Evoluzione della specie
Fin dal nostro primo contatto con la Fujifilm FinePix X20, siamo stati lieti di apprendere che si tratta, fondamentalmente, di una X10, una delle migliori compatte premium dell’anno passato, merito di un’ottima qualità della costruzione, un design ricercato e soprattutto ottime prestazioni in condizioni di scarsa luminosità.
Presentata al recente CES 2013 di Las Vegas, la Fujifilm FinePix x20 offre, però, un’ergonomia migliorata e un avanzato mirino elettronico. Inoltre è stata potenziata con un sensore basato su quello della lussuosa X-Pro1.
Tuttavia, mentre le fotocamere Fuji X-Pro1 e X100S – di quest’ultima leggerete una prova a breve – hanno sensori in formato APS-C, la X20 utilizza il nuovissimo CMOS X-Trans II da 2/3”, con 12 milioni di pixel effettivi.
Sensore e processore grafico
La caratteristica fondamentale del sensore CMOS X-Trans II è che non fa uso di un filtro a matrice Bayer RGGB come la maggior parte delle macchine fotografiche. Invece, ha un filtro a matrice 6×6 RGGB, con una disposizione casuale dei filtri colore all’interno di ogni blocco da 36 recettori fotografici.
Cosa significa questo? Il sensore della Fujifilm FinePix X20 è meno suscettibile all’effetto moiré che si verifica quando la texture del soggetto ripreso si avvicina alla risoluzione massima del sensore. Di conseguenza Fujifilm ha potuto eliminare il filtro low-pass – o anti aliasing – a tutto vantaggio di immagini più incise e dettagliate rispetto alla precedente FinePix X10.
Fujifilm ha implementato anche la tecnologia Lens Modulation Optimizer che agisce sull’obiettivo per ridurre i fenomeni ottici come la diffrazione, così da mantenere un’altissima nitidezza e struttura dei dettagli più minuscoli anche agli angoli del fotogramma.
Anche il nuovo processore di immagine EXR II lavora a braccetto con il sensore, per produrre immagini con rumore inferiore del 30%, a parità di ISO impostati, rispetto alla X10.
Un altro vantaggio del nuovo processore della Fujifilm FinePix X20 è il tempo più veloce nell’accensione e nel ritardo allo scatto, che passano rispettivamente a cinque decimi e un centesimo di secondo.
Il nuovo motore di elaborazione EXR II aumenta anche le prestazioni nello scatto a raffica, che nella Fujifilm FinePix X20 raggiunge i 12 fps, purtroppo limitato a soli 11 frame a causa della ridotta dimensione del buffer.
Anche i video ne beneficiano, con riprese sino a 1080p e 60 fps, con audio stereo e un elevatissimo bit rate di 36 Mbps, per risultati eccellenti per dettaglio elevato e ridotto rumore.
Mirino avanzato
Uno degli aggiornamenti più graditi della Fujifilm FinePix X20, dopo quello del sensore, è l’aggiunta del pannello Digital Trans Panel nel mirino. È uno strato altamente trasparente che visualizza le informazioni chiave, come la velocità dell’otturatore, l’apertura del diaframma, la sensibilità ISO e la zona di messa a fuoco, ma non solo.
Il testo, infatti, cambia colore a seconda delle condizioni della scena ripresa, diventando verde in situazioni molto scure, in modo che rimanga sempre visibile. Invece quando si verifica un errore, le informazioni sono visualizzate in rosso per aiutare gli utenti. Tutti accorgimenti utilissimi, che ci permettono di continuare a scattare comodamente senza distogliere gli occhi dall’inquadratura.
Non manca un sensore di posizione che rileva se il mirino è utilizzato o meno, eventualmente spegnendolo e passando in automatico allo schermo LCD posteriore. Il mirino vanta una copertura dell’85% della scena ripresa, più che discreta, oltre a essere sincronizzato con l’obiettivo zoom. Peccato solo per la sua la posizione: a focali medio-lunghe l’ottica entra nel campo visivo ostruendolo parzialmente. Considerato il fatto che questo già accadeva con la FinePix X10, ci stupiamo di come Fujifilm non abbia agito di conseguenza.
Autofocus ibrido
Così come sulla FinePix X100S, anche sulla più piccola X20 troviamo un moderno ed efficiente sistema AF ibrido, che passa in automatico dal sistema a rilevamento di fase a quello a contrasto, secondo la luminosità della scena ripresa.
La messa a fuoco è apprezzabile soprattutto per rapidità, in particolare in condizioni di scarsa illuminazione, in cui viene in aiuto la tecnologia BSI (Back Side Illuminated) che permette al rilevamento di fase di raccogliere tutta la luce necessaria, qualunque sia l’angolo di incidenza a grandi aperture, per assicurare anche una grande precisione.
