In un periodo in cui la crescita del mercato degli smartphone sta rallentando in favore di wearable e IoT, l’hardware tende a essere sempre lo stesso. Quindi tocca inevitabilmente al software fare la differenza, a partire dall’ottimizzazione dell’interfaccia fino alle funzionalità esclusive.
Per il produttore taiwanese, HTC 10 rappresenta l’ennesimo tentativo di risalita nel mercato, un tentativo forse ormai disperato, che in molti considerano piuttosto il canto del cigno.
Design
HTC 10 si presenta con un corpo in alluminio e con un intaglio deciso ai bordi posteriori, che rende il grip molto più saldo e decisamente diverso dalla maggior parte degli smartphone in commercio. Le due bande alle estremità richiamano la stessa tonalità di colore della scocca e del logo HTC, posizionato esattamente al centro.
Il design di per sé ricalca decisamente le linee utilizzate già nell’M9, ma il risultato è un corpo più robusto, leggero e compatto: 145,9 x 71,9 x 9 mm di spessore massimo per un peso di 161 grammi. Altri elementi visibili sono il vano SIM sul lato destro e lo slot microSD sul sinistro.
Hardware e prestazioni
Le specifiche tecniche dell’HTC 10 sono fra le migliori attualmente disponibili: chip Qualcomm MSM8996 Snapdragon 820 con CPU quad-core (due core a 2.5GHz e due core a 1.6 GHz, entrambi con architettura Kyro), GPU Adreno 530, 4GB di RAM, 32 o 64GB di storage UFS (realmente disponibili all’utente, rispettivamente, 24 e 50 GB), espandibile fino a 256GB tramite microSD.
Il display da 5.2” Super LCD ha una risoluzione pari a 1440 x 2560, per 565 ppi ed è protetto da un rivestimento Corning Gorilla Glass 4, che assicura un’ottima resistenza alle cadute, anche sugli spigoli. La luminosità è alta ma non accecante, e chi lo volesse può modificare il profilo colore dalle impostazioni, scegliendo fra Vivid (Ottimizzato) e sRGB (con gamma standard).
Completano la dotazione hardware il modulo Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac dual-band con Wi-Fi Direct, DLNA, Bluetooth 4.2, A-GPS con GLONASS, NFC, porta USB v3.1 Type-C v1.0 e il sensore di impronte digitali. Quest’ultimo si dimostra molto reattivo (sblocco in meno di un secondo) e preciso nel 90% delle occasioni.
Gli speaker BoomSound non sono eccellenti come quelli sui precedenti modelli: il suono è mediamente più basso, nonostante siano riprodotte piuttosto bene sia le frequenze basse sia quelle medie; un po’ gracchianti le frequenze alte. Per quanto riguarda le cuffie, detto che solitamente le unità in prova sono di pre-produzione, durante la settimana di test si sono riscontrati tantissimi problemi sia con il microfono delle cuffie che con il microfono dello smartphone: il primo non catturava bene l’audio emettendo una voce bassa e poco chiara; il secondo era basso in chiamata e poco reattivo nel riconoscimento del prompt “Ok Google”.
I test di benchmark effettuati con Geekbench, per misurare la potenza nell’elaborazione di calcolo della CPU, e AnTuTu 3D, per la GPU, hanno rispettivamente dato un punteggio di 4929 in multi-core e un framerate di 35fps nel rendering Full HD (in downscaling). Ciò piazza l’HTC 10 quasi in cima alla classifica dei migliori smartphone del 2016 per prestazioni grezze.
HTC Sense
Quando si pensa ad HTC Sense, si pensa a massima personalizzazione possibile, tanto che, in passato, molti utenti hanno preferito gli smartphone HTC ad altri proprio per l’interfaccia grafica. È normale, quindi, che HTC abbia scelto di puntare l’ultima carta sul settore in cui era più competitivo, dotando dell’HTC 10 versione 8.0 della sua celebre interfaccia, qui basata su Android Marshmallow 6.0.1.
L’unica caratteristica che permette di personalizzare il dispositivo è rimasta, tuttavia, la presenza di uno store di temi, con i quali è possibile persino stravolgere la struttura della homescreen nei modi più svariati.
