Nicchia in fermento
HTC One Max va a completare la famiglia high-end di smartphone HTC e al tempo stesso segna l’ingresso in una nicchia in grande fermento, quella dei cosiddetti phablet. In sostanza si tratta di un ponte tra i mondi degli smartphone e dei tablet, dispositivi nati per chi lavora e necessita di uno strumento potente, versatile ma soprattutto facilmente trasportabile e relativamente maneggevole.
HTC One Max: recensione e prezzo
Al HTC One Max non manca nulla per competere ad armi pari con i più fieri rappresentanti nel mondo phablet: grande e luminoso schermo Full HD da 5,9”, eccellente esperienza utente derivante dall’interfaccia HTC Sense 5.5, lettore di impronte digitali, fotocamera innovativa e audio potente grazie agli speaker stereo frontali.
Design (↑)
HTC ha riposto la consueta attenzione e cura nella realizzazione del suo nuovo phablet, che appare sin dal primo istante come una versione oversize del noto e apprezzato smartphone top di gamma One. Ritroviamo lo chassis realizzato in alluminio, anche se nel caso del One Max non è un blocco unico, avendo una cover posteriore, sempre il lega leggera, che permette di accedere agli slot della scheda microSIM e di quella microSD per l’espansione della memoria. La batteria da 3.300 mAh, invece, è incorporata e non rimovibile.
Sul retro, collocato al di sotto del modulo della fotocamera UltraPixel, troviamo l’inedito lettore di impronte, il secondo aspetto dopo la costruzione che lo differenzia dallo smartphone One. Il terzo riguarda il pulsante Power, che migra dal lato superiore a quello destro, sotto il lungo bilanciere del volume.
Le dimensioni sono importanti, e non potrebbe essere altrimenti dovendo ospitare il grande schermo, con una lunghezza sopra la media dei dispositivi analoghi a causa del collocamento frontale dei due speaker stereo autoalimentati BoomSound, così come avveniva per il fratello minore HTC One. 164,5 x 82,5 x 10,29 mm rendono il One Max maneggiabile con sicurezza e relativo comfort da chi ha mani grandi e dita lunghe, fermo restando la necessità di usare il phablet HTC con entrambe le mani. A rendere più salda la presa in mano troviamo la cornice in policarbonato che corre sul profilo laterale.
Non solo il One Max è sopra le media per dimensioni, ma anche per il peso, che raggiunge i 217 g contro i 168 gr del più diretto concorrente, Samsung Galaxy Note 3, che però si basa su uno schermo leggermente più piccolo (5,7”).
Schermo (↑)
La dimensione del display è l’elemento distintivo dei phablet. Infatti, solo con pannelli prossimi ai 6” la risoluzione Full HD di 1.920×1.080 pixel riesce a dare il meglio: con una densità che scende a 367 ppi, la definizione rimane comunque spettacolare, i contenuti sono più leggibili e le gesture touch complesse sono più facili e intuitive da eseguire.
Lo schermo da 5,9 pollici del HTC One Max è realizzato con tecnologia Super LCD3, la stessa impiegata sui device della serie One e che restituisce immagini luminose, dai colori pieni e fedeli e dal buon livello del nero. Solo per il contrasto potrebbe fare di meglio, non raggiungendo l’eccellenza del display Super AMOLED del Samsung Galaxy Note 3.
Il trattamento superficiale dello schermo, insieme all’efficace sensore di luminosità, permettono di usare il phablet HTC anche sotto forte illuminazione naturale o artificiale, limitando al minimo i riflessi per una grande leggibilità dei contenuti visualizzati.
Hardware e performance (↑)
Essendo una versione maggiorata dello smartphone HTC One, ci saremmo aspettati anche un hardware potenziato. Invece sul One Max troviamo la stessa identica dotazione del fratello minore, quindi una CPU Qualcomm SnapDragon 600, un quad-core da 1,7 GHz, assistito da 2 GB di RAM e da una GPU Adreno 320, e con 16 GB di capacità espandibili tramite schede microSD (sino a 64 GB). Si tratta di prestazioni molto buone, sebbene non al livello delle ultime proposte d’alta gamma, sia nel mondo smartphone sia in quello phablet, dove ormai spopola il processore SnapDragon 800 da 2,3 gigahertz.
