Design
Non si può certo dire che l’iPad Pro non sia grande. E non è che si tratti di un’impressione iniziale tirandolo fuori dalla scatola per la prima volta. Anche dopo diversi giorni di utilizzo, l’impressione rimane la stessa. Ma questo non vuol dire che sia ingombrante, per lo meno non più di un Ultrabook. Di certo, però, lo è come tablet. D’altronde, ha un display da ben 12,9 pollici.
Nonostante le dimensioni (305,7×220,6 cm) però, l’iPad Pro è sorprendentemente leggero con i suoi 713 gr (723 gr la versione con modulo 4G), che i più attenti ricorderanno essere più o meno il peso del primo iPad dell’ormai lontano 2010. Inoltre è sottile come iPad Air 2 (6,9 cm), un vantaggio non da poco nel trasporto. Anche con Smart Cover in poliuretano e custodia in silicone, il peso non raggiunge 1Kg. Tuttavia non si pensi di poterlo usare comodamente con una mano, mentre l’altra lo regge. Il suo utilizzo ideale è alla scrivania o tenuto sulle gambe, con o senza dock, proprio come un notebook.
Per il resto, touch & feel e design non si discostano dall’iPad Air 2 – scocca unibody in alluminio – eccezion fatta per la comparsa di ben 4 speaker e dello Smart Connector collocato sul lato sinistro, utile per la connessione diretta a periferiche esterne di Apple come la Smart Keyboard o di terze parti come la Logitech Create (€150) e altre al di là da venire.
Immancabili, oltre al tasto di accensione/pausa e al bilanciere del volume, la porta Lightning, qui compatibile con la velocità di trasferimento dati USB 3.0 (tuttavia il cavo nella scatola è solo USB 2.0), e il Touch ID sul tasto home, lo stesso di iPhone 6 anziché del 6S, il che è un po’ deludente visti i progressi fatti col nuovo sensore.
Hardware e performance
iPad Pro è innegabilmente potente. Prima ancora dei test, è la sua scheda tecnica che lo testimonia: nuovo processore dual-core A9X a 64 bit da 2,25 GHz e 4GB di RAM offrono un tale livello di potenza da porlo al di sopra non solo di molti notebook in commercio, ma persino di alcuni MacBook. Ad esempio, Geekbench 3 lo piazza al di sopra del MacBook Air (2015) con processore Intel i5 e a una spanna dal MacBook Pro e dal Surface Pro 4. Superfluo aggiungere che è il più potente fra tutti i tablet Apple e non solo.
Nei test d’uso pratico, pur mettendo l’iPad Pro a dura prova con multitasking e l’impiego di app particolarmente esose, non si sono mai verificati né esitazioni né impuntamenti. Anzi, tutto è estremamente fluido. Parte del merito va anche all’impiego di iOS 9, che nulla ha a che vedere con un sistema operativo desktop completo.
A questo si aggiunge una resa e una performance grafica impressionante. Il chip grafico integrato nell’A9X batte nei benchmark non solo le GPU Intel integrate, ma persino la CPU del MacBook Pro da 15 pollici.
I videogiochi più recenti e anche quelli che usciranno successivamente, appositamente creati per iPad Pro (testati da Webnews in anteprima sotto embargo), sono sorprendenti per resa complessiva: complice la tecnologia Metal, numero di poligoni, effetti dinamici di luce e ombra, fluidità sono alla stregua di titoli apparsi sulle console di ultima generazione.
Incredibile anche il rendering in tempo reale di complessi progetti in AutoCAD 360. Per esempio, “zoommare” dentro e fuori di un progetto tanto complesso quale il modello di uno stadio come se si trattasse di una semplice foto lascia letteralmente a bocca aperta.
Altrettanto sorprendente è la facilità con cui iPad Pro riesce a gestire ed elaborare il video editing in 4K con iMovie, per l’occasione impreziosito da un’interfaccia ancora più fruibile. Che dire poi delle app Video e Immagini? Sfruttando i 12,9 pollici, mostrano chiaramente le collezioni di foto fin dall’elenco dei contenuti. La tastiera virtuale non porta invece grande innovazione se non per l’aggiunta dei tasti Maiusc e Tab e di alcune scorciatoie.
E infine, chiaramente, la tanto blasonata funzione split-screen di iOS 9 per un effettivo multitasking: dividendo lo schermo in due aree distinte, ciascuna della dimensione desiderata, si può ad esempio scrivere un testo in Word o navigare mentre si guarda un film su Netflix. Oltre a essere particolarmente efficace sul grande schermo dell’iPad Pro, va detto, è anche un’esperienza d’uso gradevole e benvenuta.
