Entry-level performante
Come le sorelle maggiori X-Pro1 e X-E1, la Fujifilm X-M1 sfrutta l’innovativo e performante sensore CMOS X-Trans in formato APS-C da 16,3 megapixel effettivi. Soprattutto, la particolarità della tecnologia Fujifilm, come già spiegato nella prova della compatta premium Finepix X20, sta nella matrice del filtro a colori primari, che minimizza il tanto sgradito effetto moiré e, come conseguenza gradita ai fotografi evoluti, non rende più necessario il filtro ottico low-pass, così da incrementare in modo considerevole la nitidezza delle immagini catturate.
Anche questa piccola Fujifilm X-M1 conferma quanto di buono avevamo visto sulla X20, purtroppo frenata, al momento del lancio, dal mancato supporto del formato proprietario RAW nei rinomati programmi di fotoritocco Adobe Lightroom 4.x e Photoshop CS6.
In ogni caso, come da volontà di Fujifilm, la piccola X-M1 abbina una qualità paragonabile alle sorelle più quotate e costose a un corpo compatto, leggero e facile da usare, sfruttando anche un parco ottiche ora veramente ampio.
Ovviamente, con l’obiettivo di contenere ingombro e prezzo, la Fujifilm X-M1 vede sparire il mirino integrato, degnamente sostituito dall’ampio schermo posteriore da 3” e 920.000 pixel, con supporto basculante per facilitare gli scatti in condizioni disagiate.
Per fortuna, c’è anche un piccolo ma prestante flash integrato (numero guida 7 a ISO 200), con supporto articolato che ci permette di inclinarlo verso l’alto così da usare la luce di rimbalzo quando siamo all’interno di una stanza, e una slitta per un’unità esterna più capace.
Caratteristiche
L’assenza del mirino è, forse, l’unica pecca importante della Fujifilm X-M1, che altrimenti non manca di nulla per soddisfare il fotoamatore che vuole grandi performance insieme alla possibilità di sbizzarrirsi in ogni situazione e crescere come fotografo.
Il sensore X-Trans CMOS è accoppiato a un potente processore EXR II, che velocizza l’operatività della macchina fin dall’accensione (0,5”), minimizza il ritardo allo scatto a 0,05” e potenzia lo scatto a raffica portandolo a 5,6 fps, per un massimo di 30 immagini. Un effetto secondario è l’ampiamento della gamma della sensibilità che, da un range nativo di 200-6.400 ISO, può essere espansa verso il basso a 100 ISO e verso l’alto nei due step di 12.800 e 25.600 ISO, così da ampliare le possibilità di ripresa soprattutto in condizioni di scarsa luminosità.
Fujifilm ha anche integrato la connettività Wi-Fi così da controllare la fotocamera tramite l’app per dispositivi Android e iOS, e trasferire direttamente gli scatti per una condivisione immediata, oltre alla possibilità di salvarli direttamente sul disco fisso del computer.
Ritroviamo le graditissime modalità di simulazione pellicola, che includono Provia (standard), Velvia (colori più vividi), Astia (soft), seppia e bianco&nero. Come in ogni moderna fotocamera, non mancano nemmeno i filtri avanzati on-camera, tra cui Toy Camera, High-Key, Low-Key, Miniatura, esposizione multipla e Soft Focus i più interessanti.
Come molte mirrorless, la Fujifilm X-M1 usa un sistema autofocus a rilevamento di contrasto. Si tratta dello stesso approccio evoluto che ritroviamo sulle X-Pro1 e X-E1, con 49 punti AF selezionabili singolarmente, oltre a disporre di una modalità Multi AF, in cui la fotocamera sceglie i punti più appropriati. Ovviamente, non mancano l’autofocus continuo e la modalità Tracking AF, che vengono in aiuto quando vogliamo riprendere soggetti in rapido movimento.
Per finire con le caratteristiche della X-M1, non poteva mancare la possibilità di registrare video Full HD a 30 fps, con il plus delle modalità di simulazione pellicola applicabile durante le riprese.
Design
Già alla prima presa in mano, si percepisce il feeling unico e decisamente retro delle fotocamere mirrorless della serie X. Il corpo della Fujifilm X-M1 è veramente compatto, senza pregiudicare né la sicurezza né il comfort.
I comandi principali per il controllo delle numerose funzioni sono disposti in modo intelligente, tra pannello posteriore e bordo superiore, con ghiere e pulsanti ben distanziati e non ammassati o minuscoli come in altre fotocamere di pari dimensione.
Ovviamente, il ridotto spazio a disposizione e il diverso target di questa piccola X-M1, meno esigente e specializzato rispetto a quello delle X-Pro1 e X-E1, ha reso tutto più semplice, e questo non è affatto un male. La doppia ghiera continua a essere un grande plus, soprattutto quando si scatta in modalità di priorità, controllando con la principale (sul bordo superiore) i tempi o i diaframmi e, con la secondaria (in alto a destra sul pannello posteriore), la compensazione dell’esposizione. Quando si scatta in manuale, invece, si agisce rispettivamente sulla velocità dell’otturatore e sull’apertura del diaframma.
Troviamo molto intelligente la scelta di Fujifilm di concentrare tutti i controlli secondari sul lato destro del pannello LCD posteriore, così da renderne più veloce e intuitivo l’accesso con il pollice destro.