Onestamente ci saremmo aspettati un comparto hardware sia all’altezza della fama del marchio sia del prezzo cui è proposto, € 699 svincolato dagli operatori della telefonia mobile.
In ogni caso il phablet HTC non delude per nulla nell’utilizzo quotidiano, gestendo con grande tranquillità i task più esosi per risorse hardware. Il One Max è reattivo e fluido nella risposta, grazie anche all’eccellente interfaccia utente Sense 5.5, uno dei suoi grandi punti di forza.
In virtù di uno schermo così grande e definito e di un audio potente e pieno, è anche un capace dispositivo multimediale, ambito dove non delude le attese: la riproduzione di contenuti ad alta definizione è un piacere per gli occhi e per le orecchie, permettendo di giocare anche con grande fluidità con i titoli più esosi (Real Racing 3, GT Racing 2, N.O.V.A. 3, per esempio) sebbene si noti qualche piccolo rallentamento occasionale nelle scene più complesse. In quest’ultimo caso un hardware all’ultimo grido avrebbe realmente giovato.
Chiudiamo con un appunto sugli speaker BoomSound: purtroppo viene a mancare il supporto fondamentale della tecnologia Beats Audio, invece presente su HTC One. Il comparto sonoro è sempre potente, con una qualità molto buona ma leggermente inferiore a quella del fratello minore, soprattutto per i bassi meno pieni, campo in qui Beats si è sempre distinta.
Interfaccia utente (↑)
HTC One Max è basato sulla penultima release di Android, 4.3 Jelly Bean, in attesa del previsto aggiornamento a 4.4 KitKat. Questo però è un dettaglio trascurabile. Infatti, quello che conta veramente è l’esperienza utente unica e speciale regalata dall’interfaccia personalizzata HTC Sense 5.5, che nell’ultima versione dà il meglio di sé, complice anche il grande schermo da 5,9 pollici.
Non esiste nulla di così bello e piacevole da usare e che permetta di accedere ai contenuti preferiti o utilizzati più di frequente con analoga agilità e immediatezza. La schermata iniziale BlinkFeed, un potente e versatile aggregatore di notizie, è stata migliorata per ampiezza dei contenuti: ha più fonti selezionabili, ma soprattutto ha più mattonelle animate visualizzate a schermo, grazie al display più grande. È comunque possibile rimuovere BlinkFeed per ripristinare quella tradizionale di Android, perdendo però una delle particolarità dell’interfaccia Sense 5.5. Rispetto alla prima versione vista sullo smartphone One, troviamo un supporto migliorato per i feed social, oltre alla possibilità di poter aggiungere manualmente gli aggiornamenti dai siti di news preferiti e a rendere più agevole l’accesso ai task più utilizzati di frequente con un semplice swipe da sinistra a destra.
Anche altri elementi dell’interfaccia utente sono stati migliorati, colmando le lacune e i difetti evidenziati nella precedente versione, Sense 5. È possibile personalizzare i collegamenti rapidi del centro notifiche e sono state potenziale le funzionalità di HTC Zoe, la gestione integrata di foto e video ripresi con la fotocamera posteriore UltraPixel. Anche il telecomando a infrarossi è stato rivisto nell’interfaccia e nella modalità di configurazione, ora più semplice.
Sensore di impronte digitali (↑)
Un’importante caratteristica del phablet One Max è il lettore di impronte digitali, un quadrato nero collocato sul pannello posteriore. Si possono configurare sino a tre utenti che possono avere accesso al dispositivo saltando così le tradizionali procedure, tra cui il classico pin a quattro numeri. Si può altresì bloccare l’accesso a particolari app, rendendole accessibili solo a un determinato utente.
Il lettore di impronte non è solo limitato per funzionalità rispetto all’analoga soluzione presente su Apple iPhone 5s, che permette tra l’altro di compiere acquisti su iTunes in tutta sicurezza, ma anche meno facile da usare. Infatti, qui non è sufficiente posare il dito sull’anello che circonda il pulsante Home, bensì lo si deve far scorrere sull’area di scansione. Gli errori di lettura e riconoscimento non sono così infrequenti e si deve quindi prestare particolare attenzione sia alla velocità sia all’angolo di scorrimento, con quest’ultimo che deve essere quasi perfettamente in asse (dall’alto verso il basso).