C’è anche la Ice View, una modalità (simile a quella presente su Galaxy S7) che permette di avere uno sguardo veloce alle notifiche e all’orologio anche a schermo spento, con l’accensione selettiva dei pixel.
Insomma, le personalizzazioni di HTC stavolta sono poche, ma buone. Unica pecca sono i glitch grafici che ogni tanto si riscontrano nella homescreen e i crash casuali di Google Play Services (avvenuti 3-4 volte durante la settimana di test).
Fotocamera
La fotocamera di HTC 10 con sensore posteriore da 12 MP con apertura focale f/1.8, stabilizzatore ottico, autofocus laser, doppio flash LED, è caratterizzata da pixel grandi come quelli presenti su Nexus 5X e 6P, da 1.55 micrometri. Questo consente di catturare più luce e, in comunione con un’ottima gamma dinamica (HDR), di offrire scatti con valori di esposizione in linea con gli altri top di gamma, oltra a un focus immediato. Inoltre è possibile salvare anche in formato RAW.
I video fino in risoluzione 4K (2160p) a 30 fps, caratterizzati anche da una buona registrazione dell’audio. Non manca la ben nota modalità Zoe per catturare 1,5 secondi di video prima e dopo lo scatto di una foto (come le Live Photos sugli ultimi iPhone).
Anche gli scatti e le riprese video effettuati con la fotocamera anteriore sono buoni, merito del sensore da 5 MP con apertura focale f/1.8, stabilizzazione ottica, autofocus, pixel da 1.34 micrometri (comunque più grandi rispetto alla tendenza negli smartphone concorrenti), HDR e registrazione video in Full HD 1080p. Sorprende il fatto che il rumore non sia molto, neanche in condizioni di scarsa luminosità; di contro, tende a bruciare le tonalità di bianco, difetto comunque comune nei sensori anteriori.
Autonomia
Con una batteria dalla capacità di 3000 mAh, il consumo energetico di HTC 10 è nella media dei top di gamma Android: durante i test con utilizzo medio, composto principalmente da un centinaio di messaggi inviati e ricevuti su WhatsApp, Snapchat, Slack, 50 minuti di chiamate, 20 minuti di riproduzione musicale con Apple Music e 20 minuti di navigazione stradale con Waze, si riescono a raggiungere fra le 3,5 e le 4 ore di schermo attivo, con uno stand-by complessivo di circa 13 ore.
Diminuendo l’utilizzo, non si riesce comunque ad arrivare oltre le 16 ore complessive di stand-by. C’è però da sottolineare la possibilità di attivare selettivamente il consumo elevato su specifiche applicazioni, riducendo così l’apporto energetico che richiederebbero, per esempio, giochi o app con grafica 3D. C’è infine una ulteriore modalità di risparmio energetico, che funziona essenzialmente come quella presente sugli ultimi Galaxy: vengono disattivate tutte le celle radio, tranne quelle necessarie alle chiamate e i messaggi in 2G, e l’interfaccia si colora in scala di grigio.
In ogni caso, la ricarica rapida Quick Charge 3.0 carica il 50% in circa 30 minuti e questo abitua l’utente a non caricare più lo smartphone durante la notte, ma ad attaccarlo alla corrente durante la giornata più volte e per pochi minuti.
Giudizio
HTC 10 è la massima espressione di come uno smartphone con Android puro possa fare (eccetto i Nexus): due app personalizzate, esperienza d’uso ridotta all’osso e focus sull’ecosistema Google sono scelte essenziali per HTC, che ora conta solo su questo smartphone e sul visore Vive per rivitalizzare la sua nuova line-up e riagganciare la fetta di mercato cannibalizzata dai produttori cinesi.
Peccato che non tutti gli sforzi ripagano: i glitch grafici, in comunione con alcuni crash casuali di Google Play Services, sporcano l’esperienza generale.
Se non bastasse, HTC non spicca per nulla in particolare: LG G5 ha la modularità, Galaxy S7 Edge ha il display curvo, Xiaomi ha prezzi più competitivi, Huawei ha le lenti della fotocamera co-ingegnerizzate con Leica, e così via. Non è forse giunto il momento di capire quale direzione prendere e dove focalizzarsi per aggredire il mercato?