Miglioramenti
La Fujifilm X100S è l’erede diretta della Fujifilm X100, diventata molto popolare tra i fotoamatori e i professionisti alla ricerca di una compatta premium in grado di produrre immagini di qualità assimilabile alle reflex.
Per molti, lo stile retrò del design e dei comandi, combinati con una tecnologia moderna e una lente con focale fissa equivalente a 35 mm e apertura f:2, ne hanno fatto una scelta naturale per la street photography e per il fotogiornalismo.
Con questi appassionati in mente, Fujifilm ha pensato l’aggiornamento della fortunata X100, inserendo circa 70 aggiornamenti sull’erede Fujifilm X100S. Il più evidente è il sensore in formato APS-C, ereditato dalla pregiata X-Pro1. È un dispositivo X-Trans II CMOS basato su una particolare tecnologia che troviamo anche sulla compatta X20 recentemente provata.
A differenza della maggior parte delle fotocamere che usano una matrice di recettori RGGB in formato 2×2, il nuovo sensore della Fujifilm X100S utilizza un modello 6×6 con una disposizione casuale dei filtri colore all’interno di ciascun blocco di 36 recettori sensibili alla luce. Il risultato è un sensore meno incline a soffrire di moirè, rendendo superfluo l’uso del filtro anti aliasing a tutto vantaggio di immagini più nitide e dettagliate.
Il sensore è anche cresciuto per risoluzione, passando da 12,3 a 16,3 megapixel. Accoppiato a un processore EXR II, promette di produrre immagini con rapporto segnale/rumore migliorato del 30% rispetto alla precedente X100, oltre a portare lo scatto a raffica a 6 fps per 29 immagini consecutive e un ritardo nello scatto limitato a 0,01 secondi. Per finire, le immagini RAW sono acquisite a 14 bit, la ripresa video è in formato Full HD 60p.
Design e controlli
Per materiali ed estetica, nella Fujifilm X100S cambia poco o nulla rispetto alla X100. Lo chassis è sempre in solida lega di magnesio, con finiture di altissima qualità e uno stile piacevolmente retrò.
Grazie al rivestimento gommato e alla presa frontale giustamente profonda, la X100S è comoda da tenere in mano, rendendo quasi inutile la classica tracolla. Non guasterebbero, però, una presa frontale più accentuata e una base gommata per il pollice sul retro così da portare al massimo comfort e maneggevolezza.
L’esposizione è controllata tramite ghiere separate per tempi e diaframmi, con la possibilità di abilitare un controllo semi automatico o completamente manuale. Abbiamo anche il controllo fisico per la compensazione dell’esposizione, per una regolazione rapida sino a 2 EV in entrambe le direzioni a passi di 1/3 EV.
La disposizione dei pulsanti è analoga a quella della X100, a parte il pulsante RAW ora rinominato Q, con accesso rapido al Quick Menu così come avviene sulla Fujifilm X-Pro1.
Il menu di scelta rapido è strutturato in modo eccellente, con un accesso facilitato e immediato a ogni funzione, comunque non mancano i pulsanti per agire velocemente sulle funzioni principali, come il flash, il bilanciamento del bianco, la modalità macro e le opzioni per lo scatto in sequenza, oltre al pulsante personalizzabile Fn cui possiamo assegnare una delle 15 funzioni disponibili. Ci è mancato solo un accesso dedicato al controllo della sensibilità ISO.
Come nella maggior parte delle compatte, nella Fujifilm X100S il punto di messa a fuoco è selezionato premendo un pulsante e poi usando i tasti di navigazione per trovare quello desiderato; tutto sarebbe più semplice se lo schermo posteriore fosse touch, rendendo questo controllo realmente intuitivo e immediato.
Fujifilm ha però deciso di migliorare il mirino ottico, dotandolo di una sorta di HUD che visualizza un insieme di parametri di ripresa e il punto di messa a fuoco. In sostanza, è un sistema ibrido ottico/elettronico (EVF da 2.360.000 pixel), che consente di vedere l’immagine così come sarà catturata con l’esposizione e il punto del bianco selezionati, oltre a visualizzare una copertura completa della scena ripresa. Così per la ripresa la nostra scelta principale diventa rapidamente il mirino delegando lo schermo posteriore alla sola visualizzazione degli scatti e al menu di controllo.
Fujifilm ha aggiunto due nuove modalità per la messa a fuoco assistita, Digital Split Image e Focus Highlight Peak. La prima rende il centro del fotogramma in bianco e nero, dividendolo in quattro fasce: quando i bordi di queste ultime corrispondono, allora il soggetto è a fuoco. Funziona bene, soprattutto quando si opera con diaframma aperto o nelle riprese macro, ma abbiamo trovato Focus Highlight Peak più facile da usare nella maggior parte delle situazioni, soprattutto quelle critiche in cui è difficile capire se la messa a fuoco è precisa. Quando è selezionata, le aree di maggior contrasto del soggetto sono bordate in bianco e nero nel momento in cui abbiamo focheggiato con successo.
Prestazioni
Fujifilm è convinta che il sensore usato sulla X-Pro1 prima e ora sulla X100S sia in grado di competere per qualità con reflex full-frame. Anche se i risultati dicono che esiste ancora un certo divario, la nuova compatta è in grado di produrre immagini dall’impressionante livello di dettaglio.
Anche il rumore è ben controllato, agli ISO più alti solo i dettagli risultato un po’ ammorbiditi e con una buona dose di rumore di luminanza visibile, ma i file sono comunque pronti per essere stampati in formato A3 con risultati sorprendenti.
