Siamo finalmente giunti a quel periodo dell’anno in cui Google svela i nuovi device prodotti in casa e che per primi sfruttano appieno le novità introdotte dall’ultima versione di Android, e quest’anno dobbiamo dire che Google ci ha stupiti con molte nuove funzioni, a partire da quelle che sfruttano una nuova fotocamera che per la prima volta in un device Made by Google monta due sensori, ma anche ad un nuovo radar che permette di controllare lo smartphone senza toccarlo. Vediamo nel dettaglio cosa portano i nuovi Pixel 4 e Pixel 4 XL.
Per questa recensione abbiamo utilizzato un Pixel 4 XL, ma date le specifiche praticamente identiche fra le due versioni – ad eccezione di display e batteria – caratteristiche e considerazioni saranno valide anche per il Pixel 4.
https://www.youtube.com/watch?v=_F7YRde8DuE
Google Pixel 4 XL: tutti i dettagli
Confezione e design (↑)
La confezione di vendita comprende, oltre al telefono e alla consueta manualistica, un caricabatteria Power Delivery da 18 Watt, un cavo USB Type-C, un adattatore USB OTG e l’estrattore per la SIM. Assenti gli auricolari e l’adattatore per cuffie con jack da 3,5mm.
Le dimensioni del Pixel 4 sono di 147,1×68,8×8,2mm ed il peso è di 162 grammi; Il display è un P-OLED da 5,7 pollici con risoluzione FHD+ e rapporto 19:9. Il Pixel 4 XL ha invece dimensioni di 160,4×75,1×8,2mm e peso di 193 grammi, per un display sempre P-OLED da 6,3 pollici con risoluzione QHD+ e rapporto 19:9. Entrambi i modelli sono costruiti su un frame metallico e ricoperti di vetro Corning Gorilla Glass 5 sia davanti che dietro, e sono certificati waterproof IP68. Entrambi i display sono poi certificati HDR ed hanno refresh rate di 90Hz e gamut cromatico DCI-P3 al 100%.
Sulla parte anteriore, oltre al display, troviamo la fotocamera frontale, la capsula auricolare, i sensori di luminosita/prossimità, i quattro sensori a infrarosso per il riconoscimento facciale e il nuovissimo chip radar Soli per le motion gesture; la parte posteriore contiene il nuovo modulo fotografico di forma quadrata, composto da una dual camera, un sensore ToF, il flash e un microfono direzionale, oltre al logo G di Google.
Ai lati abbiamo in alto un terzo microfono per la cancellazione dei rumori; a destra il tasto di accensione e il bilanciere del volume; a sinistra lo slot per la SIM; in basso la porta USB Type-C 3.1 (quindi con uscita video che però deve essere ancora abilitata via software), il microfono principale e l’altoparlante di sistema che, combinato con la capsula superiore, forma una coppia di altoparlanti stereo.
Scheda tecnica (↑)
Il cuore dei nuovi Pixel 4 è il processore Qualcomm Snapdragon 855, octa-core fino a 2,84GHz con architettura a 7nm e grafica Adreno 640, corredato di 6GB di RAM e di 64GB o 128GB di memoria di archiviazione che, come per tradizione Pixel, non è espandibile, ma anche di un modulo per la sicurezza Titan M e del nuovo co-processore Pixel Neural Core.
La fotocamera posteriore è composta da un sensore principale Sony IMX363 da 12,2MP con pixel da 1,4μm, apertura f/1.7, angolo di visione di 77° (28mm equivalenti), stabilizzazione ottica ed elettronica (OIS+EIS) e autofocus a rilevamento di fase dual-pixel; a questo si aggiunge un secondo sensore da 16MP con pixel da 1μm, apertura f/2.4, angolo di visione di 52° (45mm equivalenti, teleobiettivo 2X), OIS+EIS, autofocus a rilevamento di fase e sensori anti sfarfallio e dello spettro visivo. La fotocamera è in grado di registrare video fino a 4K@30fps o FHD@120fps e grazie al nuovo Super Resolution Zoom, combinando zoom ottico e zoom digitale, riesce a garantire ingrandimenti fino a 8X senza perdita di qualità.
La fotocamera frontale è invece composta da un singolo sensore da 8MP con pixel da 1,22μm, apertura f/2.0, angolo di visione di 90° (22mm equivalenti) e fuoco fisso; essa può catturare video fino a FHD@30fps.
