Huawei ha attirato la curiosità degli utenti e della stampa specializzata con vari indizi sulle funzionalità fotografiche dello smartphone. Quando il produttore cinese ha annunciato il Huawei P30 Pro è stato subito evidente che il nuovo top di gamma avrebbe “riscritto le regole della fotografia mobile”. Caratteristica unica dello smartphone sono infatti le quattro fotocamere posteriori, una delle quali con zoom ibrido 10x.
Huawei P30 Pro: tutti i dettagli
Design (↑)
Il design del P30 Pro è leggermente diverso da quello del P20 Pro. Il produttore cinese ha utilizzato un display OLED dual edge e sostituito l’ampio notch del modello precedente con un piccolo notch a goccia (Dewdrop). È stato inoltre ridotto lo spessore della cornice inferiore, eliminando il tradizionale lettore di impronte digitali. Il sensore biometrico è ora di tipo ottico e si trova sotto il vetro.
Anche la capsula auricolare è scomparsa, in quanto il suono viene trasmesso attraverso lo schermo (tecnologia Huawei Acoustic Display). Il telaio in alluminio (frame) e vetro (cover) resiste all’acqua e alla polvere (certificazione IP68). Lungo il bordo destro ci sono i pulsanti per accensione e volume, mentre sul lato inferiore sono visibili la griglia dell’altoparlante, la porta USB Type-C e lo slot ibrido per nano SIM e nanoSD. Assente il jack audio da 3,5 millimetri. Nell’angolo superiore sinistro della parte posteriore è presente la Leica Quad Camera.
Fotocamera SuperZoom (↑)
Il P20 Pro aveva ricevuto giudizi molto positivi grazie all’ottima qualità fotografica. Il P30 Pro ha ulteriormente alzato l’asticella, come dimostra il punteggio assegnato dagli esperti dei DxOMark Image Labs. Il merito è da attribuire alle tre fotocamere posteriori da 40, 20 e 8 megapixel, affiancate da una fotocamera ToF (Time-of-Flight) che consente di rilevare la profondità e applicare l’effetto bokeh. La fotocamera principale ha un sensore Super Spectrum, abbinato ad un obiettivo con apertura f/1.6, che permette di catturare più luce, grazie all’uso di una schema RYYB invece del comune RGGB.
La fotocamera secondaria ha un obiettivo grandangolare con apertura f/2.2, mentre per la terza fotocamera è stato scelto un teleobiettivo con lenti Super Zoom e apertura f/3.4. Utilizzando una struttura a periscopio (le lenti e il sensore sono ruotati di 90 gradi), Huawei ha ottenuto uno zoom ottico 5x, ibrido 10x e digitale 50x. La fotocamera frontale ha infine un sensore da 32 megapixel e un obiettivo con apertura f/2.0.
Scheda tecnica (↑)
Il P30 Pro possiede uno schermo OLED da 6,47 pollici con risoluzione full HD+ (2340×1080 pixel). La dotazione hardware comprende inoltre il processore octa core Kirin 980, 8 GB di RAM e 128/256 GB di storage. La connettività è garantita dai moduli WiFi 802.11ac, Bluetooth 5.0, GPS (dual band L1+L5), Galileo (dual band E1+E5a), NFC e LTE (dual SIM).
Sono presenti anche la porta USB 3.1 Type-C, audio Dolby Atmos e una batteria da 4.200 mAh che supporta sia la ricarica rapida (40 Watt) che la ricarica wireless inversa (15 Watt). Il sistema operativo è Android 9 Pie con interfaccia EMUI 9.1.
Prezzo e disponibilità (↑)
Il P30 Pro è in vendita dal 27 marzo nei migliori negozi di elettronica di consumo, su Amazon e presso lo Huawei Experience Store di Citylife a Milano. Tre i colori disponibili al lancio: Amber Sunrise, Breating Crystal e Aurora. I prezzi sono 999,90 euro (128 GB) e 1.099,90 euro (256 GB).
Recensione (↑)
I limiti tecnologici per uno smartphone sono sempre più evidenti. La velocità e le performance dei System-on-a-Chip, chiamati comunemente chip, sono ormai difficilmente superabili. E per superabili si intende anche che il superamento sia riconoscibile. La gamma precedente delle serie Mate e P, per esempio, ha all’incirca le stesse performance di uno smartphone che invece è arrivato sul mercato solo in queste settimane, P30 Pro. Questo risultato potrebbe essere visto come un demerito (di un’azienda che non sa innovare), ma può e dovrebbe essere visto invece come un merito – di un’azienda che costruisce e rilascia sul mercato prodotti che durano nel tempo.
