Il 45% degli italiani si dichiara (informaticamente parlando) analfabeta. E’ questo il dato che emerge dal Rapporto 2005 dell’Osservatorio AIE (Associazione Italiana Editori) sull’editoria digitale. Se un italiano su 2 naviga in Rete ed usa il pc secondo varie modalità analizzate dall’indagine, poco meno di metà popolazione è assolutamente estraneo alle dinamiche del mondo digitale.
Tale risultato, nonostante la relativa gravità dello stato dei fatti, non deve però sorprendere: l’analfabetismo informatico italiano è figlio di un ritardo tecnologico che si protrae ormai da tempo e anche iniziative (lodevoli quanto effimere) come “Non è m@i troppo tardi” o altre organizzate dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie non hanno inciso particolarmente nel modificare le abitudini di una popolazione ancora tecnologicamente disadattata. Inoltre: «Ecco gli italiani: sempre più attenti ai contenuti su internet e sempre meno interessati a utilizzare il pc come “macchina” per scrivere (Word) o “elaboratore di calcolo” (Excel)». Quest’ultimo dato è tanto interessante quanto ambiguo e l’interpretazione ottenibile è perlopiù dipendente dal ciò che l’utente fa con i contenuti di cui si fruisce: semplice consultazione, oppure ricerca di interattività?
Il Rapporto (sdoppiato in una indagine del consumo di contenuti editoriali digitali in famiglia ed in una omologa analisi nell’ambito scolastico) verrà sviscerato nella sua globalità martedì 12 Aprile sfruttando le analisi di Renato Mannheimer, Marco Pratellesi, Mattia Losi, Vittorio “Zetavù” Zambardino ed altri, ma già dalle anteprime offerte dal comunicato stampa di presentazione è possibile rilevare alcune curiose situazioni fotografate dall’analisi. Emerge, ad esempio, che se il 46% degli intervistati usa il pc per navigare in Rete, solo il 9% lo usa “offline” con altre finalità (il resto della popolazione è totalmente assente dalla realtà digitale); inoltre i cosiddetti “insegnanti tecnologici” userebbero il pc con finalità didattiche perchè – in ordine di preferenza – i contenuti a disposizione hanno un linguaggio più vicino a quello giovanile, perchè offrono l’occasione di un lavoro più stimolante ed in quanto permettono di diversificare il materiale nelle singole classi.