Prende sempre più piede la visione ecologia del consumo elettrico. A mano a mano che ci si avvicina ad una maturità ed una stabilità più complete, nel mondo del personal computing comincia a farsi impellente il bisogno di contenere le spese e ottimizzare i consumi.
Arriva così il primo studio effettivo sul quantitativo di elettricità consumata da internet, ovvero consumata da quegli apparecchi che sono necessari per la gestione di internet e che sono usati dagli utenti per connettersi. Numeri che sono sempre stati a disposizione di tutti ma che solo ora sono stati organizzati, studiati e sistemati.
La ricerca è stata compiuta dall’istituto Uclue e dimostra come innanzitutto il grande consumo provenga dai computer e dai monitor, mentre solo una parte minore viene dagli apparati di networking come modem o router. A fare la parte del leone sono gli Stati Uniti che da soli consumano 350 miliardi di kWh, il 9,4% della totale esigenza energetica della federazione, mentre nel mondo la rete internet succhia 868 kWh, cioè il 5,3% del totale.
Ma come detto sono i computer e i monitor a consumare i due terzi dell’energia in questione e lo sanno bene aziende come la Microsoft, che da tempo spende soldi in comunicazione per spiegare quanto sia importante contenere i consumi energetici e sfruttare di più funzioni come quella “sleep” che mantiene il computer sempre acceso e a disposizione ma tagliandone i consumi.
Allo stesso modo molte altre compagnie che sono i nqualche modo coinvolte nelle dinamiche del consumo elettrico come Dell, EDS, Environmental Protection Agency (EPA), HP, IBM, Lenovo e World Wildlife Fund (WWF) hanno aderito alla Climate Server Computing Initiative, che si propone di diminuire il consumo per contenere l’effetto serra sviluppando nuovi standard in termini di efficienza promuovendo l’uso di computer maggiormente efficienti dal punto di vista dei consumi.