Annunciato lo scorso maggio proprio in corrispondenza del ban americano a Huawei, Honor 20 Pro ha avuto un periodo iniziale un po’ difficoltoso a causa dell’incertezza sull’effettiva disponibilità nei mercati occidentali. Finalmente la situazione si è sbloccata e lo smartphone flagship dell’azienda cinese sarà disponibile entro l’estate anche per gli utenti italiani. Lo abbiamo provato in queste ultime settimane, vediamo quali sono state le nostre impressioni.
Honor 20 Pro: tutti i dettagli
Confezione e Design (↑)
Il contenuto della confezione comprende lo smartphone, un caricabatteria da 22,5W, un cavo USB Type-C, un adattatore Type-C per jack da 3,5mm, l’estrattore della SIM e i manuali d’uso. Non sappiamo se la confezione commerciale includerà anche una cover come da tradizione Honor per gli smartphone di fascia alta.
Il terminale è costruito con un frame in alluminio ricoperto sia davanti che dietro di vetro Dinorex prodotto dalla giapponese NEG, con linee curve e morbide e con dimensioni di 154,6x74x8,4mm e peso di 182 grammi. Il display da 6,26” è di tipo IPS con risoluzione FHD+ e formato 19,5:9, caratterizzato da un foro vicino all’angolo in alto a sinistra per far spazio alla fotocamera frontale. Ne risulta una parte frontale occupata quasi completamente dal display oltre che dalla frontcamera e dalla capsula auricolare.
La parte posteriore presenta invece dei riflessi molto gradevoli che vanno dal nero al blu/verde o al viola, a seconda della colorazione scelta. Troviamo in alto a sinistra il modulo fotografico composto da una tripla fotocamera e dalla sezione autofocus, con sporgenza di circa 1mm, accanto al quale sono posizionati il quarto sensore fotografico e il flash dual LED.
Ai lati abbiamo sulla parte alta un microfono per la cancellazione dei rumori e la porta a infrarossi; a destra il bilanciere del volume e il tasto di accensione che funge anche da sensore d’impronta con sblocco in 0,3 secondi e che, premuto per un secondo, attiva l’Assistente Google; a sinistra lo slot per la dual SIM; in basso la porta USB Type-C 2.0 (senza uscita video), la griglia altoparlante e un microfono. Assente il jack da 3,5mm, ma i nostalgici delle cuffie cablate possono usare l’adattatore per collegarle alla Type-C.
Scheda tecnica (↑)
Il cuore di Honor 20 Pro è il chipset Kirin 980, costruito con tecnologia a 7nm e composto da otto processori con frequenza fino a 2,6GHz, a cui si aggiungono il chip grafico Mali-G76 MP10, la GPU Turbo 3.0 per garantire una migliore esperienza di gioco, e una doppia rete neurale per gestire l’intelligenza artificiale. Per garantire prestazioni sempre al top ed evitare che il terminale si surriscaldi è stato previsto un efficace metodo di raffreddamento al grafene. L’unico taglio di memoria previsto per i mercati europei è quello con 8GB di RAM e ben 256GB di memoria di archiviazione UFS 2.1, non espandibile.
La quad camera con intelligenza artificiale è composta da un sensore principale Sony IMX586 da 48MP con apertura f/1.4, pixel da 0.8µm, lunghezza focale di 28mm, stabilizzazione ottica a quattro assi ed elettronica, autofocus PDAF/Laser, in grado di catturare anche video con risoluzione fino a 4K@30fps; a questo si aggiungono un teleobiettivo da 8MP con zoom ottico 3X, apertura f/2.4, lunghezza focale di 80mm, stabilizzazione ottica a quattro assi ed elettronica, autofocus PDAF/Laser, ed un sensore ultra-wide da 16MP con apertura f/2.2 e lunghezza focale di 13mm per una visione di 117°; il quarto sensore è in grado di scattare macro da una distanza di 4cm e presenta una risoluzione di 2MP, apertura f/2.4 e lunghezza focale di 27mm. Non manca un doppio processore d’immagine per elaborare gli scatti catturati dal modulo fotografico.
La fotocamera frontale è invece composta da un singolo sensore da 32MP con apertura f/2.0, pixel da 0.8µm, stabilizzazione elettronica ed è in grado di registrare video fino a 1080p@30fps.
Sul fronte multimediale, purtroppo l’audio è solo mono e non si fa uso della capsula auricolare per ottenere un suono stereo, ma usando le cuffie entra in gioco il surround 3D e sono supportati i protocolli audio ad alta definizione AptX HD e LDAC.
Passando alle connettività non manca il supporto a tutte le bande di frequenza utilizzate in Italia e nel mondo, con supporto al 4G+ (LTE Cat.13 con download fino a 600Mbps); presente naturalmente il WiFi Dual Band, il Bluetooth 5.0, NFC, USB OTG e i servizi di localizzazione GPS Dual Band, Glonass, Galileo e BDS. Anche sulla sensoristica abbiamo il pacchetto completo che comprende luminosità, prossimità, accelerometro, giroscopio e magnetometro.
La batteria è ai polimeri di litio, con capacità di 4000mAh e supporto alla Honor Supercharge da 22,5 Watt (5V/4,5A) in grado di ricaricare lo smartphone da 0 al 55% in soli 30 minuti. Assente la ricarica wireless, ed assente una certificazione IP di impermeabilità.
