I videogiochi di azione sono una buona ginnastica per gli occhi. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori che ha da poco condotto uno studio sugli effetti di alcuni videogame sulle capacità visive dei giocatori. Alcune caratteristiche dei giochi di azione sembrano migliorare la capacità visiva in condizioni di scarsa illuminazione, un risultato particolare che sta destando molto interesse nella comunità scientifica.
I ricercatori hanno infatti rilevato come i videogiochi di azione, in cui occorre prendere la mira e colpire alcuni specifici obiettivi, siano in grado di aumentare la capacità degli utenti di vedere gli oggetti in condizione di penombra, quando i colori sono meno evidenti e tendono verso le tonalità di grigio. Un effetto non banale e fino a ora raggiunto solamente tramite la prescrizione di un paio di occhiali, di lenti a contatto o di un intervento chirurgico teso a migliorare le capacità visive del soggetto. Ora ai protocolli di cura potrebbero aggiungersi anche i videogiochi, una soluzione che in alcuni casi sembra rivelarsi ancora più efficace dei tradizionali sistemi di correzione per la vista.
A causa di fattori ereditari o di specifiche condizioni ambientali, la vista può perdere col tempo parte della sua funzionalità divenendo meno sensibile ai cambiamenti di luce e di contrasto. Tale processo interessa migliaia di persone in tutto il mondo e porta spesso all’incapacità di riconoscere gli oggetti nella penombra o distinguere nettamente i loro contorni. «In genere, migliorare la sensibilità per il contrasto significa indossare un paio di occhiali o subire un’operazione, qualcosa in grado di cambiare le capacità ottiche degli occhi. Ma ora abbiamo scoperto che i videogiochi di azione consentono al cervello di imparare a gestire le informazioni visive con maggiore efficienza. I miglioramenti durano per mesi anche dopo l’ultima sessione davanti a un videogioco» si legge nello studio da poco pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Neuroscience.
La ricerca è stata condotta da Daphne Bavelier, docente di scienze cognitive alla University of Rochester di New York, in collaborazione con un gruppo di ricercatori, che hanno testato un gruppo di volontari chiamati a confrontarsi con i videogame di azione. Il team di ricerca ha sottoposto a un certo numero di individui appassionati di videogame alcuni famosi titoli in cui reattività e riflessi pronti sono fondamentali – come Unreal Tournament 2004 e Call of Duty 2 – valutando poi gli effetti sulla vista terminate le sessioni di gioco. I ricercatori hanno così notato come nel gruppo monitorato la capacità di identificare differenti tonalità di grigio sia migliorata mediamente del 58% rispetto al gruppo di controllo costituito da individui non appassionati di videogiochi.
In una seconda fase della sperimentazione, il team di ricerca ha sottoposto i membri del gruppo di controllo ad alcune sessioni di gioco con le console. Terminato il corso intensivo di 50 ore, anche gli individui che non erano abituali giocatori hanno fatto registrare un miglioramento di circa il 43%. «Le persone che hanno utilizzato videogame di azione hanno migliori capacità visive nelle condizioni di scarso contrasto. Ciò può fare la differenza quando si guida nell’oscurità, o nella nebbia, rendendo più semplice l’identificazione di un cane che attraversa la strada nella penombra, per esempio. Ci sono benefici pratici per le persone che basano parte della loro professione sulla vista, come i militari o i piloti di linea. Ciò dimostra che se si desidera migliorare la propria vista, si può abituare il cervello a utilizzare meglio le informazioni che riceve dall’apparato visivo» ha dichiarato Bavelier.
La scoperta del team guidato da Daphne Bavelier dovrà essere ora approfondita per meglio comprendere le circostanze che portano al miglioramento della vista rilevato durante i test. Lo studio ha inoltre messo in evidenza come non tutti i videogiochi di azione siano in grado di comportare i medesimi benefici. Occorrerà ancora del tempo prima che i videogame possano diventare ufficialmente una cura complementare per chi ha problemi di vista.