Nei nostri scatti di prova, compiuti sia all’aperto con scarsa illuminazione, sia in ambiente chiuso con diverse fonti luminose, sia in un graditissimo set fotografico perfettamente allestito e illuminato da Fujifilm, la piccola FinePix X20 non ha mai mancato un colpo, un risultato veramente impressionante.
Abbiamo provato anche la messa a fuoco manuale, una situazione dove viene in aiuto la tecnologia Focus Peak HighLight: in pratica, sullo schermo LCD posteriore vengono evidenziate le aree a maggiore contrasto, fornendo una guida per la messa a fuoco in situazioni in cui è realmente difficile capire se il soggetto è correttamente a fuoco.
Design ed ergonomia
Per la FinePix X20, Fujifilm ha utilizzato lo stesso corpo della X10, così da facilitare il passaggio dal vecchio al nuovo modello. Ovviamente, l’ergonomia dei comandi è stata rivista, all’insegna di un’impostazione più intuitiva. Si parte dal pulsante Q che, come sulla più prestante X100S, permette di accedere al menu di scelta rapido, che visualizza 16 parametri tra cui il bilanciamento del bianco, la sensibilità e i profili colore (ce ne sono 10), tutti regolabili rapidamente e facilmente.
La costruzione è sempre all’insegna di uno stile vintage, con materiali e finiture di altissima qualità. Quello che colpisce è il sapiente mix di comandi retro e moderni. La modalità e la compensazione dell’esposizione sono selezionabili agendo sulle due grosse ghiere metalliche sulla parte superiore della fotocamera, con il pulsante di scatto collocato in mezzo.
Sul pannello posteriore, invece, troviamo i soliti controlli che ci aspetteremmo da una moderna compatta premium, collocati intorno a uno schermo LCD che purtroppo è da “soli” 2,8” e 460 mila punti, non estraibile e neppure touch. L’avremmo preferito più grande e dettagliato, forse soprassedendo alle due ultime mancanze. Un vero peccato per una dotazione non all’altezza della qualità complessiva di questa FinePix X20.
Così come sulla FinePix X10, anche sulla X20 troviamo l’ottimo obiettivo zoom Fujinon f:2-2,8 con focale equivalente di 28-112 mm nello standard 35 mm, un’ottima scelta per il viaggio e per la street photography.
Qualità fotografica
La FinePix X20, come ci si aspetta della fotocamere Fujifilm della serie X, produce immagini con colori realistici, con un bilanciamento del bianco preciso nella maggior parte delle situazioni e con un’ottima capacità nel giudicare l’esposizione della scena. Disponendo di un controllo pressoché completo di tutte le opzioni di scatto, rapidamente accessibili tramite ghiere manuali o menu a schermo, oltre a un’ampia scelta di profili predefiniti, potete capire come sia facile e immediato liberare la propria creatività.
Rispetto la precedente X10, abbiamo notato decisi miglioramenti nella gamma dinamica, più estesa, e nella riduzione del rumore a sensibilità elevate.
Purtroppo abbiamo rilevato un inconveniente negli scatti RAW: poiché il sensore CMOS X-Trans II non ha un design standard, richiede un diverso insieme di algoritmi di gestione, così il supporto per il file prodotti dalla X20 è ben lungi dall’essere universale tra i convertitori più popolari sul mercato, Adobe Camera RAW incluso.
Solo la versione 7.4 RC di Camera RAW per Photoshop CS6 o Lightroom 4.4 RC, oltre naturalmente alla versione di Silkypix fornita con la fotocamera, permettono di elaborare i file in formato RAF della X20, con risultati comunque non propriamente soddisfacenti se paragonati agli stessi scatti JPEG prodotti dalla fotocamera.
In generale le foto appaiono più morbide, perdendo tutta la qualità di immagine che il sensore è in grado di produrre. Allo stato attuale, si ottengono risultati migliori per nitidezza e risoluzione se si sceglie di elaborare i file RAW direttamente in-camera.
Verdetto
La FinePix X10 ci aveva impressionato positivamente l’anno passato, grazie alla combinazione di design retro e prestazioni elevate. Ora la Fujifilm FinePix X20 ha introdotto migliorie importanti – nuovi sensore e motore di elaborazione, AF ibrido, mirino ottico “intelligente” – che la rendono ancora più competitiva nel segmento premium delle fotocamere compatte, anche considerando il prezzo consigliato al pubblico realmente contenuto, “solo” 549 euro.
I miglioramenti nelle prestazioni dell’autofocus e nella qualità delle immagini riprese sono immediatamente percepibili, peccato solo per qualche pecca che ci fa storcere il naso, partendo dal piccolo schermo LCD posteriore e arrivando al buffer limitato che non permette di sfruttare appieno l’alta velocità nello scatto a raffica, passando per la posizione “infelice” del mirino ottico e per il supporto RAW ancora limitato (ma confidiamo in aggiornamenti software a breve termine).