«Il mercato dell’Information Technology italiano nel 2008 conferma il trend di crescita in atto da un triennio, con un complessivo +2% e un fatturato di 21.855 milioni di euro. Il valore è in controtendenza rispetto ai segnali di incertezza economica ma resta inferiore alla media europea (+3,9%): persistono condizioni strutturali ancora non risolte, che penalizzano il nostro sistema nel suo complesso»: è questo l’abstract scelto da Assintel per riassumere in poche righe i risultati dell’Assintel Report 2008, ricerca annuale sul mercato IT del nostro paese.
La ricerca, condotta da NextValue, verrà messa a disposizione online il prossimo lunedì ma fin da ora vengono pubblicate le direttrici principali emergenti dei risultati ottenuti. Innanzitutto si evidenzia come il comparto software rimanga ancora e sempre l’ambito che sposta il maggior volume monetario (4210 milioni di euro), mentre il middleware mantiene le proprie promesse siglando performance da +6.1%. «Confermata la lenta ripresa dei Servizi IT (+1,6%), in valore assoluto il mercato più consistente (10.010 milioni di euro). Bene i Servizi di Consulenza (+3,5%), l’Application Management (+3,5%) e i Servizi di System Integration (+2,3%). Ancora in negativo la formazione (-0,3%). Frena la crescita dell’Hardware (+1,7%), sempre trainato dalla vendita di PC che da sola costituisce il 57% del comparto».
La domanda si differenzia molto, ma le linee generali sembrano non cambiare: i maggiori investimenti in IT giungono da banche e industria, mentre rimane stagnante il comparto PMI («Le Micro e Piccole Aziende, che sono per numerosità e capillarità l’asse portante della nostra struttura economica, continuano ad evidenziare le criticità strutturali di un approccio non strategico all’Innovazione: coprono solo il 16% dell’intero mercato IT, e i loro investimenti tecnologici crescono dello 0,9% e dell’1,4%») e la Pubblica Amministrazione (l’investimento IT della PA registra una crescita di appena lo 0.5%). Bene, molto bene, il lato consumer: +8.3% rispetto all’anno precedente arrivando a rappresentare ben il 5.6% dell’intera spesa in Information Technology.
L’attuale incertezza dei mercati, però, non sembra trasmettere sufficiente fiducia nelle aziende ed i sondaggi confermano quelli che sono i timori degli analisti: il comparto business, in assenza di certezze, potrebbe preferire un rallentamento negli investimenti in attesa di un momento migliore e con maggior liquidità disponibile. Per questo motivo l’ottimizzazione dei costi risulta essere il primo degli obiettivi (67.7% dei casi) con previsioni di investimento praticamente azzerate: «La variazione di budget IT prevista per i prossimi 12 mesi è nel 97,3% nulla, mentre
l’81,7% delle imprese dichiara un budget IT inferiore al 2% del fatturato».
Giorgio Rapari, Presidente di Assintel, fornisce una chiave di lettura propria ai dati emergenti dal report 2008: «Rintracciare le ragioni di questo ritardo significa renderci conto che il nostro Paese sconta l’assenza di una vera politica della crescita […] Sfatiamo il mito che il nostro sistema imprenditoriale ha una mentalità arretrata rispetto agli amici europei: non è così. È arretrato il sistema infrastrutturale entro il quale operiamo, è arretrato – e forse assente – un vero programma di sviluppo che supporti l’aggregazione virtuosa fra imprese, permettendo di superare il disvalore della frammentazione e della ridotta dimensione aziendale».