È possibile migliorare un prodotto in grado di vendere oltre 20 milioni di unità in poco più di due anni, guadagnando la nomina a “miglior gadget tecnologico del 2013” dalla redazione del TIME? Sì, secondo Google, come dimostra il lancio del Chromecast di seconda generazione. Il dispositivo è stato rinnovato più nell’aspetto esteriore che nelle componenti interne, anche se i passi in avanti non mancano nemmeno dentro la scocca. Ecco dunque la recensione del nuovo dongle HDMI commercializzato dal gruppo di Mountain View.
Un Chromecast tutto nuovo
Ciò che balza fin da subito all’occhio osservando il nuovo Chromecast è il design, profondamente rivoluzionato rispetto al modello originale lanciato a metà 2013: bigG ha deciso di abbandonare il form factor simile a quello di una pendrive per puntare con decisione su uno stile circolare che mette in evidenza il logo di Chrome, sempre più un vero e proprio ecosistema di device e servizi più che un semplice browser per la navigazione Web. Da un lato spunta il cavo HDMI da inserire in uno slot del televisore (o del monitor), mentre sull’altro è presente la porta micro-USB da utilizzare per l’alimentazione. ll cavo è fornito in dotazione all’interno della scatola, così come la spina per la presa a muro.
Una volta tolto dal packaging ci si accorge che il cavo e la parte posteriore del device possono essere agganciati magneticamente, evitando così di far penzolare il dongle. Insomma, il design è studiato per adattarsi ad ogni tipo di pannello, anche ai più sottili e a quelli appesi a parete, senza dover ricorrere (come avveniva con il primo modello) ad adattatori o prolunghe e finalmente senza interferire con gli altri slot HDMI.
Si segnala inoltre che è possibile scegliere fra tre colorazioni, nero, lime e corallo, con queste ultime due commercializzate esclusivamente attraverso lo store ufficiale di Google. Considerando che si tratta di un prodotto destinato a restare nascosto dietro alla TV per la maggior parte del tempo non fa una grande differenza, ma la scelta di proporre più versioni cromatiche (è proprio il caso di dirlo) testimonia l’attenzione di bigG nei confronti di ogni singolo dettaglio.
Più veloce
Come anticipato, le migliorie non riguardano esclusivamente il look di Chromecast, ma anche l’hardware interno. Al momento della presentazione ufficiale, Google ha confermato la presenza di un modulo WiFi 802.11ac con supporto ai network 5 GHz, che aumenta sensibilmente la velocità massima di trasmissione dati all’interno della rete domestica. Ne beneficiano ovviamente operazioni come lo streaming dei contenuti in alta definizione, fino a 1080p. Manca purtroppo l’output 4K, come invece avevano pronosticato in molti.
Anche il processore compie un balzo in avanti: al posto del chip Marvell Armada 1500 Mini 88DE3005 integrato nel primo modello, Google ha scelto Marvell Armada 1500 min Plus 88DE3006, una CPU dual core con architettura ARM Cortex-A7. In termini concreti, questo si traduce in una potenza di calcolo 2,5 volte maggiore e, alla prova dei fatti, nell’esecuzione più rapida di app e contenuti. Ecco un riepilogo delle specifiche tecniche.
- Processore: dual core Marvell Armada 1500 min Plus 88DE3006;
- connettività WiFi 802.11ac (2,4 GHz, 5 Ghz);
- output video: Full HD (1080p);
- alimentazione: 5 V, 1 A;
- porte: HDMI, micro-USB;
- dimensioni: 51,9×51,9×13,49 mm (cavi e accessori esclusi);
- peso: 39,1 grammi.
Applicazioni e contenuti
Il vero punto di forza di Chromecast è però da ricercare non nell’hardware, ma nel software. Un device di questo genere, infatti, varrebbe ben poco senza un adeguato supporto in termini di applicazioni e contenuti. Nel caso del dongle firmato Google, è possibile accedere ad un buon numero di servizi dedicati allo streaming, sia audio che video. Tra questi si segnalano Play Musica e Play Film, così come Infinity, TuneIn Radio e finalmente anche Spotify. Il gruppo di Mountain View ha inoltre lavorato per mostrare le potenzialità del prodotto in termini di produttività, consentendo il mirroring dei documenti salvati su Drive, una funzionalità utile ad esempio durante una conferenza in ufficio.
Va specificato che tutte queste feature sono a disposizione anche di chi possiede il primo modello, in quanto introdotte mediante aggiornamenti delle singole app. Ad oggi non ci sono da segnalare servizi o caratteristiche esclusive per il Chromecast di seconda generazione. Per quanto riguarda la compatibilità, è garantito il supporto per tutti i dispositivi Android equipaggiati con la versione 4.1+ del sistema operativo, con quelli iOS a partire dalla 7.0, con i computer OS X dalla release 10.7, con Windows (dalla 7 in poi) e ovviamente con i device basati sulla piattaforma Chrome OS di Google.
Giudizio finale
Come detto in apertura, con la versione 2015 di Chromecast, Google ha cercato di evolvere un prodotto già capace di ottenere un ottimo riscontro. Più che un “Chromecast 2”, il device va visto come un upgrade del modello originale. Il restyling della scocca e la dotazione di una CPU più veloce non giustificano infatti la spesa per l’acquisto da parte di chi ha già la prima versione, anche in considerazione del fatto che in Italia il prezzo è salito da 35,00 euro a 39,00 euro. Un esborso economico comunque ancora accessibile.
Acquistare il dongle HDMI di bigG significa cambiare le modalità di fruizione dei contenuti multimediali in ambito domestico. Chi (come il sottoscritto) lo utilizza ormai da lungo tempo sa che, una volta abituati, non se ne può più fare a meno: basta un tap sul display del telefono per trasmettere video e musica sul televisore, così come lasciando la TV accesa è possibile trasformarla in una sorta di cornice digitale, facendo scorrere le proprie immagini e fotografie in uno slideshow, con previsioni meteo e altre informazioni mostrate in sovrimpressione.
Per il futuro è prevista l’introduzione di videogiochi sviluppati appositamente per sfruttare le potenzialità del dispositivo, così da evolverlo in una console domestica a tutti gli effetti, con smartphone e tablet utilizzati come controller, anche in multiplayer. Insomma, per chi ne sta valutando l’acquisto, saranno probabilmente i 39,00 euro meglio tecnologicamente spesi dell’anno.
Chromecast Audio
Una doverosa precisazione: questa recensione fa riferimento esclusivamente al nuovo Chromecast da connettere a televisori e monitor, ma non al Chromecast Audio, anch’esso presentato da Google (in vendita allo stesso prezzo) e dedicato esclusivamente allo streaming della musica in modalità wireless all’interno del network domestico. Quest’ultimo verrà analizzato nel dettaglio su queste pagine con un altro approfondimento, nel corso delle prossime settimane.