Nei giorni scorsi Webnews ha raccolto un invito in Microsoft per una giornata “unplugged” e la possibilità di incontrare il numero uno Pietro Scott Jovane e una serie di collaboratori. Argomento? Microsoft.
Giornate come queste vivono su un delicato equilibrio tra il marketing e l’incontro conviviale. Ma c’è una sostanziale differenza tra le due cose: nell’una c’è un’idea da vendere, nell’altra c’è un rapporto da stringere. Occorre pertanto dosare la “sincerità” con cui si espongono i concetti, il tono, l’approccio.
Le tematiche no, quelle spesso non le si può scegliere. Infatti dalla platea son giunte svariate domande, ed ancora una volta il filo conduttore è stato in tutto quel che Microsoft non è. Perchè non è come Linux, perchè non è come Apple, perché non è come Google. Difficilmente si pensa a una di queste aziende in relazione a Microsoft, ma spesso è invece vero il contrario.
La giornata ha passato un’idea tale per cui l’identità Microsoft sia nel suo avere rivali ovunque. Bing in funzione di Google, Windows 7 in funzione di Apple, Xbox in funzione della PlayStation. È una deriva del passato, è evidente, ma al di là dei discorsi e dei contenuti è forse questo che Microsoft potrebbe ricavare da una giornata come quella vissuta nella sede milanese: l’utenza sembra avvertire Microsoft per l’ombra che proietta. Microsoft ha bisogno pertanto di prodotti che brillino di luce propria. Surface è un buon esempio. Bing è nato sotto una luce nuova. Il cammino è lungo, ma le risorse del gruppo sono enormi.