Il costo dell’ignoranza informatica dei dipendenti della Pubblica Amministrazione Centrale ammonterebbe a circa 280 milioni di euro. È questo il dato emerso da uno studio realizzato dall’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico, in collaborazione con l’università Bocconi.
Il dato, seppur preoccupante, risulta facilmente sovvertibile. La formazione, infatti, starebbe portando risultati sorprendenti. È bastato infatti sottoporre un panel di impiegati ad un semplice corso Ecdl, quello relativo alla Patente Europea del Computer, per far sì che la loro produttività aumentasse del 29%. Da sottolineare anche come il tempo necessario per svolgere le loro mansioni si sia ridotto del 5%, pari a circa 6 giorni di lavoro. In termini strettamente monetari, il risparmio si tradurrebbe dunque in un vantaggio di 835 milioni di euro annui.
La ricerca ha inoltre evidenziato come la Pubblica Amministrazione italiana sia tra le più avanzate d’Europa per quanto concerne i servizi di e-government alle imprese. Proprio per queste eccellenze, risulta fondamentale riportare al passo con i tempi i settori che stanno facendo da freno allo sviluppo globale. I margini di miglioramento nella forza lavoro sono infatti molto elevati: i dipendenti che potrebbero aumentare la loro produttività con una adeguata formazione sono infatti circa il 60% dell’organico totale, pari a più di 550 mila unità.
Un incremento della formazione porterebbe ad un aumento della produttività del settore pari a circa 835 milioni di Euro. Ogni addetto apporterebbe così un aumento pari a 1374 euro l’anno, a fronte di un minimo costo per l’attivazione dei corsi di base, come l’Ecdl. Pur essendo già oggi molto alto l’investimento della pubblica amministrazione nell’ambito della formazione, tale impegno non dovrebbe calare ed anzi dovrebbe incrementarsi al fine anche di dare “il buon esempio” a tutte le imprese private del nostro paese.