Ripresa economica? No, non ancora. Il Rapporto Assinform 2011 si ripete sui bilanci negativi e sulle prospettive grigie che hanno contraddistinto i mesi passati, dipingendo per l’Italia non soltanto un momento particolarmente difficile, ma anche un orizzonte plumbeo al quale il paese sta andando incontro.
Paolo Angelucci, Presidente Assinform, ha riassunto così le risultanze della ricerca dell’associazione, mutuando in giudizi quel che i numeri hanno certificato: «Per l’Information Technology italiana i primi tre mesi del 2011 hanno significato una battuta d’arresto rispetto al trend in recupero che il settore aveva fatto registrare nel 2010. Con un tasso di crescita di -1,3%, infatti, la dinamica dell’It rimane negativa contraddicendo, per ora, le previsioni di una possibile ripresa nell’anno in corso. I nostri dati confermano il perdurare di un quadro di grande incertezza per il settore It, che ancora non trova, nel contesto economico nazionale, le spinte necessarie per uscire dallo stato di sofferenza, in cui è entrato a seguito della crisi globale. L’indagine congiunturale Assinform di fine aprile ha, infatti, evidenziato, rispetto a quanto rilevato a febbraio, un peggioramento degli ordinativi delle aziende informatiche, confermato da una netta riduzione della propensione agli investimenti in nuovi progetti It da parte delle imprese-clienti. È questa una testimonianza preoccupante delle difficoltà a intraprendere la via dell’innovazione e della crescita di competitività, che ancora persistono nel sistema produttivo italiano, in particolare da parte delle PMI».
Le note positive, a ben cercare, ci sono: +0.4% nel comparto software (unico comparto tradizionale a tenere), grandi prospettive per il cloud computing (130 miliardi oggi di volume, ma stime che vedono triplicare la somma entro il prossimo biennio). Il tutto però è immerso in un -2.1% per il comparto hardware, -1.5% per i servizi IT, -4.2% per le Tlc, -3.8% per i servizi TLC e forti ritardi generalizzati nei confronti della media UE.
Secondo Assinform i problemi fotografati altro non sono se non il riflesso di un profondo cambiamento in atto di fronte al quale il sistema paese dovrà dimostrare coraggio nell’abbracciare i cambiamenti e lasciare alle spalle i processi e le infrastrutture che rallentano innovazione, produzione e ricchezza.
I numeri sono oltremodo tetri quando il confronto con l’Unione Europea viene snocciolato ambito per ambito:
Europa (27) | Italia | |
Pmi che vendono online | 13,4% | 3,8% |
Imprese che acquistano online | 26,4% | 16,5% |
Popolazione che usa frequentemente Internet | 53,1% | 45,7% |
Popolazione che usa servizi di online banking | 36,0% | 17,6% |
Cittadini che usano servizi di eGovernment | 31,7% | 17,4% |
Famiglie con accesso a banda larga | 60,8% | 48,9% |
Famiglie con accesso a Internet | 70,1% | 59,0% |
Popolazione che acquista online | 40,4% | 14,7% |
Fatturato imprese attraverso eCommerce | 13,9% | 5,4% |
La declinazione dell’Agenda digitale europea in chiave nazionale è una strada che non può essere più elusa o rimandata.
L’Assinform chiede pertanto interventi urgenti poiché anche per il prossimo anno la prospettiva migliore è quella della stagnazione. Per evitare la perdita di tempo ulteriori si auspicano pertanto quadri normativi certi ed incentivi all’innovazione, così che le aziende possano essere incoraggiate ad investire portando del bene tanto al mercato quanto al sistema paese.