E le altre app? Ebbene già al lancio del nuovo tablet, sull’App Store sono comparse due sezioni dedicate, “Meravigliose app per iPad Pro” e “Magnifici giochi per iPad Pro”, già discretamente popolate. In particolare, si apprezzano Microsoft Office, perfettamente adattato allo split-screen e presto compatibile anche con la Apple Pencil, e Complete Anatomy, l’app medica professionale in 3D che, sfruttando le dimensioni del nuovo schermo, si propone come ottimo strumento collaborativo e didattico.
Molte altre app sono state aggiornate o sono in corso di modifica per supportare il nuovo formato, ma non tutte sembrano ancora trarne vantaggio. Ovviamente, ci vorrà un po’ di tempo per gli sviluppatori.
Non mancano le connessioni di ultima generazione: due antenne Wi-Fi MIMO 802.11ac (fino a 866 Mbps) e il Bluetooth 4.2 mentre è opzionale il modulo LTE. Infine, la batteria: nonostante il grande schermo, iPad Pro riesce a raggiungere le 10 ore di autonomia con un utilizzo medio sia per merito di iOS 9 che dei sistemi integrati per il risparmio energetico. Chiaramente, facendo un uso frequente del modulo 4G e di app particolarmente impegnative, la durata scende vertiginosamente a circa 5 ore. La giusta misura dell’ottima autonomia la dà però l’utilizzo di Netflix: circa 8 ore con Wi-Fi e riproduzione audio/video continuative.
Con l’unità di prova finora non si è mai verificato il blocco di sistema che affligge alcune unità. Sta di fatto che si tratta di un problema reale al quale però Apple sta ponendo rimedio con un update imminente.
Display e multimedia
Al centro dell’esperienza d’uso di questo iPad Pro, naturalmente, sta il colossale display Retina, antigraffio, laminato e ultra sottile come quello dell’iPad Air 2, che però offre un’area del 78% superiore rispetto al fratello minore e una resa cromatica migliorata, specie per quel che concerne il livello del nero, a tutto vantaggio del contrasto.
I ben 5,6 milioni di pixel si traducono in una risoluzione pari a 2.732×2.048 pixel per 264 ppi. L’angolo di visuale è eccellente e molto buono è anche il coating anti riflesso.
Un particolare davvero interessante, almeno ai fini del risparmio energetico, è la capacità del pannello di modificare la frequenza di aggiornamento in base al contenuto o app mostrati, passando dai 60Hz a 30Hz. Resta invece il problema assai comune del trattamento oleofobico insufficiente a bloccare l’accumulo di impronte. Inoltre manca la nuova funzione 3D Touch di iPhone 6S.
Si era detto dei 4 altoparlanti. Sono molto potenti e il suono è pressoché cristallino, merito anche delle casse di risonanza “scavate” nell’unibody. La resa è quella tipica di un sistema virtual surround di media qualità, ma l’efficacia complessiva è amplificata dal sistema di ripartizione delle bande sonore: i bassi sono riprodotti dalla coppia di speaker inferiori mentre i toni medi e alti da quelli superiori. Questo comporta che l’iPad Pro vada posizionato sempre nello spesso verso per l’ascolto della musica o per vedere un film?
Assolutamente no. Anche il sistema di altoparlanti sfrutta infatti il coprocessore integrato M9 dedicato ad accelerometro, compasso, giroscopio e barometro, per cambiare in tempo reale la diffusione delle frequenze alte e basse in base a come si tiene il tablet. Quindi passando dalla posizione panoramica a quella verticale, la diffusione del suono cambierà immediatamente.
Infine, le fotocamere. L’iPad Pro ne ha due e sono le stesse dell’iPad Air 2 (iSight posteriore da 8 megapixel f/2.4 e FaceTime HD frontale da 1,2 mpx), il che è un peccato visti i progressi fatti con le lenti dell’iPhone 6s. Le foto sono discrete, specie con luce ottimale, adatte per un utilizzo di tipo social o per ricordo ma nulla più. Molto soddisfacenti anche i video 1080p (30 fps), che beneficiano dello stabilizzatore integrato. Ad ogni buon conto, bisogna dire che difficilmente qualcuno andrà in giro con un tablet da 13 pollici a scattare foto, e l’obbiettivo frontale è comunque ottimo per le videochiamate.
Come un notebook?
La domanda che molti si sono posti fin dall’annuncio dell’iPad Pro è se questo “grosso tablet” possa essere un sostituto del notebook. Lo stesso Tim Cook è stato tanto categorico quanto insolente nella sua risposta, definendolo non adatto a sostituire i notebook Mac ma in grado di soppiantare molti notebook concorrenti.
Sulla carta, la potenza è tale da indurre a pensare che la provocazione di Cook rischi di divenire un clamoroso autogol e che iPad Pro possa rappresentare l’inizio della fine per il settore dei notebook, Apple inclusa.