Le batterie sono rispettivamente di 2800mAh per il Pixel 4 e di 3700mAh per il Pixel 4 XL, con supporto alla ricarica rapida PD 2.0 e alla ricarica wireless Qi da 10W e con batteria adattiva per ottimizzare il consumo energetico limitando l’uso di alcune apps in background.
Sono naturalmente presenti il WiFi dual band, il Bluetooth 5.0 con supporto ai protocolli audio HD, l’NFC, il Google Cast, il supporto a tutti i sistemi di localizzazione (GPS/A-GPS dual band, Glonass, Galileo dual band, BDS) e alle reti mobili di tutto il mondo, comprese tutte le bande in uso in Italia con velocità massima di download pari a 1,2Gbps (LTE Cat.18). Da notare che è poi supportato il WiFi Bridge, che permette di condividere la connessione WiFi tramite hotspot senza passare automaticamente ai dati mobili. Non mancano poi tutti i sensori: luminosità, prossimità, accelerometro, giroscopio, magnetometro, barometro, oltre all’Active Edge e al nuovo Motion Sense, di cui parleremo nel paragrafo relativo alla recensione.
Il software è naturalmente l’ultima versione di Android 10, con aggiornamenti per la sicurezza e a nuove versioni di Android garantiti per i prossimi 3 anni. Fra le novità software di Pixel 4 troviamo, oltre all’utile Now Playing che già conosciamo da Pixel 3, una nuova app Registratore che al momento ci permette solo di registrare note vocali ma che in futuro sarà in grado di riconoscere i testi registrati e di cercare per keyword e anche di trasformare in file di testo quello che diciamo (queste funzioni sono al momento attive solo in lingua inglese e supporteranno altre lingue nei prossimi mesi); pensiamo ad esempio ad uno studente che registra una lezione e, tornato a casa, cerca un termine specifico, trovando il punto esatto in cui il professore spiega quella parte.
Troviamo poi la possibilità di aggiungere dei sottotitoli istantanei (Live Caption) a qualsiasi file multimediale, anche qui solo in lingua inglese per il momento, e un’app Safety in cui inserire i propri contatti di emergenza e le principali informazioni mediche, quali gruppo sanguigno e allergie, accessibili anche a telefono bloccato in caso di necessità.
Prezzo (↑)
Notiamo con piacere che tutti i prezzi dei Pixel 4 sono inferiori ai corrispettivi prezzi dei Pixel 3 rilasciati l’anno scorso: il Pixel 4 è infatti disponibile sullo store di Google, nelle colorazioni nera e bianca, al prezzo di €759 (versione da 64GB) o di €859 (versione da 128GB); il Pixel 4 XL è invece disponibile negli stessi due formati di memoria, ai prezzi rispettivamente di €899 e €999. Solo la versione da 64GB del Pixel 4 è disponibile anche in una edizione limitata in colore arancione.
Tutti i Pixel 4 danno diritto a ricevere tre mesi di prova gratuita per un abbonamento da 100GB per Google One, mentre solo per i primi giorni dal lancio si potrà ricevere un Nest Hub in omaggio.
Accessori (↑)
Abbiamo già detto che all’interno della confezione dei Pixel 4 non troviamo gli auricolari, e questo perché Google ha fatto la scelta ecologica di ridurre gli scarti elettronici conseguentemente ad una ricerca secondo cui la maggior parte degli utenti preferisce usare le proprie cuffie personali piuttosto che quelle, spesso di qualità inferiore, che si trovano nelle confezioni degli smartphone.
Fra gli accessori ufficiali disponibili sullo store Google troviamo gli auricolari con cavo USB-C e tasto dedicato per l’assistente (€35), e la prossima primavera arriveranno le nuovissime Pixel Buds true wireless, lanciate insieme ai Pixel 4 e con una integrazione superiore con l’assistente oltre ad una innovativa funzione per la traduzione simultanea fra le lingue supportate dal Traduttore Google (prezzo per l’Italia non annunciato, $179 in USA).
Troviamo poi il Pixel Stand (€79) per ricaricare lo smartphone con la tecnologia wireless Qi da 10W e le cover ufficiali (€45) in elegante tessuto di diversi colori. E fra gli accessori di terze parti segnaliamo la nuova cover Catalyst Impact Protection progettata in collaborazione con Google per resistere a cadute da altezze fino a 3 metri e compatibile con tutte le funzionalità dei dispositivi, comprese la ricarica wireless e l’Active Edge.
