La Canon EOS 250D è la penultima reflex prodotta da Canon dopo la recente presentazione della EOS 90D, appartenente ad una categoria superiore. Come dice il titolo, si tratta della reflex più leggera del mondo… con monitor totalmente orientabile, è bene precisare. Pur avendo destinato, soprattutto ultimamente, parecchie risorse al settore delle mirrorless per far fronte alla sempre maggior richiesta, Canon introduce sul mercato una fotocamera con specchio ribaltabile e mirino ottico che si colloca a metà strada fra le sue due entry level (EOS 2000D e 4000D) e la validissima 800D.
Questo nuovo modello, che assomiglia alla 200D ma si discosta nel design della capostipite della famiglia EOS 100D, può contare su un’interfaccia utente guidata per semplificare le operazioni ai meno esperti, un sensore APS-C con tecnologia Dual Pixel CMOS AF da 24,1 Mpixel per una messa a fuoco precisa sia negli scatti in Live View che nei video, la possibilità di riprendere in 4K e un’eccellente connettività ai dispositivi smart. Con la funzione Trasferimento Automatico, infatti, si possono inviare le immagini appena riprese ad un dispositivo multimediale abbinato: in questo modo, si avranno subito a disposizione i propri scatti dalla macchina allo smartphone. Vanta inoltre un processore DIGIC 8 che supporta molteplici funzionalità come video 4K, Time-Lapse 4K e Frame Grab 4K, oltre alla funzione Assistente Creativo, che comprende un insieme di effetti, filtri e strumenti di regolazione del colore che si possono applicare sia durante la ripresa dell’immagine sia successivamente.
La EOS 250D è una reflex per tutte le occasioni e un valido corpo di backup per chi magari possiede già una full frame della stessa Casa. Il touch screen orientabile permette di realizzare le inquadrature più diverse: dai selfie in famiglia ai vlog, oltre a facilitare le riprese dall’alto e dal basso. Inoltre, questa macchina vanta un mirino ottico basato su penta-specchio con sistema di messa a fuoco automatica a 9 punti.
Disponibile in tre diversi colori (nero, bianco e argento), fa parte nel sistema EOS, il più vasto del mondo, con più di 80 obiettivi, flash e accessori tra cui scegliere. Ricordiamo che la EOS 250D è compatibile con tutti gli obiettivi Canon serie EF-S (quelli realizzati apposta per le reflex APS-C) ed EF.
Canon EOS 250D: tutti i dettagli
Canon EOS 250D: prezzo
Uscita sul mercato nell’aprile del 2019 al prezzo di 574,99 Euro per il solo corpo, questa reflex è offerta ad una cifra, a nostro avviso, adeguata in quanto non dobbiamo dimenticare che si pone un gradino sopra le entry level Canon. Tuttavia, sul web si può già trovare a meno di 500 Euro. Interessante il kit con l’EF-S 18-55mm f/4-5.6 IS STM a soli 105 Euro in più.
Canon ha previsto in aggiunta altri kit. Il primo è identico a quello appena descritto ma include anche una batteria di ricambio per il prezzo di 789,99 Euro. Non troviamo sia particolarmente conveniente, sia perché la batteria della EOS 250D consente circa 1000 scatti prima di essere ricaricata, sia perché significa pagare quest’ultima ben 110 Euro, una cifra spropositata. Meglio orientarsi verso il kit che include in aggiunta l’EF 50mm F1.8 STM, utile per i ritratti vista la focale equivalente di 80 mm, o quello con il tuttofare EF-S 18-135mm f/4-5.6 IS STM.
A conti fatti, l’unica perplessità deriva dal fatto che i kit proposti non sono poi così convenienti rispetto all’acquisto dei singoli componenti separati.
https://www.youtube.com/watch?v=DPt96yTtUhc
Canon EOS 250D: caratteristiche
Questa reflex Canon adotta in ben noto sensore APS-C da 24,2 Mpixel che da qualche anno equipaggia i suoi modelli di fascia media, sensore che viene prodotto in proprio. La tecnologia CMOS Canon integra un’avanzata circuitazione di riduzione del rumore su ogni pixel. Al sensore d’immagine è stato sovrapposto un filtro passa-basso che “ammorbidisce” i dettagli più fini per aiutare a combattere fenomeni quali moiré e falsi colori: scelta in contro-tendenza rispetto a quella della concorrenza.