Anche se l’ottica è relativamente grandangolare (23 mm), non soffre di eccessiva distorsione o effetto flare, entrambi contenuti, anche se in alcuni casi – ripresa di edifici dal basso – l’incurvamento delle rette è percepibile. Soffre poco anche per quanto riguarda il purple fringing, a parte condizioni estreme, con un alone colorato sugli angoli a contrasto elevato.
Tra i vantaggi immediatamente percepibili di quest’ottica vi è lo straordinario e morbido effetto Bokeh prodotto dal diaframma a nove lamelle. A seguire, in modalità macro possiamo avvicinarci sino a 10 cm e, per finire, il filtro incorporato ND da 3 stop consente di sfocare con efficacia lo sfondo nei ritratti oltre ad applicare un incantevole effetto seta all’acqua corrente anche in ambienti particolarmente luminosi.
Non abbiamo di che lamentarci riguardo al sistema autofocus ibrido (rilevamento di fase e contrasto), che, nelle riprese in esterni con luce naturale, si dimostra veloce e accurato. In condizioni di scarsa luminosità le prestazioni sono soddisfacenti, va solo in crisi in ambienti realmente poco illuminati. In modalità AF singolo la Fujifilm X100S focheggia con successo e con relativa rapidità. Con i soggetti in movimento l’autofocus continuo, invece, cala di velocità mantenendo, comunque, una precisione più che discreta; peccato solo che il punto AF sia bloccato al centro limitando così la versatilità della fotocamera negli scatti sportivi o, ad esempio, di bambini in rapido movimento durante una festa.
Nel complesso, la misurazione dell’esposizione si è rivelata precisa, anche se in alcune situazioni abbiamo sovraesposto di 1/3 di stop, come nella ripresa di un paesaggio urbano sotto un cielo terso.
Abbiamo utilizzato la Fujifilm X100S con il punto del bianco impostato su automatico, grazie alla capacità della macchina di affrontare al meglio ogni situazione di illuminazione, producendo risultati dall’aspetto naturale che riflettevano l’atmosfera della scena. Solo con più fonti luminose il sistema va in crisi, con immagini dalla dominante gialla, in questo caso meglio una scelta personalizzata del punto del bianco, con una correzione finale – se necessario – di pochi secondi con il programma di fotoritocco preferito (abbiamo agito con Photoshop CS6 con ACR 7.4 RC e Lightroom 4.4 RC che offrono il pieno supporto della X100S scattando in RAW).
Simulazione pellicola
Per chi vuole sperimentare la fotografia artistica, sono disponibili le modalità Simulazione Pellicola, così da liberare la propria creatività scegliendo una delle 10 opzioni che simulano i risultati ottenibili con una pellicola invertibile a colori Fujifilm (Velvia, Provia, Astia), negative a colori professionali (Pro Neg. Std, Pro Neg. Hi), filtri monocromatici (Monochrome, filter Ye, filtro R e filtro G) e Sepia.
Nella maggior parte delle situazioni quella predefinita Provia funziona a dovere, ma per evitare che il cielo risulti troppo saturo, può essere utile sperimentare Astia per avere colori più morbidi e una scena meno contrastata. Gli amanti della pellicola Velvia, invece, apprezzeranno il filtro corrispondente, con colori molto vivaci, soprattutto quei blu e verdi a limite dell’innaturale per saturazione e vivacità.
La Fujifilm X100S dispone anche della funzione Filtri Avanzati, un’opzione più tradizionale dove possiamo scegliere, con un minimo di libertà d’azione sui parametri dedicati, tra otto differenti effetti artistici (Pop Color, Toy Camera, Miniature, Dynamic Tone, Partial Color, High Key, Low Key, Soft Focus).
RAW acerbo
Scattando in RAW con la Fujifilm X100S, appare subito evidente come la gamma dinamica sia particolarmente alta, soprattutto a bassi valori di ISO, dove l’assenza del filtro anti aliasing e il lavoro combinato del nuovo sensore e del motore d’elaborazione produce immagini dal dettaglio elevatissimo.
Se si sale con la sensibilità, la X100S continua a mostrare i muscoli sino a 1.600 ISO. Anche il rapporto segnale/rumore è convincente, soprattutto a valori compresi tra ISO 200 e 800, con immagini “usabili” sino a ISO 1.600. Il supporto ancora acerbo del software di conversione (al momento le versioni release canditate di Adobe Camera RAW 7.4 e Lighroom 4.4) purtroppo penalizza lo scatto in RAW: infatti, fotografando in JPG gli algoritmi di riduzione del rumore applicati direttamente on-camera producono addirittura immagini soddisfacenti sino a ISO 3.200.
Verdetto
Prendendo alcuni degli elementi migliori della X-Pro1, come il sensore in formato APS-C e il menu di controllo, Fujifilm ha prodotto un aggiornamento riuscito della X100, rendendo questa X100S molto desiderabile anche per la qualità sopraffina delle immagini.
Nel complesso è una fotocamera molto piacevole e gratificante da usare, il suo mirino ibrido è superlativo, i controlli in stile retrò consentono un’azione rapida e completa sull’esposizione, inoltre i filtri avanzati (soprattutto Simulazione Pellicola) permettono un efficace controllo creativo sugli scatti direttamente on-camera.
Anche se il sistema AF non è ancora all’altezza di una reflex o di alcune compatte/mirrorless di alta gamma, è abbastanza veloce e accurato nella maggior parte dei casi.
Chiudiamo con il fattore più importante: le immagini catturate vantano un dettaglio elevatissimo con un rumore ben controllato.
Due soli sono i nei: un corpo dalle dimensioni sopra la media per una compatta con lente a focale fissa e uno schermo posteriore purtroppo fisso e non-touch, un controsenso per questo moderno oggetto del desiderio.