Recensione (↑)
Apprezziamo i dispositivi Made by Google fin dal primo Pixel, ma quest’anno per la prima volta l’azienda di Mountain View ha realmente progettato e realizzato tutto in casa, in seguito all’acquisizione del team HTC che già in precedenza si occupava degli smartphone Google; e questo significa una ancora migliore ottimizzazione dell’insieme hardware+software, in maniera simile a quanto fino ad oggi riusciva a garantire solo Apple.
Design, display, multimedialità
Il design è quanto di più soggettivo possa esserci, quindi rispettiamo chi non gradisce il design dei Pixel 4 ma a noi invece piace. Se da un lato il back perde il design tipico con la satinatura che ricopre solo la parte inferiore del display lasciano la parte alta lucida, qui abbiamo un retro uniforme interrotto solo dal modulo fotografico di forma quadrata. In particolare il modello in colorazione nera è lucido, mentre il bianco e l’arancione sono satinati e trattengono molto meno le impronte digitali. Rimane invece il tradizionale tasto di accensione di un colore diverso da quello del resto del device.
La parte frontale invece non presenta nessun tipo di notch, e questo perché il modulo per lo sblocco facciale e il radar per la Motion Sense richiederebbero una tacca troppo grande; meglio quindi lasciare una ‘fronte’ più ampia sopra al display e ridurre il mento inferiore, risultando in un design asimmetrico ma comunque, a nostro giudizio, gradevole. Ottimo lo strato oleofobico, che non trattiene troppe impronte e risulta liscio e scorrevole al tocco.
I Pixel 4 utilizzano quello che Google ha battezzato Smooth Display, ovvero un display più fluido grazie al refresh rate a 90Hz contro i classici 60Hz. L’impostazione di default lascia scegliere a Google per quali app o contenuti viene aumentata la frequenza a 90Hz, ma è possibile disattivarla lasciando sempre i 60Hz oppure (nelle opzioni sviluppatore) forzare il refresh sempre a 90Hz, aumentando però il consumo energetico. Ma il nuovo display utilizza anche una nuova modalità adattiva dei colori, in grado di trasformare tutti i contenuti in HDR e quindi colori più vividi e naturali, e la Ambient EQ già vista nel Nest Hub, che grazie ai sensori integrati aggiusta automaticamente la temperatura di colore del display per migliorare l’esperienza visiva in ogni condizione ambientale. Il risultato è una visione sempre buona, anche alla luce diretta del sole, e mai stancante anche in ambienti poco luminosi; e guardare un film su Netflix è un piacere!
Molto buono anche l’audio, che grazie alla combinazione della capsula auricolare sopra al display con lo speaker rivolto verso il basso produce un suono stereo e ben amplificato, sia che si tratti di musica che di dialoghi di un film. Qualora si vogliano utilizzare degli auricolari o cuffie – cablati tramite porta USB-C o wireless – non manca il supporto ai protocolli aptX HD e LDAC con un’ottima resa per l’ascolto di musica, film e audio delle telefonate.
Prestazioni e autonomia
Dal punto di vista delle prestazioni lo Snapdragon 855 combinato alle ottimizzazioni software di Google non delude mai, riuscendo a garantire un sistema sempre fluido e privo di qualsiasi lag. Sia che si utilizzino applicazioni social o di comunicazione, sia che si preferisca passare qualche minuto con un videogame, il device apre le apps rapidamente e non presenta rallentamenti né surriscaldamenti. I 6GB di RAM sono più che sufficienti, non avendo da gestire una UI pesante e mal progettata come accade con alcuni smartphone di provenienza cinese; inoltre il Pixel Neural Core contribuisce ad elaborare tutte le funzionalità relative a intelligenza artificiale e machine learning, e il chip per la sicurezza Titan M protegge i dati sensibili, come ad esempio quelli del face unlock che vedremo più avanti.
Unica pecca forse la memoria di archiviazione, che nel formato base di 64GB non espandibili può creare qualche difficoltà a utenti che registrano molti video o che conservano intere playlist o film in offline. Come sempre Google garantisce spazio illimitato per foto e video ad alta qualità e si può liberare memoria eliminandole dal dispositivo, e l’abbonamento base a Google One costa solo €1,99 al mese per 100GB di spazio cloud, ma onestamente avremmo preferito una versione base da 128GB e una superiore da 256GB. Vediamo se sarà così l’anno prossimo!
