La prima CSC di Canon
La EOS M, primo tentativo Canon nel settore emergente delle cosiddette CSC (compact system camera, più comunemente note come mirrorless) arriva solo adesso, seguendo il rivale storico Nikon a quasi un anno di distanza. Finalmente, possiamo dire che, a fine 2012, tutti i principali brand che operano nel mondo fotografico hanno almeno una proposta nel rispettivo catalogo.
Canon ha studiato e ha fatto bene i compiti, come andrete a leggere in questa prova approfondita, anche se ci sono alcuni aspetti da migliorare a dir la verità.
L’impegno profuso sulla neonata Canon EOS M si nota subito, a partire dal sensore in formato APS-C, lo stesso esemplare che troviamo sulla reflex 650D con cui condivide anche la risoluzione di 18 megapixel, il processore d’immagine DIGIC 5 a 14 bit, l’autofocus a 31 punti ibrido (rilevamento di fase e contrasto) e lo schermo posteriore da 3″ con risoluzione di un milione di pixel – anche se qui è fisso e non montato su un supporto articolato.
In teoria la Canon EOS M potrebbe pareggiare la qualità d’immagine di una delle più recenti reflex Canon e, comunque, stare davanti a fotocamere come Nikon 1 J2 e V2, Panasonic G5 e Olympus E-PL5 che sfruttano sensori più piccoli. Discorso diverso per le più attuali creazioni Sony, come NEX-5R e NEX-6, con sensore APS-C, ma di risoluzione più elevata rispetto a quello della EOS M.
In ogni caso, l’assenza dello specchio rispetto a una reflex tradizionale, che porta a spostare la lente più vicino al sensore, richiede una nuova generazione di ottiche, denominata EF-M. Al momento, per la Canon EOS M troviamo un 18-55 mm f3.5-5,6 IS STM stabilizzato (eq 28-88 mm) e un luminoso pancake 22 f2.0 STM (eq 35 mm). Mentre il primo è un obiettivo più versatile e popolare – zoom grandangolo – il secondo tradisce l’ambizione di Canon di creare una compatta a lenti intercambiabili che piaccia anche ai fotoamatori evoluti, quelli che possono apprezzare una tale apertura massima sulla classica focale fissa di 35 millimetri.
Il parco ottiche non subirà evoluzioni almeno nel medio termine. Infatti, l’adattatore per ottiche EF e EF-S permette di utilizzare tutto il ben di Dio che hanno a disposizione gli utenti Canon, replicando tutti gli automatismi anche sulla Canon EOS M.
Costruzione
Per dimensioni e peso (circa 300 g con batteria e scheda SD) la Canon EOS M appare come una compatta Canon Powershot. Il corpo è realizzato con un mix tra acciaio inox, magnesio, policarbonato e fibra di vetro. La realizzazione è curatissima, con la sensazione di avere in mano una fotocamera solida e di alta qualità.
In questa alta qualità costruttiva si integra alla perfezione l’obiettivo 18-55, con un barilotto in metallo e con le ghiere dello zoom e del fuoco manuale fluide e precise.
L’utilizzo della Canon EOS M in questa configurazione è molto piacevole, con un peso complessivo di poco superiore ai 500 grammi.
Purtroppo il corpo molto compatto e il grip minimale rendono la presa poco comoda, soprattutto per chi ha mani grandi e/o dita lunghe.
Anche se l’estrema compattezza del corpo non ha permesso di integrare un flash, troviamo una slitta a caldo per usare il nuovo SpeedLite 90EX, specificamente progettato per la Canon EOS M e incluso nella confezione.
Sulla slitta possiamo montare anche la serie di accessori già disponibili al momento del lancio, tra cui un’antenna GPS per georeferenziare gli scatti.
Controlli
Quello che differenzia la Canon EOS M dalle più evolute compatte della serie Powershot, come G1X, è l’essenzialità dei controlli. Il limitato numero di ghiere e pulsanti, però, non penalizza l’approccio con la compatta a lenti intercambiabili di Canon. Infatti, grazie all’ottimo schermo touch capacitivo, possiamo agire con immediatezza sulle impostazioni accessibili dal menu principale e da quello di scelta rapida. Possiamo scorrere le opzioni e apportare le modifiche anche agendo sulla ghiera e sui pulsanti disposti sul retro, ma il touchscreen è più veloce e intuitivo.
Una delle caratteristiche chiave della Canon EOS M è l’interruttore disposto intorno al pulsante di scatto che consente di scegliere tra tre modalità di ripresa: Scene Intelligent Auto, Camera e Video. La seconda è quella tradizionale per scattare foto, potendo accedere tramite il menu a schermo a tutti gli automatismi (modalità PASM), oltre a una selezione di modalità scena e impostazioni creative predefinite.
I comandi touch sono molto piacevoli da usare anche per rivedere i nostri scatti, spostandoci da una foto all’altra o usando il pinch-zoom per ingrandire e rimpicciolire.