Il processore d’immagine utilizzato è il DIGIC 8, che permette innanzitutto di elevare il valore della sensibilità max. a 51200 ISO in modalità H (che scendono a 6400 ISO nei video 4K), uno scatto continuo di 5 fps in modalità Servo AF (quindi MAF continua), una elaborazione del file RAW CR3 a 14 bit, la priorità alle alte luci D+ 2 e il sistema Digital Lens Optimizer per un massimo di tre diversi obiettivi. Quest’ultima elaborazione è svolta direttamente in camera sui file JPEG e tiene conto di vari parametri dell’obiettivo per effettuare la correzione della vignettatura, aberrazione cromatica laterale, distorsione, diffrazione, ecc. basandosi ovviamente sui dati delle ottiche della stessa marca.
La fotocamera è priva di stabilizzatore d’immagine nel corpo macchina, ma vanta uno stabilizzatore digitale utilizzabile solo per i filmati.
L’autofocus a rilevamento di fase è piuttosto rudimentale per quanto riguarda il numero di punti, solo 9 (da mirino ottico), ma vanta una buona velocità.
Discorso totalmente diverso per il funzionamento in Live View e per i video, dove questa reflex adotta uno dei migliori sistemi oggi in uso: il noto Dual Pixel CMOS AF. Molto sensibile alle basse luci (- 4 EV), è caratterizzato da un’area di copertura piuttosto estesa pari a 88 % in orizzontale e 100% in verticale, dispone di 143 punti AF mediante selezione automatica della fotocamera con possibilità d’ingrandire l’immagine di 5 o 10 x, analogamente ad altre reflex Canon. Non manca il rilevamento viso/occhi.
L’otturatore, con scorrimento verticale sul piano focale controllato elettronicamente, consente una velocità massima di scatto di 1/4000 sec.
Il mirino ottico è forse il componente meno performante di tutta la fotocamera. Basato su un sistema a penta-specchio, offre una copertura di circa il 95% del campo inquadrato, un ingrandimento di 0,87 x ed è un po’ piccolo, al punto tale che è preferibile utilizzare la macchina in Live View (grazie anche al suo peso leggero che non grava troppo sulle braccia) e lasciare al mirino solo la visione in condizioni di forte illuminazione quando non si riuscirebbe a vedere il monitor. Una scomodità per chi ha problemi di vista da vicino (presbiopia)…
Bello invece il monitor posteriore touch TFT Clear View II totalmente orientabile da 7,7 cm (3″) e 1.040.000 punti, formato 3:2:
Presente ovviamente il flash, ad azionamento forzato manuale, che ha un numero di guida pari a 9,8 a ISO 100. Ha un tempo di ricarica di circa 3 sec. e una copertura fino alla focale di 18 mm. La velocità di sincronizzazione è di 1/200 sec.
Condividere foto e video è semplicissimo collegandosi ai dispositivi smart tramite Bluetooth e Wi-Fi usando l’app gratuita Canon Camera Connect per iOS e Android. È possibile scaricare foto e video su un dispositivo mobile e scegliere di modificarli, postarli o condividerli con amici e famiglia. L’app Canon Camera Connect aiuta anche a realizzare foto di gruppo o selfie a mano libera.
Canon EOS 250D: design
Piacevole nel design, con un aspetto moderno e giovanile, la EOS 250D vanta dimensioni decisamente ridotte: 122,4 x 92,6 x 69,8 mm. Semplice da trasportare, leggera (449 gr.) e compatta, la nuova reflex Canon è anche ergonomicamente ben studiata. A differenza di altri modelli, infatti, una volta impugnata il mignolo della mano destra non finisce sotto al fondello e il grip risulta quindi efficace.
