«Il tema è ampiamente noto e già discusso. Lo invito a leggere un post all’indirizzo bit.ly/wifiscuole». Così Stefano Quintarelli è intervenuto alla Camera a proposito del tema dell’elettrosmog, con 16 parole più un link, 86 caratteri (spazi esclusi) in tutto, invece di prendersi diversi minuti, troppo lunghi per cogliere l’attenzione dei potenziali interessati, troppo scarsi per approfondire davvero. E c’è già chi parla di “Linkamento”, un modo nuovo di interagire coi mezzi a disposizione di un parlamentare.
Nella seduta di venerdì, incentrata sulla riforma della scuola, l’onorevole Crippa (M5S) ha sollevato una questione di precauzione a proposito del WiFi nelle scuole. Quando il presidente di turno, Giachetti, ha chiesto se qualcuno voleva intervenire, il deputato di Scelta civica, noto come uno dei padri della rete in Italia, ha chiesto la parola limitandosi a dare uno shortener (un Url accorciato) che rimanda a un post sul suo blog, datato 4 marzo 2015, nel quale affronta proprio questo argomento. Di per sé sarebbe quasi banale, ma in realtà implica un uso molto consapevole degli strumenti di comunicazione istituzionale alla luce dell’uso che ne possono fare i cittadini.
W la sintesi! non utile parlare per 15min a chi non interessa, a chi interessa può leggere (92 views in 10 min). pic.twitter.com/2LuqQf6gx3
— Stefano Quintarelli (@quinta) May 18, 2015
Parlare per linkare
Tralasciando l’argomento in sé – pure interessante, ma troppo complesso per un articolo – molte persone hanno applaudito, sui social, l’intervento di Quintarelli, che ha in pratica preso la parola solo per linkare dal vivo a un contenuto già presente in rete dove l’argomento era stato affrontato in profondità. In questo piccolo gesto c’è quasi tutta la concettualità classica dell’economia del web, quella che fece dire a Jeff Jarvis tanti anni fa «fai quello che sai fare al meglio, il resto linkalo».
.@VivianiMarco La vera innovazione non è essere primi, ma essere universali. Forza @quinta in #Linkamento.
— C.A. Carnevale-Maffè (@carloalberto) May 18, 2015
Per soddisfare questa volontà di essere universali nella propria comunicazione ci vogliono le piattaforme, ci vuole insomma una struttura abilitante. Il sito della Camera è un buon punto di partenza, perché i resoconti sono frutto di una tecnologia molto avanzata, quella di Cedat85, una società italiana che ha brevettato un sistema di riconoscimento vocale che ha cambiato completamente il lavoro del resocontista parlamentare e accelerato la velocità di pubblicazione delle discussioni in aula, sempre disponibili sul sito in versioni testo e XML.
Un social network come Twitter nel caso in questione ha fatto il resto: basta pubblicare una porzione di testo, il link, e persino un formato finora poco attrattivo come un resoconto parlamentare può avere un ottimo seguito. Si accettano scommesse sulla moltiplicazione di citazioni di contenuti a blog, siti, cloud, nelle discussioni in temporeale dei parlamentari, già orientate alla loro immediata riproduzione testuale. Teoricamente la tecnologia può molto di più, gli algoritmi esistono già, compresi quelli che possono trasformare una citazione vocale in un collegamento ipertestuale nella diretta video streaming. Solo questione di tempo.