Niklas Zennstrom e Janus Friis si sono fatti conoscere sul Web ai tempi di Kazaa, quando il loro client P2P era il software più scaricato al mondo. La loro uscita prematura dal mercato consentì alla coppia di fuggire dai problemi legali piombati sul settore e di investire il denaro ricavato in un’altra impresa di ampio respiro: Skype. Il capitolo successivo ha goduto di minor fortuna e probabilmente ha convinto Zennstrom e Friis all’inversione di rotta: la caduta di Joost ha infatti portato la coppia prima nuovamente verso Skype ed ora nuovamente verso il mondo della distribuzione musicale. Il nuovo nome che entra nel portfolio dei due è oggi Rdio.
Del progetto se ne parla ormai da mesi, ma il tutto era finora rimasto confinato ad un piccolo insieme di tester privati. Il software è stato ora aperto al pubblico e, sebbene limitato ad oggi al mercato USA e canadese, si presenta con la promessa di aggiungere qualcosa di nuovo al complesso delle offerte del mercato musicale andando a creare una figura ibrida tra il player, le radio online e servizi social in stile Pandora o Last.fm. Rdio è un progetto ideato da Zennstrom e Friis e finanziato dal gruppo di investimento dei due (Atomico).
La forza di Rdio è nella possibilità di presentarsi agli utenti con tanto di accordi già siglati con etichette quali Sony Music Entertainment, EMI Music e Warner Music Group, oltre ad una rappresentanza di etichette indipendenti già pronte a salire sul carro. In tutto il gruppo avrebbe nel paniere circa 7 milioni di brani musicali ai quali l’utenza può accedere con streaming illimitato al prezzo di 4.99 dollari al mese in caso di installazione desktop e 9.99 dollari al mese in caso di fruizione aggiuntiva mobile. L’abbonamento consente peraltro l’ascolto delle playlist anche in modalità offline, creando così una ulteriore soluzione ibrida tra quello che è lo streaming dei contenuti e quello che è invece il possesso dei file e del diritto di fruizione.
Rdio si completa inoltre di funzioni social che permettono la condivisione degli ascolti, la composizione della playlist, la creazione di una community. Il risultato è quello di un flusso di brani che vanno a comporsi sul client per consentire all’utente l’ascolto di album, generi e playlist “amiche” alla scoperta di nuovi artisti e con la possibilità di un ascolto illimitato senza alcun download preventivo necessario.
Drew Larner, CEO Rdio, confida nelle possibilità del progetto in qualità di nuovo motore per potenziare l’offerta musicale online. L’iscrizione consente alcuni giorni di prova gratuita, mentre il modello di business successivo è basato sugli introiti dell’abbonamento: la stretta di mano con le grandi etichette garantisce gli investimenti di Zennstrom e Friis ed offre a Rdio il potenziale necessario per le fasi di start-up. Agli utenti, ora, il ruolo di giudicare quanto il livello dell’abbonamento sia consono al servizio offerto ed all’esperienza di ascolto restituita.