Osservando la parte superiore di questa reflex, si nota immediatamente la semplificazione della ghiera dei modi che racchiude sostanzialmente i programmi tradizionali (P, Tv, Av, M), il full auto, le scene e i filtri creativi, oltre al nuovo tasto di accensione (che include anche la modalità film) e la ghiera anteriore appena prima del pulsante di scatto. Il tasto DISP serve per accendere e spegnere all’occorrenza il monitor posteriore. Si noti che non essendo presente il sensore di prossimità sul mirino, quando si accosta l’occhio allo stesso il monitor resta normalmente acceso e si spegne solo quando si preme il pulsante dell’otturatore.
Lo slot per la SD card si trova sotto, nel comparto della batteria, mentre segnaliamo l’utile ingresso per il microfono esterno.
Dal punto di vista costruttivo ci troviamo di fronte ad un prodotto ben fatto ma di evidente fascia economica, totalmente realizzato in plastica con alcuni inserti in gomma.
Canon EOS 250D: recensione
La EOS 250D è una reflex destinata principalmente agli utenti alle prime armi, soprattutto per la semplicità d’uso e la facilità di gestione dei menu. Già dall’accensione, infatti, l’interfaccia utente guidata presenta suggerimenti e consigli pratici utili per chi si accosta al mondo della fotografia, mentre chi è alla ricerca di idee originali può affidarsi alla già citata funzione Assistente Creativo:
A causa delle poche superfici disponibili per alloggiare i comandi, le funzioni attivabili direttamente senza passare dai menu non sono molte, tuttavia la regolazione dell’ISO, la selezione dei punti di MAF, la compensazione e il blocco dell’esposizione sono a portata di dito. Per tutte le altre viene in aiuto il monitor touch in combinazione con l’immancabile tasto Q. Ci sono concorrenti che offrono tasti personalizzabili dedicati (Fn), qui mancanti, anche se comunque le possibilità di personalizzazione, da menu, non mancano.
Presenti anche le scene (13 diverse) e i filtri creativi, che permettono di ottenere risultati come questi:
Il mirino piccolo e i (pochi) punti di MAF che coprono un’area troppo limitata sono sempre stati punti deboli di questa serie di fotocamere; di conseguenza, con la EOS 250D spesso ci si trova a preferire la modalità Live View, dove le cose cambiano radicalmente e l’utilizzo diventa particolarmente piacevole, salvo per il fatto che bisogna necessariamente tenere la macchina “a sbalzo".
Complessivamente la versatilità è buona per un apparecchio pensato e concepito per coloro che intendono avvicinarsi al mondo della fotografia potendo contare sulla possibilità di attingere alla vastissima gamma di ottiche Canon. Ovviamente mancano delle funzioni che si trovano su reflex di fascia superiore, mi viene in mente l’implementazione un po’ semplicistica dell’ISO automatica, le poche indicazioni del mirino ottico, la mancanza della livella elettronica, di un sensore di prossimità sull’oculare e dell’illuminatore AF con infrarosso.
All’utilizzo pratico, però, si è dimostrata piuttosto veloce e reattiva, tenuto conto che lo shutter lag con obiettivo 50 mm 1.8 STM e singolo punto di MAF centrale è di 0,094 sec, che diventano 0,34 con il flash abilitato. Se la macchina è in pre-fuoco, lo shutter lag cala a 0,072 sec (0,086 sec in Live View), mentre il tempo necessario a scattare la prima foto dal momento in cui si accende la fotocamera è di mezzo secondo. Sono prestazioni degne di lode per un prodotto di tale categoria. Il sistema esposimetrico basato su sensore di misurazione dual-layer a 63 zone con lettura valutativa, parziale, spot e media ponderata al centro si è dimostrato sempre affidabile.
Presente ovviamente l’HDR, che troviamo nelle scene e non è da confondere con l’HDR art (soft e marcato) che fa parte invece dei filtri creativi:
Rumore agli alti ISO. Di seguito trovate gli scatti da 1600 a 51200 ISO con il riduttore di rumore nella posizione standard:
Fino a ISO 3200 il rumore è abbastanza contenuto ma già a 6400 piuttosto visibile e poi aumenta progressivamente alle sensibilità più alte, con i valori di 25600 e 51200 da escludere e 12800 da usare solo in caso di necessità. Da questo punto di vista, ritroviamo il già noto comportamento del sensore CMOS Canon APS-C da 24 Mpixel, che a fronte di ottime performance alle basse sensibilità soffre un po’ a quelle medio-alte.
