Fujifilm X-A2

Con la X-A2 Fujifilm ridisegna in chiave selfie la sua mirrorless entry-level, lasciando inalterato o quasi il resto delle caratteristiche.

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Con la X-A2 Fujifilm ridisegna in chiave selfie la sua mirrorless entry-level, lasciando inalterato o quasi il resto delle caratteristiche.

Quando si parla di fotocamere Fujifilm, il termine entry-level assume un significato tutto particolare: il produttore giapponese concede compromessi su molti aspetti, ma non sulla qualità d’immagine, sempre ai massimi livelli della categoria. Nata sotto questa filosofia, la X-A2 rappresenta un upgrade solo modesto rispetto al precedente modello, ma nonostante ciò si dimostra ancora uno strumento fotografico molto interessante, specialmente nella fascia di prezzo al di sotto dei 600 euro.

Scheda tecnica

La Fujifilm X-A2 integra un sensore in formato APS-C di tipo CMOS, dunque non il particolare X-Trans inserito nei modelli di fascia alta del produttore, con una risoluzione di 16 megapixel effettivi. Il processore d’immagine è l’EXR II, che garantisce una buona velocità delle operazioni generali, a partire dalla raffica, che raggiunge i 5,6 fotogrammi al secondo con autofocus continuo.

Sul retro del corpo macchina è presente il pannello LCD da 3″ di diagonale e 920 mila punti. Lo schermo è articolato e ribaltabile di 175° verso l’alto, per consentire di inquadrare e scattare agevolmente anche i selfie. Assente, invece, la funzionalità touch.

La X-A2 integra un’antenna Wi-Fi per la connessione a smart device tramite l’app dedicata, che consente di trasmettere anche i dati sulla geolocalizzazione (il modulo GPS non è presente nel corpo macchina). La modalità video consente di registrare filmati fino alla risoluzione Full HD 1080p, con un massimo di 30 fotogrammi al secondo.

Costruzione e controlli

La qualità costruttiva era uno dei punti meno apprezzabili nella vecchia X-A1, e purtroppo non è migliorata significativamente nella Fujifilm X-A2. I materiali impiegati sono principalmente plastici, di qualità discreta e dalla solidità adeguata, ma il feeling al tatto non è dei migliori. Anche l’estetica non risulta particolarmente aggraziata, soprattutto per colpa dello schermo LCD, che risulta in rilievo di qualche millimetro rispetto al corpo macchina e mal si integra col resto delle linee. Infine, davvero inadeguato è lo sportellino che copre il vano con uscite mini-HDMI e microUSB: risulta talmente fragile da far temere la rottura con poche aperture.

Sul fronte del sistema di controllo e della disposizione dei comandi, la X-A2 è invece molto ben realizzata, specialmente per una fotocamera entry-level. Oltre alla consueta ghiera delle modalità, sono infatti presenti due ghiere di controllo (assegnate a tempi/diaframmi e alla compensazione dell’esposizione), un consueto selettore a croce, un tasto “fn” programmabile e l’ormai tradizionale tasto “Q” per aprire il quick menu di Fujifilm, come sempre pratico e ben disegnato. L’esperienza di utilizzo è più che buona e risulta paragonabile a quella di una reflex entry-level, nonostante il poco spazio a disposizione.

Sul fronte dell’usabilità, l’unico difetto significativo è l’eccessiva vicinanza delle due ghiere, che sono poste una in verticale e l’altra in orizzontale, a distanza davvero ravvicinata: il risultato è che, a volte, si può azionare accidentalmente una al posto dell’altra. Anche il pannello LCD, forse, è un po’ troppo incassato e riflettente, ma aumentando al massimo la luminosità risulta ben visibile anche in luce solare piena: un dettaglio importante, vista l’assenza di un mirino ottico integrato e l’impossibilità di impiegarne uno aggiuntivo.

Sulla parte superiore sinistra si trova il piccolo flash pop-up integrato, che si può aprire con un movimento a scatto e consente di essere orientato per realizzare semplici rimbalzi del lampo. I fotografi più avanzati apprezzeranno senz’altro, comunque, la presenza di una slitta standard per flash esterni.

