risalire la china, un buon memento per i responsabili giapponesi poco avveduti del motore di ricerca.

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