La versione più economica dell’attuale Windows non si sarebbe dovuta chiamare “Vista”. Nel corso del 2005, un gruppo interno a Microsoft avrebbe infatti suggerito al colosso dell’informatica di studiare un nome a parte per l’edizione Home Basic per evitare possibili lamentele da parte degli utenti legate alle loro aspettative. La notizia è stata rivelata nel corso del processo sulle presunte informazioni fuorvianti fornite ai consumatori da parte di Microsoft nell’ambito del progetto “Vista Capable”.
Stando ai documenti rilasciati dal giudice Marsha Pechman della Corte Distrettuale statunitense che si occupa del caso, Microsoft valutò con attenzione se chiamare con l’appellativo di “Vista” o meno la versione Home Basic del nuovo sistema operativo. Nel corso del 2005 il Windows Product Management Group aveva infatti consigliato di escludere il brand dell’OS, mantenendo unicamente la dicitura Windows anteposta al nome della versione base del sistema operativo. Ciò avrebbe consentito a Microsoft di differenziare maggiormente la versione Home Basic dalle altre edizioni di Vista, equipaggiate con maggiori soluzioni software e dunque più rispondenti alle aspettative dei consumatori per un nuovo sistema operativo. La possibilità di lasciare da parte la dicitura Vista per l’edizione Home Basic sarebbe stata ventilata anche da numerosi OEM, tra cui spiccherebbe il nome di Dell Inc., uno dei principali partner di Microsoft, a dimostrazione di quanto l’idea avesse preso corpo prima del lancio ufficiale del nuovo Windows.
I nuovi documenti emersi potrebbero consentire ai promotori della class action di rafforzare la loro tesi sul messaggio fraudolento lanciato da Microsoft attraverso il programma “Vista Capable”. La società di Redmond è infatti accusata di aver rivisto al ribasso i requisiti minimi di sistema, dichirando compatibili con Windows Vista anche soluzioni hardware ormai obsolete e non in grado di supportare efficacemente il nuovo sistema operativo. Secondo i promotori della causa, aver ventilato l’esclusione di Home Basic dal brand Vista dimostrerebbe come la stessa Microsoft avesse dei dubbi sull’effettiva capacità di alcuni sistemi di essere “Vista Capable”.
La società di Redmond ha fermamente respinto le interpretazioni legate ai documenti prodotti nel 2005, dichiarando l’edizione Home Basic appartenente senza alcuna ombra di dubbio alla famiglia dei prodotti Windows Vista. L’idea di accettare la proposta di una versione senza il brand Vista fu infatti rapidamente abbandonata per evitare ulteriori confusioni tra gli utenti, che avrebbero potuto pensare di avere acquistato un PC privo del nuovo sistema operativo creato da Microsoft a causa della fuorviante e limitativa dicitura Home Basic. Il colosso dell’informatica ha infine rivendicato il diritto di decidere in piena autonomia il nome da conferire ai suoi prodotti, anche quando questi vengono suddivisi in una ampia gamma di scelta come nel caso di Vista. La fase preliminare del processo potrebbe concludersi entro il mese di aprile, salvo diverse decisioni della corte giudicante.
Sempre sul fronte Windows Vista, Microsoft potrebbe ritardare di almeno un mese il rilascio del secondo Service Pack per il suo sistema operativo. L’indiscrezione giunge dal sito di informazione online TechARP, rivelatosi molto attendibile sui tempi di rilascio degli aggiornamenti da Redmond già in altre occasioni. Il SP2 per Vista potrebbe dunque giungere a maggio, al più tardi a giugno, in lieve ritardo sulla tabella di marcia prevista. La versione Release Candidate dell’update sarà infatti resa disponibile per i test finali solamente nel mese di marzo e non più a febbraio come precedentemente dichiarato da Microsoft.
Stando alle indiscrezioni, il ritardo interesserà sia Windows Vista che il service pack per Windows Server 2008. Come da tradizione, il nuovo aggiornamento conterrà gli update e le patch rilasciate per i due sistemi operativi, nonché alcune migliorie generali su stabilità e velocità degli OS. Il nuovo SP2 dovrebbe infatti migliorare la reattività di Vista rispetto all’attuale versione equipaggiata con SP1.
Salvo ulteriori ritardi, il nuovo Service Pack giungerà a pochi mesi dal lancio sul mercato di Windows 7, il nuovo sistema operativo Microsoft entrato da poco nella sua prima fase pubblica di beta test. L’OS, in avanzata fase di preparazione, mira a far dimenticare la travagliata esperienza di Windows Vista, vittima di numerosi malfunzionamenti nella sua prima fase di vita e di non pochi luoghi comuni sulla sua scarsa affidabilità. Nonostante sia ancora da affinare, nel corso degli ultimi giorni Windows 7 ha ricevuto numerose recensioni positive, incassando anche l’OK di David Pogue del New York Times (da sempre molto critico su Vista) e l’approvazione del Wall Street Journal.