C’è un fenomeno su tutti che ha portato il 2.0 agli onori delle cronache: la viralità. Un video, ad esempio, può passare di sito in sito moltiplicandone l’esposizione e facendo in modo che il giudizio dei singoli possa trasformarsi collegialmente in un premio di visibilità per l’autore e per il contenuto. Tutto ciò succede in teoria tramite la somma di migliaia, o milioni, di interazioni libere, di libere scelte e di liberi giudizi. Ma anche quest’ultima illusione sta sfumando.
Tommaso Tessarolo riprende una guida firmata da Dan Ackerman Greenberg, uno che di professione è inquadrato in una viral video marketing company (il che è tutto dire). Seguendo alcune regole operative, insomma, è possibile studiare a tavolino la viralità di un video. E tutto ciò non solo creando titoli astuti o formattando il video con caratteristiche specifiche (fin qui si tratta solo di espedienti di per sé leciti), ma mentendo. Usando, ad esempio, titoli falsi o non descrittivi, emozionali e non indicativi del contenuto. Oppure pagando alcuni siti perchè coadiuvino a fomentare la viralità del video.
Il metodo è così sicuro che “The Comotion Group” ha deciso addirittura di non farsi pagare per tutti quei video che non raggiungono l’obiettivo.
E mi sovvien tutto il dibattito legato al buzz marketing. Mi viene da pensare al fatto che se il “buzz” e la viralità (due espressioni dello stesso principio) diventano inquinate, allora di questo 2.0 non ci rimane più molto. Se questa è la tendenza, allora il mainstream ha ancora vita lunga perchè dalla lunga coda trarrà solo linfa vitale e non troverà autentici sfidanti.
C’è, però, un “però”: oggi probabilmente tutto ciò è possibile perchè le barriere d’entrata sono basse. Insomma, se bastano 50.000 click per figurare tra i più visti di YouTube, allora è ancora ipotizzabile l’uso di stratagemmi che pilotino le scelte per le prime ore, lasciando poi alla viralità vera il resto del lavoro. Con l’aumentare della popolazione sul web, e con l’aumentare conseguente dei numeri relativi, la quota di entrata tra le pagine dei più visti sarà maggiore e di più difficile raggiungimento. Si scoveranno altre trame e si studieranno nuovi sistemi, ma forse in una fase ulteriore la viralità recupererà in parte la propria bontà. Forse.