Nel complesso lo schermo riproduce con fedeltà le immagini, con una luminosità elevata, mentre il trattamento antiriflesso non è tra i migliori, rendendo la composizione della scena difficoltosa in caso di forte illuminazione. Tornerebbe utile un mirino elettronico, ma purtroppo non è integrato e neppure disponibile tra gli accessori.
Prestazioni
Come facilmente intuibile, l’ampio sensore APS-C da 18 megapixel, assistito dal processore d’immagine DIGIC 5, innalza sopra la media delle mirrorless la qualità delle immagini che produce la Canon EOS M.
Ottima la capacità di riprodurre i dettagli così come il controllo del rumore fino a ISO 3.200. Oltre questa soglia il trattamento antirumore sui JPG tende ad ammorbidire eccessivamente le immagini, così scattare in RAW diventa la scelta migliore potendo contare su un ottimo rapporto segnale/rumore sino a ISO 6.400.
Nonostante la vicinanza della lente al sensore porti a un naturale calo della qualità ai bordi dell’immagine – distorsione, vignettatura, aberrazione cromatica – il nostro test con l’ottica 18-55 ha mostrato come questa sia molto contenuta per una CSC, ponendosi quasi alla pari con una moderna reflex di gamma media.
L’autofocus ibrido, introdotto sulla reflex EOS 650D, compie un buon lavoro nella maggior parte delle situazioni. Entra in crisi in situazioni limite, con contrasto particolarmente elevato, con una marcata tendenza “conservativa” a sottoesporre per tutelare le alte luci e per prontezza in condizioni di scarsa illuminazione, dove il motore STM delle nuove ottiche fatica prima di trovare il fuoco. Di contro, il bilanciamento automatico del bianco tende a catturare con relativa precisione l’atmosfera della scena, con toni leggermente caldi.
Sebbene la EOS M abbia lo stesso sensore e motore di elaborazione della 650D, lo scatto a raffica passa da 5 a 4 fps, più che sufficienti per riprendere soggetti in movimento come bambini, ecc.
Abbiamo provato anche a registrare video, in formato Full HD (1080p, 25 fps) e con audio stereo, con un ottimo lavoro svolto dallo stabilizzatore d’immagine e dal motore autofocus dell’ottica, molto silenzioso e fluido.
Creatività
Canon punta a un’utenza che non ha mai preso in considerazione l’acquisto di una reflex EOS, perché spaventata dalle dimensioni e dalla difficoltà di setup e scatto e che, in sostanza, ama la semplicità e le piccole dimensioni di una compatta, ma vuole scattare immagini di qualità migliore.
Così il produttore nipponico ha regalato una raccolta completa di modalità di scatto automatiche in Scene Intelligent Auto, oltre a una raccolta di scene chiamata Creative Filter, in cui è il fotografo a scegliere quale abbinare al soggetto ripreso. Questa collezione di effetti creativi dona alle immagini un tocco originale e particolare e, se usati sapientemente, catturano l’atmosfera della scena e del soggetto ripreso, senza prevaricare sullo scatto originale facendolo apparire artefatto.
Tra i tanti abbiamo apprezzato B/N granuloso, Toy Camera, Soft Focus e Miniatura. In tutti abbiamo un menu dedicato in cui è possibile selezionare direttamente il livello dell’effetto da applicare.
Quando utilizziamo lo scatto creativo, la modalità di registrazione RAW è disabilitata e la Canon EOS M acquisisce solo in JPEG.
Verdetto
Pur essendo entrata tardi nel mercato delle CSC, con la EOS M, Canon è riuscita a centrare il bersaglio al primo tentativo. Grazie alla combinazione di un ampio sensore APS-C da 18 megapixel, di un potente processore d’immagine DIGIC 5 e di un’ottica di qualità EF-M 18-55, la EOS M genera immagini di grande qualità.
L’utilizzo è particolarmente piacevole e divertente, grazie soprattutto all’interfaccia intuitiva impreziosita dall’eccellente schermo touch capacitivo e alla ricchezza delle modalità di scatto creativo, capaci di attrarre anche i fotoamatori più smaliziati che possono giocare con inquadrature, luce ed effetti.
Deludono, invece, la presa in mano, il sistema AF ibrido, non all’altezza dei migliori rappresentanti in questo settore, e la connettività praticamente assente, cui possiamo far fronte usando una scheda SD Eye-Fi che abilita il Wi-Fi.
La Canon EOS M è disponibile in quattro colorazioni (bianco, nero, grigio e rosso) al prezzo suggerito al pubblico di € 920,00 euro, che comprende l’obiettivo EF-M 18-55 mm f3.5-5,6 IS STM e il flash esterno SpeedLite 90EX. L’ottica pancake EF-M 22mm f/2.0 STM e l’anello adattatore EF-EOS M costano rispettivamente € 280,00 e € 145,00.