Google e HTC hanno pensato bene di puntare molto sullo schermo, uno dei punti di forza che, per quanto con dei difetti, salta subito all’occhio.
Quello che colpisce è soprattutto il contrasto e la profondità del nero. Dato che gli schermi AMOLED mancano di retroilluminazione e che la luce è emessa direttamente dai pixel, il nero è effettivamente privo di luce ed è praticamente indistinguibile dal nero del bordo che circonda lo schermo. I colori non cambiano da nessuna angolazione dello schermo e pochi gradi lo dividono da una reale visuale sui 180° sia in orizzontale che in verticale.
Sembrano fatti apposta per apprezzare le qualità offerte dallo schermo (oltre alla velocità del processore) gli sfondi animati interattivi che, pur carini e a tratti quasi divertenti, sono alla resa dei conti inutili. A differenza di altre recensioni apparse sul Web, non abbiamo notato una particolare difficoltà di visione dello schermo all’aperto. Una volta aumentata la luminosità al massimo (la regolazione automatica è un po’ troppo parsimoniosa) il Nexus One non si comporta peggio di altri telefoni con schermi LCD tradizionali. Abbiamo però notato che, forse per un eccesso di zelo, lo schermo tende ad esagerare il rosso che appare molto più brillante che nella realtà. Le capacità touch sono buone, ma non eccellenti. Lo schermo risponde bene, ma non arriva al livello dell’iPhone. Il multitouch non funziona in tutte le applicazioni, e mentre sul browser e sulle mappe è molto preciso, sulle foto è un po’ più veloce del movimento delle dita.
Riguardo la fotocamera da 5 MegaPixel, l’unico vero difetto di cui possiamo lamentarci è la tendenza a sovraesporre le zone più illuminate, caratteristica a volte utile, ma che sarebbe meglio lasciare al controllo dell’utente. La qualità delle foto è buona, ma siamo ancora lontani dal lasciare a casa la macchina fotografica “classica” per le occasioni importanti. Oltre al flash, in generale piuttosto inutile, il software per lo scatto delle foto permette di impostare alcuni effetti basilari, come il bianco/nero o il seppia e altri effetti sul colore, e il bilanciamento del bianco. Durante lo scatto della foto il telefono mostra con un’icona se è disponibile l’informazione GPS sulla posizione al momento dello scatto. Per realizzare dei filmati si usa lo stesso software. A fianco del pulsante di scatto è presente uno switch che permette di cambiare tra modalità foto e modalità video. Sia le foto che i video possono essere inviati con pochi click ai più comuni servizi di photo e video sharing. Il pulsante “Condividi” mostra l’elenco dei servizi di condivisione disponibili: si va dalla normale email, fino a twitter, passando per note, Facebook e YouTube. Le applicazioni installate possono aggiungere un link a nuovi servizi.
Un altro punto a favore del Nexus One è l’ottimo browser. Basato su WebKit, lo stesso motore di Chrome e Safari, rende le pagine in maniera estremamente accurata e grazie all’alta definizione dello schermo mostra un elevato livello di dettaglio. È molto utile la funzione di rimpaginazione, che interviene quando durante uno zoom lo schermo non copre tutta l’area di testo che stiamo leggendo. In questo caso il browser stringe l’area in questione, facendo andare a capo più spesso il testo ma rendendo la lettura più facile ed evitando all’utente il fastidio di dover inseguire col dito sullo schermo le frasi situate oltre i bordi. Il Nexus One permette anche di salvare le password per l’accesso ai siti Web, ma manca di una funzione per un loro controllo più preciso: l’unica modifica che si può fare è quella di cancellarle tutte. Il browser può usare diverse pagine Web, ma la mancanza di una notifica particolare, o di un’animazione come nel caso dell’iPhone, rende difficile capire se un link è stato aperto nella stessa pagina o se è stata creata una nuova pagina. La velocità di rendering è notevole e nettamente superiore ad ogni altro dispositivo mobile provato finora.
Tenendo conto di tutti i pregi e i difetti di questo telefono, possiamo dire che Google non aveva del tutto torto quando durante la conferenza stampa di presentazione aveva affermato che il Nexus One era il capostipite di una nuova generazione. Lo stesso nome del dispositivo sottolinea questa posizione: il Nexus Six è il modello di androide protagonista del romanzo “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip Dick e del più famoso film “Blade Runner”. Chiamando questo telefono “Nexus One” Google ha voluto sia citare uno dei capolavori della fantascienza, sia sottolineare come il Nexus One debba essere considerato come il nuovo benchmark per gli smartphone, almeno nel campo Android.
È doveroso e inevitabile un breve confronto con l’iPhone. Il telefono di Apple si comporta meglio in termini di interfaccia e precisione dello schermo, e offre un catalogo di applicazioni più ampio e completo. Anche la selezione del testo per il copia e incolla è più comoda, mentre sul telefono di Google questa operazione è macchinosa e da utilizzare solo nei casi di estrema necessità. A nostro parere, però, il Nexus One esce nel complesso vittorioso grazie ad una maggiore flessibilità di utilizzo e alla possibilità che hanno le applicazioni di estenderne il funzionamento senza sacrificare la sicurezza (ricordiamo che ogni applicazione deve obbligatoriamente dichiarare a quali servizi intende accedere). Il telefono di Google vince anche grazie ad uno schermo eccezionale e ai muscoli del processore da 1GHz, che permettono tempi di boot da record (40 secondi circa) e avvii delle applicazioni rapidissimi. Il Nexus One ha inoltre dimostrato che è possibile offrire semplicità d’uso e praticità anche senza proibire all’utente l’accesso diretto alla memoria interna e senza altre restrizioni di sorta (sul Nexus One il jailbreak sarebbe inutile). Accomuna ai due telefoni il difetto della durata della batteria: in entrambi i casi usando il telefono intensivamente per navigare o per altre attività su Internet, la batteria viene prosciugata nel giro di qualche ora, con la differenza che il Nexus One può sostituire la batteria e può usare una qualsiasi MicroUSB per ricaricarsi (non avendo un adattatore per la presa italiana abbiamo usato per diversi giorni caricabatterie e cavo di un telefono Palm).
Secondo recenti voci, il Nexus One potrebbe arrivare in Italia grazie a Vodafone. È però molto probabile che ancora prima arrivi sui nostri scaffali l’HTC Desire, gemello del telefono marchiato Google a meno di piccole differenze, come la trackball ottica e l’assenza del doppio microfono. L’attuale modello di distribuzione, che privilegia l’acquisto online rispetto ai negozi, ha penalizzato le vendite, recentemente riviste fortemente al ribasso. Nonostante questo possiamo ritenere che il Nexus One sia un esperimento riuscito, che ha dimostrato come Android stia andando nella giusta direzione.
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