In termini di qualità d’immagine, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla combinazione fra le prestazioni dello zoom Canon EF-S 18-55mm f3.5-5.6 IS STM, espressamente chiesto per la prova (che, nota bene, non è l’EF-S 18-55mm f4-5.6 IS STM fornito in kit), il sensore e il processore d’immagine. I risultati sono di alto livello, perlomeno in condizioni di buona illuminazione (quando i valori ISO sono bassi) e tenuto conto del prezzo di questa reflex, con un dettaglio percepito che uguaglia quello di fotocamere di risoluzione confrontabile ma senza filtro ottico passa-basso, invece presente sulla Canon. Questo zoom, realizzato in plastica (compresa la baionetta) e di prezzo contenuto, fa miracoli come nitidezza sia al centro che ai bordi soprattutto alle lunghezze focali medio-basse; purtroppo è caratterizzato da un’aberrazione cromatica laterale un po’ alta, visibile in alcuni scatti, e da un flare pronunciato. Tuttavia, nell’uso pratico riesce a fornire ottimi risultati in combinazione con la EOS 250D, risultati che ci hanno per certi versi sorpreso.
Nessun problema anche con ottiche di terze parti, ma attenzione che non è presente la micro-regolazione dell’AF e quindi se l’obiettivo non è perfettamente tarato in base al corpo macchina si possono verificare fenomeni di back o front focus anche vistosi. Inoltre, abbiamo rilevato qualche problema di MAF sfruttando il sistema a rilevamento di fase e quindi traguardando dal mirino: in pratica, alcuni soggetti che nello stesso sembravano a fuoco, in realtà non lo erano. Purtroppo ce ne siamo accorti soltanto a posteriori…
Parliamo ora della sezione video. Come accennato nell’introduzione, la EOS 250D è in grado di riprendere video 4K alla risoluzione di 25 fps (con vistoso crop del frame e assenza purtroppo del Dual Pixel AF), ma anche FHD a 25 e 50 fps come in HD a 50 fps in MP4 nel modo inter-frame per risparmiare spazio di archiviazione sulla SD card.
Per poter aver pieno controllo sui parametri e regolare a piacimento diaframma, tempo e sensibilità ISO durante la ripresa dei filmati, occorre lavorare in manuale. L’autofocus beneficia del sistema Dual Pixel CMOS e quindi risulta eccellente per accuratezza e fluidità: si può scegliere se operare su tutti i punti, solo su un punto selezionabile mediante schermo touch o la modalità tracking + riconoscimento viso/occhio, ideale per seguire soggetti in movimento. Sono le stesse modalità del Live View, dove come abbiamo accennato la piccola Canon garantisce ottimi risultati.
Pregevole la scelta di dotarla anche di una presa mini jack per microfono esterno.
Da ultima, una considerazione sulla durata della batteria. Con oltre 1000 scatti dichiarati dal costruttore (con mirino) a norme CIPA, si tratta della maggior autonomia che mi sia capitato di riscontrare! Sostanzialmente non abbiamo avuto bisogno di ricaricarla durante il corso del nostro test, pur avendo girato anche qualche filmato piuttosto lungo, e ciò la dice lunga sul lavoro di ottimizzazione dei consumi svolto da Canon.
In conclusione, la neonata EOS 250D rappresenta una soluzione semplice, ma al tempo stesso tecnologica, per coloro che desiderano migliorare la qualità delle proprie immagini passando da uno smartphone ad una vera fotocamera. Un prodotto caratterizzato da dimensioni compatte, peso contenuto e alcuni particolari estetico/funzionali e tecnici che richiamano quelli delle mirrorless di casa Canon. Più efficace in Live View che nel modo tradizionale grazie alle prestazioni del sistema Dual Pixel CMOS AF, non deluderà chi si aspetta una qualità d’immagine all’altezza della fama del marchio. Obiettivo permettendo… ;-)
Gallery immagini scattate con la Canon EOS 250D + Canon EF-S 18-55mm f3.5-5.6 IS STM