Qualche giorno fa ho letto e commentato un interessante post di Ilaria Katerinov intitolato “Della frammentazione dell’identità nel web 2.0” in cui l’autrice spiega che il fatto di essersi iscritta a molteplici social network e di aver la volontà di tenerli aggiornati la costringe a dedicare meno tempo al suo blog:
Per esempio: un tempo avrei postato qui una foto con una breve didascalia; ora preferisco metterla su Flickr, che ormai uso come appendice del blog, pur sapendo che chi non è iscritto non potrà commentarla.
Oppure: una citazione a cui mi va di aggiungere solo un breve commento finisce inevitabilmente su Tumblr. I micropost di una o due righe finiscono per diventare update di Twitter. Se ho letto un bel libro e voglio recensirlo, è più facile postare un commento su aNobii. Con tutto il tempo che passo su Last.fm, non ho più voglia di parlare di musica qui. Se trovo un sito interessante lo metto in del.icio.us; un post stimolante letto su un blog che seguo via feed finisce negli elementi condivisi di Google Reader, ma poi non sempre trovo la forza di scriverci sopra un post.
Non so voi, ma io mi sono perfettamente identificata in questo “problema” e a questo proposito Ilaria si è posta una domanda a cui ho voluto subito rispondere: i blog hanno ancora vita lunga, sono destinati all’estinzione o si trasformeranno in qualcosa di intrinsecamente diverso?
Già adesso i nostri blog sono pieni di widget dei vari social network (Anobii, MyBlogLog, Twitter, Flickr, etc) quindi ci si domanda se in futuro i blog diventeranno in sostanza degli aggregatori di feed o se verranno in qualche modo soppiantati dai servizi di “aggregazione della propria identità online” come Profilactic.
Questa è stata la mia risposta:
Come ti capisco, per me è esattamente la stessa cosa! Da quando ho cambiato lavoro inoltre ho sempre meno tempo da dedicare alla mia “vita virtuale”, alla mia presenza online come giustamente la definisci tu, e le notizie riguardanti il mio conto sono sempre più dispersive e frammentate.
La “potenza del blog” però, per quanto mi riguarda, è che se leggo il blog di una persona e mi piace quello che scrive mi spingo oltre e vado a curiosare anche negli altri spazi online, Flickr, Facebook, YouTube, Anobii etc. Questo mi capita però molto raramente al contrario: se vedo una foto che mi piace su Flickr, la aggiungo ai miei preferiti e aggiungo l’autore nel mio gruppo di amici giusto per “archiviarlo” e ritrovarlo qualora volessi rivedere i suoi lavori. Non cerco il suo blog e non controllo se ha un account su Facebook.
L’unico altro social media che mi fa fare questo “passo in più” è Twitter: se un utente mi aggiunge, prima di aggiungerlo a mia volta leggo quello che scrive, se mi interessa vado a scoprire cosa combina in Rete e poi se l’interesse continua lo aggiungo.
Proprio per questo motivo non credo, o forse semplicemente spero, che i blogger moriranno o scompariranno, però non è detto.
Qual è la vostra?