L’ICT al nostro Paese non piace. E se piace, sicuramente lo si utilizza troppo poco rispetto al resto d’Europa, che al contrario, ne fa un grande uso. È questo il senso, ovviamente molto stringato, dell’ultimo rapporto sull’ICT in Italia, realizzato da Assinform.
La crescità c’è, ma è ancora troppo flebile per parlare di un’inversione di tendenza. Lo 0,9%, infatti, costituisce valore positivo fino a quando non viene messo in raffronto con la percentuale media degli altri stati del Continente.
4,7%. È questa la misura media della crescita, da parte del resto d’Europa. Forse è anche inutile perdersi in una miriade di numeri, riferiti ai vari settori (Hardware, Software, Tlc, ecc) che, in ogni caso, sono esplicati al meglio nell’articolo dedicato al rapporto Assinform, da parte de “Il Sole 24 Ore“.
Rimane solo da chiedersi il perché di un miglioramento così misero. Forse, non ci si rende ancora conto che paesi come Finlandia, Danimarca, Germania, ma anche Polonia e Repubblica Ceca, pianificano la propria politica statale sull’Information and Communication Technology.
Forse ci si siede ancora troppo sul fatto che noi siamo l’Italia, il Belpaese, lo stato dei furbi. Alla fine, però, numeri alla mano, non siamo poi mica così furbi, se tutta l’Europa ci passa avanti.