Recensione del Google Nexus One in esclusiva per Webnews

Recensione del Google Nexus One in esclusiva per Webnews

Webnews ha avuto modo di mettere le mani sul Nexus One, il telefono Android progettato e costruito da Google in collaborazione con HTC. Il Nexus One non è disponibile in Italia, ma al momento è venduto solo da Google dal proprio sito web e solo in alcune nazioni (USA, Gran Bretagna, Hong Kong e Singapore). Il modello in nostro possesso è stato acquistato a Hong Kong. Compresi i costi per la spedizione, il dock opzionale e un caricatore in più, il telefono è venuto a costare poco meno di 470?, al cambio di due settimane fa. La spedizione dagli Stati Uniti fino in Asia ha impiegato solo tre giorni, e la consegna era prevista anche nei giorni festivi.

La confezione è bianca, curata e minimale, in puro stile Google. Il telefono in mano è comodo e ben bilanciato da reggere. Il dorso del terminale è ricoperto da plastica gommosa che offre piacevolezza del tocco e una presa sicura quando lo si tiene in mano. Il telefono è comunque abbastanza liscio da scivolare facilmente in tasca o nella foderina inclusa nella confezione.

Il boot è una pura dimostrazione di muscoli e velocità. L’avvio non impiega più di 40 secondi e l’animazione della “X” costruita da più onde mostra contemporaneamente la fluidità della grafica e la brillantezza dello schermo, un AMOLED con una risoluzione di 800×480 pixel concentrati in un diametro di 3,7 pollici (un dot-pitch di 250 punti per pollice). I sensori per il tocco sono multi-touch di tipo capacitivo. Visto che non di solo schermo si vive, anche il resto dell’hardware scelto da HTC/Google è di eccellenza. Il Nexus One è equipaggiato con un processore QSD 8250 da 1GHz (aka Snapdragon) prodotto da Qualcomm, 512MB di memoria RAM e altrettanta di memoria ROM interna, che ospita il sistema operativo e le applicazioni. L’archiviazione dei dati è invece affidata a una scheda MicroSD: la confezione include una memoria da 4GB, che può essere sostituita a patto che non si superino i 32GB, un taglio ancora difficile da reperire sul mercato, se non a prezzi quasi proibitivi. Durante le nostre prove abbiamo utilizzato una MicroSD da 16GB.

Sul terminale sono presenti numerosi sensori, tra cui quello di luminosità e prossimità (per spegnere lo schermo quando si avvicina il telefono al viso per parlare). Sono anche presenti accelerometri, magnetometro e ricevitore AGPS. Il Nexus One può connettersi alle reti mobili europee (leggi: GSM e UMTS) comprese le più potenti connessioni HSDPA, e non ha mostrato problemi di compatibilità con le reti mobili italiane e di Hong Kong. Come riportato dalle specifiche online, il WiFi supporta ufficialmente fino allo standard 802.11g, anche se in teoria il chip interno utilizzato è capace di collegarsi anche alle reti “N”. Pur dovendo per forza di cose fare affidamento alle specifiche ufficiali, la situazione a tal proposito non è chiara: pur privilegiando le reti di tipo G, in un caso isolato con un recente router NetGear il Nexus One è riuscito a connettersi ad una rete “N” pura. Non è da escludere che un futuro aggiornamento permetta al telefono di utilizzare agevolmente il nuovo standard per le reti wireless. Il firmware installato è la release “2.1-update1” di Android.

Al primo avvio il Nexus One chiede l’inserimento o la creazione di credenziali Google: avere un account Google è condizione necessaria per utilizzare tutte le funzioni del telefono. Una volta inserito il proprio account, il Nexus si occupa di impostare la posta elettronica Gmail, il calendario e sincronizzare i contatti. La sincronizzazione online non è però esclusiva di Google, ma viene effettuata per tutte le applicazioni che lo prevedano, senza limitazioni che escludano una futura sincronizzazione con servizi concorrenti a quelli offerti da Mountain View. Una volta impostati i propri account (ad esempio l’account aziendale su Microsoft Exchange, il proprio account Google e quello Facebook) il Nexus sincronizza e unisce i contatti derivanti dai vari account: se ad esempio lavoriamo con Mario Rossi, e abbiamo il suo contatto anche su GMail e Facebook, troveremo un unico “Mario Rossi”, nei cui dettagli ci verranno mostrate tutte le informazioni e quali di queste derivano dalle singole sorgenti.

L’aggiornamento dei dati avviene esclusivamente tramite Internet (scordatevi pure il cavo) ed è praticamente istantaneo. La sincronizzazione vale anche in upload (un contatto aggiunto sul Nexus viene caricato su Gmail o su Exchange, mentre su Facebook sono in “read only”) per tutti i dettagli, compresa l’immagine assegnata al contatto. La sincronizzazione è fin troppo stretta: il Nexus One non ha una rubrica locale in vecchio stile e non è possibile inserire un contatto che non sia associato ad almeno un account online. Ovviamente tutti i dati sincronizzati sono disponibili anche in assenza di una connessione ad Internet.

Nelle prossime puntate della recensione parleremo dell’interfaccia e delle potenzialità multimediali del Nexus One. In conclusione di questa introduzione, e come consiglio di quanti siano allettati da questo terminale, occorre dire che il forte orientamento alla vita online del Nexus rende obbligatorio il suo utilizzo in abbinamento ad un piano flat per i dati: se non avete modo (o intenzione) di sottoscrivere un tale abbonamento probabilmente il Nexus One non fa per voi.

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