Tuttavia, dopo averlo usato un po’, ci si rende conto che non dispone delle funzionalità tipiche di un computer completo, a cominciare dalle ovvie limitazioni di iOS 9 rispetto a Mac OS o a Windows, non avendo un file system dedicato. Per questo, chi volesse usarlo come sostituto di un notebook deve o avere esigenze limitate o sapersi adattare.
Alla lunga, altrettanto evidenti diventano l’assenza di porte e la capacità limitata di 128 GB (o 64 GB), elementi che riportano l’utente con i piedi per terra: per quanto potente, si tratta pur sempre di un tablet. Un tablet senz’altro capace di migliorare la produttività e la creatività, senza spingersi oltre.
Conclusioni
iPad Pro è senza ombra di dubbio il tablet più importante finora realizzato da Apple, un’affermazione chiara e cristallina della direzione verso cui il personal computing è destinata ad andare. Ma è anche una grossa scommessa perché anticipa di qualche anno gli ibridi di prossima generazione.
Gli utenti PC, specie i professionisti di grafica e design, non troveranno un sostituto in esso ma un compagno di viaggio, mentre gli utenti già soddisfatti del proprio tablet non avranno sufficienti ragioni per passare ad iPad Pro.
Per sua natura, iPad Pro per ora rischia di interessare solo a una fetta di utenza, ad esempio videomaker semi-professionali, artisti e giornalisti, in cerca di uno strumento creativo di facile utilizzo ma dalle prestazioni superiori. Peccato che in tal caso questa utenza dovrà sborsare una cifra extra per comprare la Apple Pencil (€109) o la Smart Keyboard (prezzo ND) per sfruttarne l’effettivo potenziale.
Un aspetto da non sottovalutare, quest’ultimo, dato il prezzo già considerevole dell’iPad Pro: si parte dai €919 per la versione non LTE da 64GB per arrivare a ben €1249 per quella da 128GB LTE, a cui si potrebbero aggiungere gli €89 della custodia in silicone. Al che, la fetta di utenza rischia di essere assai magra. Ma con Apple nulla è mai certo.
Apple Pencil
La valutazione della Apple Pencil è stata messa volutamente al di fuori delle considerazioni e del giudizio finali, trattandosi di un extra che non tutti gli utenti sceglieranno di acquistare. [Seguirà la valutazione della Smart Keyboard non appena sarà disponibile]
La prima cosa che molti si staranno chiedendo è se questa periferica sia compatibile con altri dispositivi Apple. Per ora la risposta è no: Apple Pencil è compatibile solo con iPad Pro.
Grande e leggera come una penna, è chiaramente rivolta ai creativi. Si collega in un lampo all’iPad Pro via Bluetooth e dispone di un sensore di pressione sulla punta e di un oscilloscopio. Entrambi inviano un segnale al tablet 240 volte al secondo.
Usarla strappa più di un sorriso. Non fa nulla che un prodotto professionale non sia già in grado di fare, ma che lo faccia direttamente su un iPad è davvero sorprendente. Il livello di pressione è incredibilmente accurato, così come l’inclinazione, riproducendo perfettamente il comportamento di una matita su carta, anche quando si ricrea l’effetto sfumato. Inoltre la latenza è pressoché assente.
Apple Pencil permette di usare contemporaneamente un dito a schermo per la selezione di strumenti, filtri e quant’altro, escludendo invece la pressione di più dita o dell’intero palmo, per favorire chi è abituato ad appoggiare la mano sul foglio mentre disegna.
La penna è inoltre dotata di un connettore Lightning all’estremità posteriore, nascosta da un tappuccio magnetico, che serve per la ricarica. Questa può avvenire direttamente dall’iPad Pro o tramite presa di corrente utilizzando l’apposito adattatore in dotazione. L’autonomia è ottima, 12 ore, ma soprattutto la penna è in grado di recuperare 30 minuti di autonomia in appena 15 secondi di ricarica. Tramite Centro Notifiche è possibile monitorare di stato di carica.
Su App Store ci sono già diverse app dedicate, fra cui: Paper, Procreate, Adobe Comp CC, Adobe Photoshop Fix, Adobe Photoshop Mix, Adobe Photoshop Sketch, AutoCAD 360, Canva, Zen Brush 2 ed Evernote.
Sicuramente si tratta di uno strumento estremamente versatile e in grado di fare la felicità di molti appassionati di disegno e creatività, ma in futuro il suo potenziale potrà spaziare anche verso impieghi più semplici (al momento in Mail, ad esempio, si può “disegnare una risposta” o evidenziare un particolare su allegati in PDF).
Un vero difetto di questo dispositivo è l’assenza di un aggancio magnetico o di una più banale fibbia inclusa nella cover. Smarrirla è un rischio concreto.