La posizione è stata studiata da HTC per facilitare le operazioni quando si tiene il phablet con una mano sola, ma spesso ci si ritrova a far scorrere il dito sulla lente del modulo fotocamera posteriore anziché sullo scanner. Sicuramente, da questo punto di vista HTC può e deve far meglio.
Fotocamera (↑)
La fotocamera posteriore UltraPixel conferma la propria unicità nel mondo dei dispositivi mobile: solo 4 megapixel per funzionare al meglio in condizioni di scarsa luminosità (pixel più grandi che catturano più luce) e funzioni esclusive nella registrazione di foto e video. Così come rilevato sullo smartphone HTC One, gli scatti non sono così definiti rendendo improponibili sia il crop in post produzione sia lo zoom in fase di cattura. In ogni caso le immagini hanno colori fedeli, con una gamma dinamica molto ampia e un’apprezzabile capacità di tirare fuori i dettagli dalle aree più scure e più chiare della scena.
Nel complesso, la filosofia UltraPixel è vincente per molti ambiti – immagini equilibrate per toni e colori, resa con poca luce – ma al tempo stesso manca un livello di dettaglio ormai irrinunciabile nel mondo attuale, quindi contiamo che in un futuro prossimo la risoluzione salga senza intaccare gli attuali punti di forza.
Il software di gestione non cambia, quindi ritroviamo l’interfaccia HTC Zoe che permette di accedere rapidamente sia all’ampio ventaglio di scene preimpostate, tra cui una sorprendente modalità HDR, sia ai controlli manuali (ISO, bilanciamento del bianco, esposizione, ecc.). C’è una modalità di ripresa addizionale, chiamata Camera Doppia, che, come lascia intuire il nome stesso, utilizza in contemporanea la fotocamera anteriore e quella posteriore. C’è poi la funzionalità Video Highlights, che è stata potenziata, sia per temi musicali sia per le transizioni disponibili, mantenendo la gestione facile e intuitiva.
Connettività e autonomia (↑)
All’HTC One Max non manca nulla, a partire dal supporto delle reti 4G/LTE per finire con l’antenna Wi-Fi di ultima generazione (b/g/n/ac), passando per Bluetooth 4.0 aptX, NFC, antenna aGPS e sensori di movimento.
Nelle chiamate l’audio è chiaro, con un buon lavoro svolto dal secondo microfono nel filtrare i rumori di fondo. Considerate le dimensioni del phablet, è consigliabile usare gli ottimi auricolari stereo o il vivavoce, dato che gli speaker frontali confermano la qualità sopra la media, sia per fedeltà sia per potenza.
L’autonomia operativa promessa dalla capace batteria da 3.300 mAh e dall’efficace gestione del risparmio energetico è sorprendente: si riesce a superare agilmente una giornata piena, utilizzando in modo intenso il phablet HTC sia per lavoro sia per svago. Non siamo al livello dello smartphone LG G2, ma in ogni caso il One Max difficilmente lascerà a piedi persino l’utente più esigente.
Conclusioni e prezzo (↑)
I phablet costituiscono un ponte tra gli ormai consolidati mondi degli smartphone e dei tablet. È un settore ancora in rapida evoluzione, una nicchia crescente che punta a soddisfare le esigenze soprattutto dei professionisti in movimento.
Questo HTC One Max svolge in modo soddisfacente i compiti primari, offrendo in più l’eccellente feeling di un lussurioso chassis in alluminio e di un’interfaccia utente superlativa, con un prezzo in linea con quello dei principali competitor del settore, 699 €.
A parte l’aggiunta del sensore di impronte digitali sul retro, appare però come una versione maggiorata del noto e apprezzato smartphone HTC One. Questo, da un lato, è un pregio per l’esperienza offerta, da un altro è un difetto, venendo a mancare un hardware più potente e all’altezza dei principali competitor.
In ogni caso questo HTC One Max è un ottimo phablet, molto piacevole da usare nonostante le dimensioni e il peso sopra la media, con un comparto multimediale eccellente e un’autonomia operativa sorprendente.