La responsabilità sociale di un’azienda può pilotare le scelte di quella fascia di consumatori più attenti agli aspetti che vanno al di là del marchio? La domanda, come sostengono molti osservatori e analisti, sembra proprio di sì, tanto da giustificare la nascita di alcuni siti con l’obiettivo di aiutare i consumatori a “misurare” quanto questo o quel brand è attento alle questioni etiche in rapporto alle strategie aziendali.
Dagli USA arriva a tal proposito un elenco di nove siti che più di altri si rivelano utili in questo senso, con il primo posto occupato da The Good Guide, che basandosi su un database contenente circa 120.000 prodotti consente all’utente di accedere a una scala di valori, da 1 a 10, in grado di fornire l’esatta idea di quanto un determinato marchio si distingue per l’attenzione all’ambiente del processo produttivo, per la sensibilità sociale e altri parametri di questo genere.
Notevole è anche il sito di B Corp, che si concentra sull’impatto sociale delle piccole e medie imprese, classificando oltre 450 aziende di circa 60 diversi settori. JustMeans Insights è invece uno dei più recenti strumenti di questo tipo essendo stato lanciato a settembre 2011. Anche questo consente di mettere a confronto un buon numero di aziende, dando modo all’utente di avere un quadro completo sui marchi maggiormente responsabilizzati dal punto di vista sociale.
Crocodyl si piazza immediatamente sotto il podio e presenta delle statistiche che prendono in oggetto parametri come salute, sostenibilità, rispetto dei diritti umani, giustizia sociale e ogni genere di valutazione che rientra in quella che i sociologi definiscono “responsabilità d’impresa“.
A seguire ci sono poi siti a carattere più specifico, ognuno progettato per rendere conto di determinati aspetti riguardanti i brand più noti. Tra questi si ricordano Human Rights Campaign Corporate Equality Index, ClimateCounts.org, che valuta l’impatto ambientale delle aziende, Eat Well Guide, con un occhio attento alle questioni alimentari, Monterey Bay Aquarium Seafood Watch e Fair Trade USA, che concentra la propria attenzione sui diritti dei lavoratori.
La questione è evidentemente ritenuta di primaria importanza dai consumatori USA e le aziende si vanno adeguando di conseguenza. La stessa consapevolezza non si nota ancora invece sul mercato italiano, che sotto questo punto di vista si dimostra ancora poco sensibile a queste tematiche, con pochissime aziende attente a promuovere come si deve i propri sforzi dal punto di vista della responsabilità sociale – se non su Facebook, il mezzo preferito a oggi – e con gli stessi consumatori mediamente poco attenti a queste valutazioni.