Il principale punto di forza delle tecnologie per la realtà virtuale è quello di proiettare l’utente in qualsiasi posto, in qualsiasi momento, abbattendo le barriere geografiche e simulando pressoché qualsiasi ambientazione. Un sistema di questo tipo sarà utilizzato anche per lo sport: la prima sperimentazione avverrà sul parquet della NBA con il fischio d’inizio del prossimo campionato, più precisamente nel nuovo stadio da 507 milioni di dollari dei Sacramento Kings che verrà inaugurato all’inizio della stagione 2016-2017.
La struttura non solo offrirà a chi siederà sulle poltroncine un accesso ultrarapido a Internet grazie ad un’eccellente copertura WiFi, ma anche la possibilità di vedere replay istantanei indossando un visore (con tutta probabilità prodotto da VOKE), per cogliere ogni passaggio e sfumatura dell’azione a 360 gradi, da un punto di ripresa ravvicinato, indipendentemente dal posto occupato nel palazzetto. Così Paul Jacobs, vicepresidente e co-proprietario della squadra (oltre che presidente esecutivo di Qualcomm), descrive l’iniziativa, messa in campo per aumentare il senso di coinvolgimento dei tifosi.
Che gli spettatori siano nei posti migliori o in quelli più lontani dal campo, vogliamo offrire loro un punto di vista direttamente sull’azione.
Una tecnologia di questo tipo potrebbe valicare le mura dello stadio e portare la visione in realtà virtuale dei match in qualsiasi location. I Sacramento Kings, che da pochi mesi hanno un nuovo logo e una rinnovata strategia di marketing, hanno già trasmesso in diretta VR la sfida con i Los Angeles Clippers in una scuola di Mumbai, nel tentativo di estendere il raggio d’azione del proprio marchio in nuovi territori, a livello globale.
Saranno in grado di sentire le urla del pubblico e di farne parte, anche se guardando le partite in un modo leggermente diverso.