ReadyBoost

ReadyBoost

Una funzionalità che ha attirato molte attenzioni quando è stata annunciata è ReadyBoost, che permette di “estendere la memoria” del PC usando delle chiavette USB o memory card.

L’idea è attraente, il costo per gigabyte di questi dispositivi è crollato negli ultimi anni ed è molto più facile un’espansione in questa direzione che non aggiungendo componenti all’interno del PC (basti pensare ad un notebook). Tuttavia bisogna non confondere la memoria USB con la RAM: ReadyBoost non la aumenta e… purtroppo, non qualsiasi chiavetta è adatta allo scopo.

La gestione della memoria in Windows Vista è stata oggetto di diverse migliorie, grazie ad un nuovo memory manager progettato per essere più dinamico e versatile di quanto non accadeva in precedenza.

Accanto ai miglioramenti, ci sono le novità, fra cui spicca appunto ReadyBoost. Lo scopo è aumentare (di quanto… dipende, ma non fa miracoli!) le prestazioni del computer utilizzando una fonte esterna di memoria come appunto la chiavetta USB.

Le memory sticks hanno queste caratteristiche: sono più veloci dei dischi fissi quanto ad accesso casuale, mentre gli hard disk sono ovviamente specializzati in accesso sequenziale ai dati e quindi possono essere usate come memoria di lavoro temporaneo, una volta che avremo attivato la funzionalità.

Per far funzionare il ReadyBoost abbiamo due strade: inserendo una chiavetta nel PC, Vista ci chiede cosa vogliamo farcene, se aprirla, acquisire le foto… o migliorare le prestazioni! Quest’ultima voce è proprio una scorciatoia a ReadyBoost, che altrimenti potrebbe essere richiamato cliccando col tasto destro sull’icona del drive e poi cliccando su Proprietà.

Ci verrà chiesto quanto spazio vogliamo destinare alla funzionalità in una finestra e Microsoft suggerisce un minimo di 256 Mb.

Secondo Microsoft non si hanno benefici se il PC è già ben fornito di RAM (ad esempio 2 Gb o più), mentre può giovare ai PC con 1 Gb di RAM nei momenti di lavoro intenso. Un esempio lampante è il lavoro in contemporanea su decine di file aperti in altrettanti programmi diversi.

Il suo funzionamento, quindi, non “imita” la RAM bensì quello di un disco ibrido, che pare essere il futuro standard nei notebook.

Di tre chiavette USB che già avevo solo una è adatta a funzionare con ReadyBoost. Vista fa infatti un piccolo test (scrive e accede a un piccolo file nella chiavetta, che poi cancella) per vedere se il dispositivo aggiungo è veloce a sufficienza per poter essere sfruttato. Il test può essere bypassato, ma non ha senso farlo: non si otterrebbe un beneficio reale.

I dati sono sempre in replica nel disco fisso, qualsiasi cosa accada alla nostra chiavetta non resteremo in panne. Semplicemente la scrittura nel disco fisso non rallenta le operazioni che stiamo facendo, dato che viene comunque completata prima quella nella chiavetta.

In caso di estrazione accidentale della chiavetta dovremmo poter stare tranquilli, anche se il condizionale è sempre d’obbligo.

Sia che usiamo una chiavetta in maniera permanente come dispositivo ReadyBoost, che nel caso di un utilizzo sporadico, c’è la possibilità che l’arnese finisca in mani altrui… anche in questo caso possiamo stare tranquilli: il contenuto è criptato (AES-128) e non accessibile ad occhi indiscreti.

Per chi fosse interessato ad una puntuale e dettagliata descrizione degli aspetti del kernel di Vista dedicati alla gestione della memoria, questo articolo del Microsoft TechNet, disponibile ora anche in italiano, è davvero ben fatto.

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