Buona l’autonomia: il Pixel 4 XL ha batteria adattiva e una unità da 3700mAh che riesce ad arrivare a sera senza problemi anche con un uso intenso, ma se avete davanti una giornata lunga e volete sfruttare lo smartphone per vedere molti video e giocare allora forse è meglio avere dietro un power bank. Ricordiamo comunque che la ricarica rapida è compatibile sia con il Quick Charge che con il Power Delivery, oltre che con la ricarica wireless da 10W, e che si può limitare il consumo energetico anche disattivando lo Smooth Display e il display sempre attivo dalle impostazioni del telefono.
Fotocamera
La fotocamera è da sempre uno dei punti di forza degli smartphone Pixel, ma dobbiamo riconoscere che nei Pixel 4 troviamo forse l’aggiornamento più importante di sempre. Non solo abbiamo per la prima volta una doppia fotocamera con un teleobiettivo 2X dedicato, ma vengono introdotte molteplici novità software che portano la Google Camera dei Pixel 4 un gradino ancora più in alto di quanto non fossimo già abituati.
Manca l’obiettivo grandangolare, cosa che ha fatto storcere il naso a molti, ma Google ci ha spiegato che da una ricerca è risultato che gli utenti preferiscono uno zoom di qualità ad un panorama più ampio, che in ogni caso è sempre ottenibile utilizzando opportunamente le modalità panoramica e sferica dell’app fotocamera.
Dobbiamo dire che in effetti la combinazione del teleobiettivo con il Super Resolution Zoom già introdotto in Pixel 3 riesce a produrre immagini impressionanti con ingrandimenti fino a 8X senza perdite di qualità percepibili.
Altro fiore all’occhiello dei Pixel è la modalità Foto Notturna, che quest’anno migliora ancora ed aggiunge l’Astrofotografia, una nuova modalità che con esposizioni anche di quattro minuti (munitevi di un treppiedi o sistemate lo smartphone in una posizione stabile) riesce a catturare foto di un cielo stellato senza andare a falsare i colori o a far apparire un cielo azzurro in piena notte come accade con il software di altri produttori. Queste lunghe esposizioni riescono anche a catturare immagini chiare in situazioni particolarmente buie, ed è sorprendente la qualità dei dettagli che si riesce ad ottenere. Google ha inoltre confermato che questa nuova modalità notturna arriverà anche sui Pixel 3 e 3a.
Fra le novità dell’app fotocamera troviamo poi il Live HDR+, che mostra già prima di scattare le modifiche che verranno apportate dall’HDR, i doppi controlli di esposizione per regolare al meglio ombre e alte luci e ottenere scatti migliori in situazioni come il controluce, volti frequenti che grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning riconosce le persone che fotografiamo più spesso e scatta quando questi sono a fuoco e sorridenti (tutte le informazioni relative ai volti rimangono memorizzate in Titan M e non nei server di Google), e social share che permette di condividere con un tap a foto appena scattata con le app di chat e social preferite. Viene anche migliorata l’integrazione con Google Lens, che può essere attivata con un semplice tap and hold dalla schermata principale dell’app fotocamera.
E naturalmente non mancano tutte le altre modalità di scatto, dal time-lapse (da 5X a 120X) allo slow motion (che arriva a 1080p, rispetto ai 720p dei Pixel 3, e fino a 240fps), dal ritratto agli adesivi di playground, con un menu impostazioni rivisitato per settare al meglio tutte le opzioni in maniera più rapida di prima. Assente ancora una modalità pro, ma sappiamo che Google preferisce fare in modo che tutti possano ottenere i risultati migliori con il minor sforzo possibile sebbene qualche utente avanzato avrebbe preferito poter selezionare manualmente i parametri di esposizione.
Segnaliamo poi l’ottima stabilizzazione video che permette di registrare clip ben ferme anche con tremolii bruschi ed eccessivi, come ad esempio da una macchina o da un bus in movimento. Non è possibile registrare video 4K@60fps; Google ci ha spiegato che sono usati molto raramente ed occupano molto spazio, e quindi ha preferito ottimizzare la registrazione in Full HD lasciando comunque la possibilità di selezionare l’opzione 4K@30fps.
Motion Sense
Fra le novità più innovative che troviamo su Pixel 4 c’è sicuramente la Motion Sense che, grazie al chip radar del progetto Soli, permette all’utente di interagire con il telefono senza bisogno di toccarlo. Diciamo subito che, almeno ad oggi, le gesture non sono qualcosa di essenziale e che il loro utilizzo è limitato a pochi casi, ma Google ha già anticipato che nuove idee sono in lavorazione e che inoltre ha aperto agli sviluppatori la possibilità di integrare l’uso del radar nelle loro app, quindi aspettiamo di vedere cosa verrà nel prossimo futuro.
