Dopo mesi in cui l’Adsl italiana sembrava bocciata senza appello, si scopre dall’ultimo rapporto semestrale sullo stato della banda larga in Europa della Ue, che l’Italia si è data da fare.
Cresce la concorrenza nel mercato italiano della banda larga con un rialzo su base annua del 23,2% a gennaio.
Il numero delle connessioni a larga banda in Italia è pari a 8.498.910, +23,2% rispetto allo stesso mese del 2006.
L’Italia si posiziona così al quarto posto tra le nazione UE per numero di linee, preceduta come sempre, da Francia, Gran Bretagna e Germania e seguita da Spagna, Olanda e Belgio.
Un dato important è la penetrazione, che viene calcolata in termini di linee per 100 abitanti, questa ha toccato il 14,5%, lievemente inferiore alla media Ue del 16,2%.
Il problema italiano è sopratutto la quota di mercato in mano ai concorrenti dell’ex monopolista, che risulta essere oggi a quota 33,4%, cresciuta del 5,1% in un anno. In salita anche la quota dei nuovi entranti sul mercato DSL, che e’ passata dal 25,3% di gennaio 2006 al 30.9% dello stesso mese del 2007.
Lo stesso dato a livello europeo che comprende tutti gli ex monopolisti è scesa dal 59,7% al 56,7% su base annua.
Il tipo di connessione si divide da un 84,4% con tecnologia XDSL, mentre il 15,6% utilizzano tecnologie alternative come la fibra ottica
In Italia, i dati parlano chiaro, qualcosa si sta muovendo, ma come detto anche in uno dei miei precedenti articoli dove riportavo un intervista a Corrado Calabrò presidente dell’AGCOM, c’è ancora da fare molto, si stima in 8-15 miliardi la cifra necessaria per la NGN (Next Generation Network), e si ritiene necessaria oltre ad una separazione funzionale della rete Telecom Italia, una collaborazione di tutti gli operatori, per due obbiettivi, per una nuova rete funzionale e moderna che superi l’ormai vecchia rete ATM e per superare il digital divide.
Anche il Commissario europeo per la Società dell’informazione, ha parlato dello scorporo della Rete come una delle possibili soluzioni: “La separazione funzionale può essere uno di questi rimedi, come è stato fatto in Gran Bretagna”.