Per appassionati esigenti
Canon ha recentemente aggiornato la propria linea di compatte premium, che comprende le rinomate serie G e S, introducendo rispettivamente le ultime interpretazioni, Canon PowerShot G16 e S120.
La serie G è stata per lunghi anni sinonimo di compatta con funzioni evolute, pieno controllo dei parametri di scatto e ottica luminosa. È così diventata, in modo assolutamente naturale, la seconda fotocamera di chi già possedeva una reflex, in particolare di chi voleva mantenere la familiarità con il mondo Canon.
In realtà, negli ultimi tempi, la feroce concorrenza di altri brand ha un po’ appannato l’immagine della serie, che resta comunque di tutto rispetto, anche se non più il riferimento come prima. D’altronde, già con la G15, Canon aveva compiuto notevoli passi in avanti verso una rinnovata competitività, quindi sulla Canon PowerShot G16 non ci si aspetta nulla di eclatante, a parte l’aggiunta del supporto Wi-Fi e le riprese video Full HD 60p. Rimangono l’eccellente qualità delle immagini scattate in condizioni di ottima luminosità (bassi ISO) e performance generali di alto livello.
Pur avendo alcune lacune nelle funzionalità accessorie e nel design (supporto video, schermo posteriore fisso e non touch, ecc.), la Canon PowerShot G16 rimane un’eccellente soluzione per gli amanti delle compatte premium con completi controlli manuali. Vediamo perché.
Design
Lo chassis in alluminio e la disposizione dei numerosi controlli manuali non cambiano rispetto alla precedente G15. Nella Canon PowerShot G16 rimane la struttura inusuale nel mondo delle compatte, molto alta e poco profonda, che la fa apparire addirittura più ingombrante delle mirrorless più maneggevoli.
La presa in mano, però, si rivela eccellente, soprattutto per chi ha mani grandi: anche se l’impugnatura è poco profonda, il design particolare è funzionale allo scopo, con un grip saldo e sicuro con una sola mano.
Ovviamente, l’ampia disponibilità di ghiere e pulsanti per i controlli manuali richiede l’utilizzo delle due mani, così da avere il pieno controllo della fotocamera in ogni condizione di ripresa.
Il corpo macchina poco profondo ha richiesto alcuni compromessi nella collocazione dei comandi principali. Così troviamo il selettore delle modalità di scatto e la ghiera per la compensazione dell’esposizione praticamente impilati sulla parte superiore destra, affiancati dal pulsante di scatto, a sua volta attorniato dalla levetta dello zoom e dal tasto on/off. Pur essendo ravvicinati, la disposizione è riuscita sia sul versante estetico sia su quello ergonomico.
Simmetricamente rispetto alla parte centrale occupata dalla slitta a caldo, troviamo il piccolo flash, completamente a scomparsa con azionamento manuale.
La ghiera di selezione delle modalità è particolarmente ricca di opzioni: non solo PASM, ma anche modalità Auto, accesso alle numerose scene preimpostate, due profili completamente personalizzabili e funzionalità Movie Digest per creare clip video da due a quattro secondi, ottenuti da scatti a raffica.
Il retro della Canon PowerShot G16 è tradizionale nel design e vi si trova tutto quello che serve per averne il pieno controllo: ripresa video, blocco dell’esposizione, sensibilità ISO, area di messa a fuoco, Macro, flash, fuoco manuale, oltre ad accesso al menu principale, al pulsante Func Set per l’accesso alle impostazioni usate di frequente e uno di scelta rapida assegnabile liberamente dall’utilizzatore.
Purtroppo, l’ampio schermo da 3” non è orientabile e neppure touch, un vero peccato per una compatta premium di questa classe. Si comprende l’assenza del touch, essendo tutti i controlli accessibili manualmente, ma un display almeno estraibile e inclinabile aiuterebbe non poco in condizioni di ripresa difficili.
Il mirino ottico, anche se piccolo, svolge a dovere il suo compito primario, la composizione della scena, con un’inquadratura sorprendentemente accurata.
A parte la collocazione sacrificata dei pulsanti dedicati al video e alla scelta rapida, troppo vicini alla base di appoggio del pollice, l’utilizzo della Canon PowerShot G16 è molto piacevole e intuitivo, grazie anche all’interfaccia software pulita e snella e all’accesso diretto ai parametri più usati di frequente, che velocizza, e di molto, le operazioni.