Il corpo macchina vanta dimensioni contenute per la categoria delle fotocamere con sensore APS-C, ma non propriamente tascabili: le misure sono 117x67x40 mm per 350g di peso. Una volta innestato l’obiettivo in kit (il nuovo 16-50mm f/3,5-5,6 stabilizzato), ovviamente, l’ingombro aumenta fino a superare quello delle micro 4:3 più compatte, ma nonostante ciò la X-A2 resta uno strumento molto trasportabile in rapporto alle sue qualità fotografiche.

Prestazioni e qualità

Il comparto prestazionale è di primo piano per una fotocamera proposta a meno di 600 euro. Le operazioni di accensione, messa a fuoco e scatto sono sempre rapide e reattive. L’AF è basato sul sistema a contrasto (il sensore non integra pixel per l’AF a fase), ma con l’obiettivo in kit risulta molto scattante in condizioni di buona luce, consentendo di inquadrare sempre con buona soddisfazione i soggetti. In bassa luce la velocità dell’AF diminuisce, ma non sotto le soglie tipiche della categoria mirrorless.

Molto buona la raffica da 5,6 scatti al secondo, per un massimo di circa 30 immagini Jpeg o 10 RAW. Anche dopo una lunga serie di scatti, la macchina non resta congestionata per margini di tempo troppo prolungati, risultando quasi sempre pronta a catturare nuove immagini quando lo si desidera. In fase di raffica, l’AF continuo non si comporta in modo egregio e di certo non consente di seguire soggetti in movimento particolarmente rapido, ma per le situazioni non estreme risulta comunque abbastanza funzionale. Da sottolineare il fatto che, quando si ribalta lo schermo in posizione selfie, l’AF ingaggia automaticamente la modalità di tracking per viso e occhi: un dettaglio che potrà risultare gradito agli amanti dell’autoscatto ravvicinato.

Il miglior pregio della Fujifilm X-A2 è però la qualità d’immagine pura e semplice. Gli scatti registrati dal sensore da 16 megapixel sono eccellenti sotto tutti gli aspetti: dettaglio, esposizione e qualità cromatica sono senz’altro ai vertici della categoria mirrorless entry-level, anche grazie alla prestazione ottica dell’obiettivo, piuttosto valido per essere venduto in un kit dal costo relativamente limitato.

In termini di resa in bassa luce, la X-A2 offre risultati perfettamente utilizzabili fino a 3200 ISO, e anche il valore 6400 produce scatti gradevoli in condizioni favorevoli. La gamma dinamica è piacevolmente morbida e produce contrasti ben gestiti, anche grazie all’opzione software che consente di estenderla fino al 400%, con buoni risultati, ad esempio in scene controluce.

La modalità video, purtroppo, è tutta un’altra storia: Fujifilm continua a non investire su questa caratteristica, evidentemente in modo deliberato e consapevole, e i risultati sono evidenti. I filmati catturati dalla X-A2 sono sufficienti in senso generale, ma in confronto a quanto offerto dalle migliori mirrorless risultano privi di dettaglio e dinamismo, oltre che accompagnati da un AF occasionalmente incerto e da un set di opzioni piuttosto scarno. Tutto ciò non costituisce una sorpresa e, dunque, neanche una delusione: semplicemente, Fujifilm continua a intendere le sue fotocamere come strumenti dedicati alla cattura di immagini statiche.

Verdetto

La Fujifilm X-A2 rappresenta un upgrade davvero modesto rispetto al precedente modello, dal quale si discosta principalmente per l’inclusione di uno schermo “selfie” ribaltabile di 175°. Nonostante ciò, risulta ancora uno strumento fotografico molto valido per la fascia di prezzo, in grado di offrire buone soddisfazioni a chiunque ricerchi una fotocamera relativamente compatta, senza però accettare compromessi sul fronte della qualità d’immagine.

Peccato per la qualità costruttiva, sufficiente ma non di particolare pregio: qui si sarebbe potuto compiere il salto di qualità rispetto allo scorso anno. Nel complesso, comunque, la X-A2 resta una scelta raccomandata a tutti i fotografi esperti in cerca di uno strumento compatto ma performante, o anche a tutti i principianti che volessero imparare ad usare una “vera” fotocamera senza spendere una fortuna.

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