La sensazione generale è anche di una grande cura nella scelta dei materiali e nella costruzione, con pulsanti, ghiere e selettori giustamente sensibili e precisi, come se questa piccola X-M1 fosse una macchina professionale in miniatura.
Se dobbiamo fare un piccolo appunto, è per la posizione del pulsante Q dedicato al menu di scelta rapida, collocato all’estremità inferiore destra del pannello posteriore, troppo soggetto a pressioni accidentali.
Lo schermo posteriore è fissato su una slitta solida e sicura; peccato che sia possibile inclinarlo solo in orizzontale anziché essere completamente ruotabile, così come è un peccato che il display non sia touch. Immaginiamo facilmente le ragioni di tali scelte, ovvero la necessità di contenere il prezzo finale. In ogni caso la qualità del pannello da 3” è ottima sotto ogni punto di vista: nitidezza, fedeltà dei colori, luminosità, contrasto, trattamento antiriflesso.
Ottiche
Insieme alla X-M1, Fujifilm ha introdotto due nuove ottiche: XC 16-50 mm (24-76 mm equivalente) f:3,5-5,6 OIS, uno zoom grandangolo stabilizzato che sarà venduto solo insieme alla fotocamera, e un pregiato XF 27 mm (40,5 mm equivalente) f:2,8, obiettivo fisso per riprese naturali.
Entrambi mancano dell’anello per il controllo dell’apertura, essendo destinate a un target meno specializzato ed esigente rispetto alle ottiche di livello superiore che avevano accompagnato il lancio delle due mirrorless di gamma più elevata. È stata una scelta dovuta, per non mettere in difficoltà i fotografi meno esperti.
Fujifilm ha comunque promesso un aggiornamento del firmware che la renderà compatibile con gli obiettivi che dispongono di anello per l’apertura.
Performance
La Fujifilm X-M1 non è solo comoda e sicura da tenere in mano, con controlli fisici ben posizionati e intuitivi, ma dispone anche di un menu di controllo ben studiato. Le varie opzioni sono facilmente raggiungibili e impostabili e, nell’utilizzo, siamo aiutati anche dai tasti dedicati ai principali parametri (punto del bianco, controllo AF, modalità Macro, raffica, ecc.), da quello per il menu di scelta rapida e dalla ghiera secondaria, che, in modalità Program o Auto, rende immediato l’accesso alle modalità di simulazione pellicola.
Produrre scatti pregevoli risulta facile sin dal primo momento. La qualità è quella che ci aspettavamo dal sensore X-Trans CMOS accoppiato alla seconda generazione di processore d’immagine EXR, con colori naturali e vividi e dettagli elevatissimi.
Durante le nostre prove, mancava ancora il supporto del formato proprietario RAW nei software Adobe, quindi abbiamo scattato in formato JPEG, usando con soddisfazione le varie modalità di simulazione pellicola. Se il processore d’immagine svolge un buon lavoro per esaltare i dettagli e contenere il rumore, con ottimi risultati sino alla soglia di 1.600 ISO, abbiamo rilevato come la modalità Provia sia quella adatta alla maggior parte delle situazioni. Se, invece, vogliamo esaltare i colori, in particolare per gli scatti naturalistici, allora quella Velvia viene in nostro aiuto, anche se come ben sanno gli utilizzatori di queste storiche pellicole Fuji, la tendenza è quella di pompare esageratamente i toni verdi. È interessante anche la modalità bianco&nero, che aumenta leggermente il contrasto.
La misurazione dell’esposizione e del punto del bianco lavora con successo nella maggior parte delle situazioni, con immagini ben esposte e dominanti di colore che compaiono solo in situazioni realmente critiche (illuminazione artificiale a incandescenza, soprattutto).
L’autofocus, invece, ha brillato più per precisione che per velocità, andando in crisi in situazioni con luce piatta, che non aiuta certo il sistema AF a contrasto. Per la ripresa di soggetti relativamente ravvicinati in condizioni difficili, è meglio scattare con fuoco manuale sfruttando la modalità Focus Peak Highlight, in cui sono evidenziate le aree a maggior contrasto sullo schermo posteriore, fornendo una guida per raggiungere la massima precisione.
Conclusioni
La sensazione è di avere in mano una delle mirrorless più belle e prestanti dell’attuale panorama. Sembra che questa piccola e leggera Fujifilm X-M1 non scenda affatto a compromessi in fatto di qualità e piacere nell’utilizzo.
La qualità della costruzione è all’altezza delle aspettative e i controlli sono stati semplificati pur mantenendo un accesso completo alle principali impostazioni di scatto; Fujifilm ha sacrificato solo il mirino ottico, aggiungendo il supporto basculante allo schermo posteriore, che, purtroppo, non è touch.
Si tratta di lacune trascurabili per i fotografi alle prime armi che vogliono crescere per creatività e qualità dei propri scatti, meno per i fotoamatori più evoluti che, comunque, possono avere un’alternativa prestante e più facilmente trasportabile rispetto alla tradizionale reflex.
Dulcis in fundo, il prezzo della Fujifilm X-M1 è competitivo: servono 679,99 euro per il solo corpo e 799,99 per il kit con l’obiettivo 16-50 mm f:3,5-5,6 OIS.