Il software è Android 9 Pie con Magic UI 2.1 (equivalente alla EMUI 9.1 dei terminali Huawei).
Prezzo (↑)
Honor 20 Pro sarà disponibile nelle prossime settimane nelle colorazioni Phantom Blue e Phantom Black al prezzo consigliato di €599.
Recensione (↑)
Sono ormai un paio di settimane che usiamo il nuovo Honor 20 Pro e lo abbiamo messo alla prova durante le serate di questa prima parte di estate, e possiamo confermare una qualità generale molto buona ed una resa fotografica eccellente. Vediamo nel dettaglio le prestazioni del terminale.
Il design è un’evoluzione dei precedenti terminali Honor, con bordi arrotondati a rendere l’impressione del blocco unico è riflessi di luce sul back a creare giochi di colore blu/verde nel sample Phantom Blue in nostro possesso o viola/nero nell’altra colorazione Phantom Black. Buona la qualità del display, che pur non essendo un OLED riesce comunque a garantire una buona gamma cromatica e dei neri profondi. Il foro è di dimensioni ridotte e non da fastidio nell’uso quotidiano, sebbene non possiamo fare a meno di notarlo durante la visione di video a tutto schermo. Peccato solo per l’audio mono: nonostante il volume sufficientemente alto e la buona qualità di bassi e alti, un audio stereo avrebbe dato sicuramente qualcosa in più alle applicazioni multimediali.
Ottime le prestazioni in generale: il processore Kirin 980 è fra i migliori attualmente in circolazione e riesce a gestire al meglio l’esecuzione delle apps, anche in condizioni di multitasking. Abbinato alla GPU Turbo 3.0 anche l’esperienza di gioco è sempre al top, pur non avendo una modalità specifica che va a disattivare le notifiche come abbiamo visto in altri terminali. Lato software l’interfaccia Magic UI 2.1 risulta ancora un po’ pesantina soprattutto per chi è abituato ad utilizzare Android stock o Android One. Peccato poi per la perdita di alcune caratteristiche tipiche dei modelli precedenti, quali la possibilità di fare screenshot con la nocca, mentre è molto apprezzata la funzione di Bridge WiFi per condividere una rete WiFi in hotspot con altri terminali: pensiamo ad esempio a situazioni in cui non possiamo modificare le impostazioni di dispositivi IoT che vogliamo portare in vacanza (smart speaker, videocamere di sorveglianza) o a reti di strutture alberghiere che ci permettono di collegare un solo device. Strana l’assenza di un’applicazione di telecomando universale per sfruttare la porta a infrarossi, presente in tutti i modelli precedenti di smartphone Honor ed assente nel 20 Pro; è comunque possibile scaricarne una di terze parti dal Play Store e gestire le periferiche in casa direttamente dallo smartphone.
Fra i punti di forza di Honor 20 Pro c’è senza alcun dubbio la fotocamera: la resa della quad camera AI è notevole, soprattutto in condizioni di bassa illuminazione. Il sensore principale è l’unico fra gli smartphone attualmente in commercio ad avere apertura f/1.4 e quindi a presentare una maggiore sensibilità in lowlight, e per gli scatti notturni entra in gioco la modalità notte che con una esposizione di circa 6 secondi garantisce foto luminose e definite anche nelle condizioni più estreme. L’approccio è diverso da quello adottato da Google nella fotocamera dei suoi Pixel, ma il livello qualitativo degli scatti è quasi equivalente. Particolarmente suggestiva anche la possibilità di scattare foto alla Luna utilizzando lo zoom massimo (digitale) 30X: l’abbiamo utilizzata durante la recente eclissi e abbiamo ottenuto dei risultati decisamente sorprendenti. E buona la modalità super macro che fa uso del sensore dedicato da 2MP per catturare particolari molto definiti anche da distanze ravvicinate. Per il resto abbiamo tutte le funzioni standard di una fotocamera da smartphone: dal panorama alla modalità pro, dal time-lapse allo slow-motion.
Buono il sensore d’impronta, posizionato sul tasto di accensione laterale, sempre molto veloce e preciso; e veloce e preciso anche lo sblocco con il riconoscimento facciale. Peccato che la Magic UI non preveda il doppio tap per attivare e disattivare lo schermo, sebbene basti sollevare lo smartphone per attivare il display grazie all’uso dell’accelerometro e lasciar intervenire il riconoscimento del volto.
E buona anche l’autonomia: la batteria da 4000mAh combinata alle prestazioni del processore e all’ottimizzazione software è in grado di arrivare a sera anche con un utilizzo molto intenso, e a lavorare per quasi tutta una seconda giornata con un uso più moderato.
Possiamo senza dubbio dire che Honor 20 Pro è il miglior Honor di sempre: è stato finalmente raggiunto il vero livello flagship e in alcuni casi è stato anche superato il cugino P30 Pro, del quale il terminale condivide molte caratteristiche. Se poi aggiungiamo che il prezzo di vendita è pari alla metà degli attuali top di gamma proposti dai brand più famosi, e paragonabile a quello di terminali dalle prestazioni ben inferiori, non possiamo che posizionare Honor 20 Pro fra i migliori smartphone del 2019.