L’utilizzo principale è infatti quello dei gesti rapidi, per controllare la riproduzione della musica anche quando si hanno le mani sporche, per posticipare una sveglia o silenziare la suoneria. Quando il radar capisce che stiamo per compiere un’azione vedremo anche una luce bianca sulla parte alta del display ad indicare che le gesture sono state notate (Glowing Display). E come vedremo nel prossimo paragrafo il radar interviene anche quando il display è spento e attiva lo sblocco facciale quando percepisce che stiamo per afferrare lo smartphone. Troviamo anche alcuni simpatici sfondi interattivi che fanno uso delle motion gestures e che saranno graditi soprattutto dai fan dei Pokemon.
Sicurezza
Quest’anno Google ha deciso di eliminare il sensore d’impronta per lasciare un face unlock veramente ben implementato e sempre rapido, che garantirà ancora di più la sicurezza del dispositivo non appena verrà risolto il bug che permette di sbloccare lo smartphone anche ad occhi chiusi (Google ci ha comunicato di essere già al lavoro). Forse però è un po’ presto per eliminare lo sblocco con impronta, dal momento che molte app – come ad esempio quelle per i pagamenti – utilizzano questo metodo per autenticare l’utente e, sebbene Android 10 preveda l’autenticazione tramite viso per le app, nessuna di quelle che usiamo ha ancora implementato questo metodo, costringendoci ogni volta ad inserire la password. Abbiamo chiesto a Google che ci ha comunque tranquillizzato e ha confermato di essere già al lavoro con gli sviluppatori di molte app terze.
Ma come funziona questo nuovo metodo di riconoscimento biometrico? A differenza di quanto fanno molti produttori di smartphone che sfruttano solo la fotocamera frontale, e in modo più simile a quanto implementato da Apple sugli ultimi iPhone, Google ha previsto ben quattro sensori sulla parte frontale dello smartphone: troviamo infatti alle estremità opposte della ‘fronte’ due fotocamere a infrarossi in grado di scansionare il viso in 3D, a cui si aggiungono un LED a infrarossi per illuminare il viso e un ‘dot projector’ per proiettare un elevato numero di punti sul volto e crearne un modello matematico, che verrà memorizzato all’interno del chip Titan M e quindi mai condiviso con i server di Google né con terze parti. Fa parte del sistema anche il chip radar del progetto Soli che abbiamo visto gestire la Motion Sense: infatti il radar riesce a capire quando la mano si avvicina al telefono ed allerta il sistema a infrarossi che, non appena riconosce il viso, permette lo sblocco del telefono.
Nuovo Assistente Google
I Pixel 4 saranno anche i primi device ad avere accesso al nuovo Assistente Google, che sebbene sia già stato rilasciato in lingua inglese arriverà in Italia e in Italiano già nelle prime settimane del 2020. Con il nuovo assistente sarà possibile interagire in maniera ancora più profonda con lo smartphone, e chiedere ad esempio di aprire una specifica applicazione o di effettuare una ricerca sul telefono. E grazie ai comandi contestuali sarà possibile richiedere azioni successive senza bisogno di dover ripetere cose già dette: sarà quindi possibile cercare foto di un certo luogo o di una certa data e successivamente condividerle con un contatto, aprire il calendario ed aggiungere i dettagli di un appuntamento passo passo, e molto di più. Il tutto senza toccare il telefono e senza condividere alcuna informazione con il cloud, ma solo in elaborazione locale. E sarà possibile anche rispondere ad una chat o scattare una foto dopo aver posizionato lo smartphone, il tutto solo con comandi vocali.
Conclusioni
Lo scorso anno avevamo definito il Pixel 3 come lo stato dell’arte per quanto riguarda il panorama degli smartphone Android, ma quest’anno dobbiamo dire che Google si è veramente superata, con una mole di aggiornamenti e novità che ci hanno stupito sia durante la presentazione stampa che durante l’utilizzo quotidiano dei Pixel 4. La Pixel Experience si conferma come la migliore interfaccia utente e si arricchisce di funzionalità come le motion gestures, che si arricchiranno ulteriormente nel prossimo futuro. Inoltre la fotocamera continua a stupire con scatti di livello professionale ottenibili in maniera semplice da tutti. Aggiungiamo che quest’anno Google ha addirittura abbassato i prezzi rispetto a quanto proposto lo scorso anno, il che rende l’acquisto dei nuovi Pixel 4 ancora più allettante per tutti gli amanti dei servizi Google e del mondo Android.