Quando ci si trova di fronte a Huawei P30 Pro, dunque, tutti i ragionamenti sul miglioramento delle performance cadono, non sono più validi. Nemmeno quelli sull’autonomia, la capacità di ricarica e il sistema operativo. Sì, lo smartphone si scarica completamente dopo circa un giorno e mezzo di uso medio-intenso, si ricarica sempre più velocemente (con l’apposito trasformatore) e EMUI è sempre lo stesso ammasso di app che mai nessuno utilizzerà, ma che Huawei ripropone sempre. Sarebbe interessante capire le statistiche di utilizzo di app come Huawei VIDEO o Calendario. App come Gestione Telefono, invece, sono utili e hanno un senso.
L’unico ragionamento che ha senso compiere, oggi, quando si passa ad un nuovo smartphone (specialmente se si tratta di top di gamma sopra gli 800-900 euro), è di capire quale sia il valore aggiunto dello smartphone, rispetto al mercato e alle esigenze del singolo individuo.
Con Huawei P30 Pro, è opportuno partire dai punti di debolezza, perché sono davvero pochi: la scocca posteriore, nonostante sia bellissima al tatto e alla vista, risulta estremamente scivolosa sia in tasca che durante l’utilizzo ad una mano o se, per esempio, si tiene lo smartphone all’orecchio senza mani – si rischia davvero di farlo scivolare in pochi secondi. La fotocamera, che in realtà è la vera delizia di questo prodotto, risulta comunque spessa e fuoriesce notevolmente dalla scocca posteriore, creando l’effetto di squilibrio che i possessori di iPhone senza custodia conoscono bene.
Ultimo, ma solo software e quindi correggibile con un aggiornamento: durante il periodo di test con una SIM Iliad, una volta attivato l’hotspot non risultava possibile connettersi alla rete dallo smartphone stesso, ma solo dai dispositivi connessi in hotspot. Conclusa la breve parentesi relativa ai piccoli difetti, rimane ampio spazio per i pregi, che sono davvero tanti, e tutti incentrati attorno al sistema multimediale.
I 6 sensori presenti su Huawei P30 Pro sono i migliori mai visti su uno smartphone, non c’è dubbio. Il sistema posteriore, composto da 3 sensori e il ToF, scatta foto con un impressionante dettaglio e una resa luminosa eccellente in qualsiasi condizione. Ma il merito non è solo dei sensori: a migliorare notevolmente la resa (anche cromatica) delle foto è la doppia NPU (Neural Processing Unit) che analizza la scena in tempo reale e adatta le regolazioni di esposizione, luminosità e resa cromatica per meglio catturare il momento in questione.
Una foto scattata senza la modalità AI di un soggetto in un panorama, per esempio, può risultare in una scarsa resa cromatica e della luminanza del soggetto in questione in favore di una decente resa dell’intero panorama. Utilizzando la modalità AI, invece (che è semplicemente un bottone all’interno dell’app fotocamera in alto al centro), il focus rimane sul soggetto, al panorama viene applicato l’effetto bokeh e quindi la foto risulterà ottima.
Il caso d’uso del soggetto in una scena è quello più banale: P30 Pro riconosce piante, auto, animali, performance su palco, scritte su lavagne o insegne, distese di terreno, e molto altro, e applica in tempo reale regolazioni efficaci. Tutto ciò è possibile anche grazie al nuovo tipo di sensore RYB, che cattura più luce. Basta fare una foto con tempo di scatto leggermente più lento (tramite la modalità Pro della fotocamera) per rendersi conto di quanta luce cattura P30 Pro.
Il sensore ‘periscopio’, infine, quello posto nella parte più bassa del sistema di sensori posteriore, è quello che permette di scattare foto a lunga distanza, mantenendo un certo dettaglio. Durante il periodo di test, sono state effettuate foto di diverso tipo: a targhe su automobili a 20-30 metri di distanza, a persone a 10-15 metri di distanza e zoom su singole parti del corpo a 1 metro e mezzo di distanza, nonché prove (alquanto irrealistiche) per testare lo zoom digitale 50x, catturando oggetti della dimensione di pochi centimetri a 10-15 metri di distanza.
La risoluzione, ovviamente, lascia a desiderare nell’ultimo caso, ma in generale il rumore non si percepisce fino alla risoluzione 5x (con zoom ibrido). In ogni caso, anche a 50x è possibile distinguere chiaramente i contorni e le colorazioni degli oggetti. Lato video e fotocamera anteriore la situazione è molto simile: focus istantaneo, regolazione automatica dei parametri in base alla scena. Huawei P30 Pro è il perfetto smartphone per la fotografia avanzata. Ha una capacità unica nel rendere qualsiasi foto ‘punta e scatta’ una vera meraviglia: di notte, di giorno, con luci artificiali.
La pecca di questo Huawei P30 Pro, quella che ancora non lo rende uno smartphone ‘semplicemente da 10’, è la EMUI: sempre macchinosa, con app doppioni e inutili. Altrimenti, P30 Pro sarebbe lo smartphone perfetto e sicuramente lo smartphone dell’anno, senza alcun dubbio.