L’implementazione del Wi-Fi, purtroppo, è ancora lacunosa, con l’app per device mobile che supporta, al momento, solo il trasferimento delle immagini e il geotagging delle stesse sullo smartphone/tablet, e non lo scatto remoto come avviene per i principali concorrenti sul mercato.
Performance
Le prestazioni generali della Canon PowerShot G16 sono superiori a quelle della precedente G15, merito soprattutto del processore Digic 6 e del sensore CMOS da 1/1,7” e 12,1 megapixel ad alta sensibilità. La fotocamera è più veloce nell’accensione e più reattiva nello scatto.
In condizioni di ottima luminosità, come la piena luce solare o un ambiente chiuso perfettamente illuminato, la Canon G16 impressiona per reattività e precisione nella messa a fuoco, merito anche dell’obiettivo luminosissimo f:1,8-2,8 con focale equivalente 28-140 millimetri.
Anche provando a scattare due immagini JPEG a pochissima distanza l’una dall’altra, la G16 non delude, mettendo a fuoco rapidamente e acquisendo con precisione ogni scatto. Acquisendo in RAW, invece, il ritardo operativo tra uno scatto e l’altro aumenta leggermente.
Il più grande miglioramento è quello che riguarda la raffica, raggiungendo i 10 fps con fuoco fisso e 5,8 fps con autofocus continuo, il che pone la compatta premium di Canon come ottima alternativa alle più capaci reflex per soggetti in rapido movimento, almeno in riprese con ottima illuminazione.
Il supporto video è stato migliorato (zoom ottico, AF continuo, audio stereo), anche se non rientra tra gli interessi principali di Canon. C’è la possibilità di riprendere in formato Full HD a 60 o 30 fps, ma mancano i controlli manuali e le riprese mostrano colori troppo saturi e dettagli che calano drasticamente ai bordi dell’inquadratura. Particolarmente funzionale per i video è la funzione Dynamic IS dell0 stabilizzatore di immagine integrato, che opera su cinque assi per ridurre le oscillazioni quando si riprendono soggetti in movimento o mentre ci si muove.
Qualità
Non ci aspettavamo grandi miglioramenti nella Canon PowerShot G16 in fatto di qualità delle immagini, rispetto alla G15, e così è stato. I risultati sono comunque molto buoni per una compatta premium con un sensore così piccolo, ma il connubio tra potente processore di immagine e ottica luminosissima permette di togliersi parecchie soddisfazioni, soprattutto nelle riprese di soggetti in movimento e in complesso di scene ben illuminate.
Il dettaglio è elevato e il rumore contenuto sino a ISO 400 scattando in JPEG; oltre, la leggibilità dell’immagine cala drasticamente. Possiamo però spingerci sino a ISO 1.600 acquisendo in formato RAW e lavorando poi in post-produzione per ottimizzare il rapporto segnale/rumore e altri parametri, non solo per la visualizzazione sullo schermo di un computer, ma anche e soprattutto per stampe a grande formato.
Nel complesso, la qualità è nella media di una compatta premium, anche se ancora leggermente inferiore a concorrenti più accreditati, come l’ottima Sony RX100 MK II, in fatto di nitidezza e rumore contenuto.
Per ampiezza della gamma dinamica, fedeltà e profondità dei colori, invece, non abbiamo nulla da eccepire. La Canon PowerShot G16, come alcuni concorrenti, tende solo a bruciare le alte luci e a riprodurre scene fredde con la luce del giorno e il bilanciamento del bianco su automatico, un difetto facilmente risolvibile giocando con le relative impostazioni di scatto.
Conclusioni
La Canon PowerShot G16, pur non essendo più il riferimento nel settore delle fotocamere compatte premium (Sony, con la RX100 MK II, ha sbaragliato la concorrenza), produce immagini di qualità soprattutto in condizioni di ottima illuminazione.
L’evoluzione della rinomata serie Gxx migliora, inoltre, in alcuni aspetti chiave – reattività operativa, scatto a raffica – grazie all’introduzione del più recente motore di elaborazione Digic 6, confermandosi come un’ottima scelta per il fotoamatore evoluto, che cerca una compatta potente e versatile e con accesso diretto e intuitivo ai principali parametri di scatto.