Pensato per gli sviluppatori
Il Dell XPS 13 non è una novità nel panorama degli Ultrabook, lo è invece la scelta del sistema operativo con cui il produttore ha deciso di equipaggiare il suo ultraportatile: Ubuntu. Offerto in versione Windows-free prima solo sul mercato americano, l’XPS 13 in salsa Ubuntu (denominato Developer Edition) è approdato, finalmente, anche in Italia, con un obiettivo ambizioso: diventare la prima scelta per gli sviluppatori.
Dell, infatti, ha lavorato bene con la preinstallazione del sistema operativo libero, realizzato da Canonical, offrendo una macchina i cui componenti hardware funzionano perfettamente su Linux e che consente a chi sviluppa di avere un OS versatile e facilmente adattabile alle proprie esigenze.
Prima di vedere la parte software, iniziamo dall’hardware. Dell XPS 13 è basato su un processore Intel Core i7 3537U da 2.00 GHz, sostenuto da 8 GB di RAM (due banchi di memoria Samsung da 4GB DDR3 a 1.600 MHz).
Il comparto grafico è affidato a una scheda video Intel HD 4000, una scelta assolutamente in linea con i competitor. Nelle prove effettuate si è comportata egregiamente, consentendo una visione fluida di video HD su YouTube e di filmati tramite VLC. Non si tratta di una scheda al top, ma per un ultrabook è una scelta idonea.
Come unità di archiviazione, è stato scelto un SSD Samsung (PM83) da 256 GB. Si tratta, dunque, di ultrabook assolutamente in grado di competere con l’avversario numero uno sul mercato, cioè il MacBook Air di Apple in versione 13 pollici.
Resistente ed elegante
Anche quando si tratta di design e di materiali costruttivi, il Dell XPS 13 se la vede alla pari con la concorrenza. Partiamo dallo schermo, rivestito in Gorilla Glass, per poi passare all’alluminio della scocca, non solo robusto ma anche piacevole al tatto. Per quanto riguarda la parte inferiore, infine, scopriamo con sorpresa che è stata utilizzata la fibra di carbonio, una scelta azzeccata per garantire un buon grip e contenere il peso (1,36 Kg).
Riguardo al display, un 13,3 pollici, possiamo dire che ci appare particolarmente brillante, merito dei 350 nit, e soprattutto definito, grazie a una risoluzione massima di 1.920×1.080, Full HD. Buono anche l’angolo di visuale di 178 gradi. Nelle prove fatte, la visibilità è stata sempre ottima.
La tastiera del XPS 13 è la ormai classica soluzione estesa con tasti a isola, dotata di retroilluminazione attivabile o disattivabile con apposito tasto funzione. La digitazione è piacevole e precisa e l’unico neo, a nostro parere, è rappresentato dal Invio, troppo piccolo.
Il trackpad è molto preciso, sensibile e supporta gesture multitouch. Forse, sarebbe stato opportuno separare in modo più marcato il tasto destro dal sinistro dato che la superficie è unica come quella adottata dai portatili Apple. Ad ogni modo , ciò non ne compromette l’usabilità, che è davvero buona.
Il Dell XPS 13 non è dotato di unità ottica e, purtroppo, nemmeno di uno slot per schede di memoria, ma d’altronde è una macchina pensata per il lavoro. Lungo i fianchi troviamo due USB 3.0, una mini DisplayPort per aggiungere un secondo monitor, un jack per cuffie/microfono e un tasto a livello con la superficie per attivare l’indicatore dello stato della batteria.
Quest’ultima è al litio, da 6 celle, inamovibile, da discreta durata: disattivando la retroilluminazione della tastiera, il Bluetooth 3.0, il Wi-Fi (n) e abbassando al minimo la luminosità dello schermo, viene dichiarata un’autonomia di oltre 7 ore con una carica al 100%. Ovviamente, la durata dipende molto anche dalle impostazioni di risparmio energetico applicate e dall’utilizzo che si fa dell’XPS 13. Nei nostri test, non ci siamo discostati di molto da questo valore. Inoltre, se l’utilizzo prevalente consiste nella navigazione e nella scrittura, si può arrivare tranquillamente a 4-5 ore.
Il Dell XPS 13 non emette quasi alcun rumore, anzi, il più delle volte è del tutto silenzioso. Di contro, la temperatura, percettibile solo nell’area della griglia di aerazione, sale esponenzialmente con il carico di lavoro svolto dalla CPU. Infine, l’espandibilità: a meno di rimuovere tutte le viti di fissaggio della base (da evitare se non si ha la giusta pratica), è possibile accedere solo ai due slot della RAM, coperti da un piccolo sportello.
Ubuntu
Veniamo, adesso, alla peculiarità del Dell XPS 13, cioè OS Ubuntu, qui installato di default. La scelta è decisamente interessante anche perché apre il mercato degli Ultrabook al sistema operativo libero più amato dagli utenti più esperti.
La configurazione hardware pensata da Dell ha consentito di avere la versione 12.04 a 64 bit, con supporto a lungo termine di Canonical. La sensazione è che l’integrazione con l’hardware sia perfetta e, per questo, decisamente reattiva. Basti dire che nelle prove fatte, l’avvio del sistema ha impiegato appena 13 secondi per mostrare la finestra di login e che tutto ha risposto sempre a meraviglia.
L’utilizzo dell’interfaccia Unity, tanto criticata nella comunità della distribuzione di Mark Shuttleworth, si è rivelata davvero utile viste le ridotte dimensioni dello schermo. Su un tredici pollici, insomma, si apprezzano le funzioni di ricerca consentite da Unity e la sua essenzialità che offre un desktop minimale, ma assolutamente funzionale.
Grazie al Software Center, inoltre, si ha accesso a centinaia di programmi per le più diverse esigenze. In più, essendo un Ultrabook dedicato esplicitamente agli sviluppatori, Dell ha realizzato dei tool ad hoc racchiusi sotto l’etichetta di Project Sputnik. Si tratta di Strumento di avvio cloud, utile per creare “micro cloud” sul notebook, e Strumento profilo, che consente di configurare velocemente degli ambienti di sviluppo pronti all’uso, utili per iniziare a programmare in Ruby e Android senza problemi di setup.
[AGGIORNATO] Entrambi gli strumenti non erano presenti nella versione provata, ma Dell li preinstallerà in tutti gli Ultrabook venduti. Sono comunque accessibili attraverso il portale di “code-sharing” Github, ormai il punto di riferimento per gli sviluppatori.
Conclusioni
Un Ultrabook come il Dell XPS 13 va preso in esame solo se si è uno sviluppatore o un estimatore di Ubuntu, ma ci sembra riduttivo, se non addirittura un peccato. Siamo rimasti affascinati dal design complessivo, entusiasti del formato e ammaliati dalle performance.
Solo il prezzo costituisce la nota dolente di questo prodotto. Con la preinstallazione di Linux, in molti si sarebbero aspettati un costo decisamente inferiore rispetto alla versione del Dell XPS 13 con Windows 8, venduta a € 1.399, invece scopriamo che questa Developer Edition con Ubuntu costa appena € 40 euro in meno.
Persino il confronto di prezzo con il MacBook Air lo vede vincente: a parità di caratteristiche, con 8 GB di RAM e processore Core i7, l’Ultrabook della Mela Air verrebbe a costare ben € 1.628,99.