Presentato in anteprima in occasione di IFA (l’annuale fiera europea dedicata a tutta l’elettronica di consumo), il Lenovo Yoga Book è un tablet ibrido diverso da tutti gli altri sotto diversi punti di vista e per certi versi sembra preannunciare un possibile cambiamento epocale anche nel comparto notebook. Quella che segue è la recensione del Lenovo Yoga Book in versione Windows 10 ma ne è uscita anche una Android. Il prezzo fra le due versioni varia di € 100 e in Italia è acquistabile online su diversi eCommerce fra cui Amazon.
Lenovo YogaBook: data di uscita, recensione e prezzo
Il Lenovo YogaBook è già disponibile in vendita eppure non è passato poi molto dalla sua presentazione in quel di Berlino. Quando è uscito dalla scatola per essere finalmente testato a fondo ha di nuovo suscitato stupore e piacere come la prima volta. Costruzione impeccabile, design elegante, sottigliezza e, soprattutto, quel fantastico effetto “wow” che raramente coglie ormai chi naviga il mondo della tecnologia da diversi lustri.
Lo YogaBook è stato, de facto, IL prodotto di IFA 2016, l’unico davvero in grado di spiccare per l’originalità delle soluzioni adottate, ossia una tastiera interamente touch che compare quasi per magia sulla superficie piatta di una delle sue due facce interne. Un libretto che prende vita e che, a seconda delle esigenze, può trasformarsi anche in una tavoletta per il disegno o gli appunti a mano libera.
Rappresenta la sublimazione della ricerca condotta sinora da Lenovo con la serie Yoga nella creazione dell’ibrido 2-in-1 perfetto, un insieme di primati che in questo preciso momento danno a Lenovo un discreto vantaggio nel comparto, e che soprattutto permettono al grande pubblico di sbirciare da vicino il futuro della tecnologia.
Il Lenovo YogaBook è infatti il primo ad avere adottato una tastiera 100% digitale, nonché ad averle dato una doppia funzionalità. Ma non solo: questo tablet consente di trasferire a schermo anche quanto scritto a mano su un comune foglio di carta.
Inoltre è un dispositivo multi ibrido: con l’apertura a elle e la tastiera attiva, è un piccolo netbook; nella stessa posizione, ma attivando la tavoletta grafica, può essere uno strumento da disegno o per prendere appunti a mano; ripiegato su se stesso a libretto rovesciato, può essere usato come un comune tablet. Se poi lo si apre a 180 gradi, poggiandolo su un tavolo, permette di prendere appunti su un apposito blocco note. Inoltre le sue funzionalità cambiano a seconda che lo si scelga in versione Android o Windows. Questa prova è basata sulla sola versione Windows 10 Home.
Lenovo YogaBook: prezzo (↑)
Come tale, lo YogaBook potrebbe persino fare gamma a sé o essere il capostipite di una uova tipologia di prodotti, ma rischia di non essere compreso. È il prezzo, come al solito, che farà la differenza: € 599 per la versione Windows e € 499 per quella Android (a cui si aggiungono i € 50 della Real Pen) sono equi ma non pochi. A certe cifre, è quasi irrinunciabile per gli amanti di tecnologia, un buon investimento per chi ama disegnare in digitale, uno strumento costoso per scrivere e prendere appunti.
Lenovo YogaBook: notebook Windows (↑)
Usato come notebook, lo YogaBook mostra pregi e difetti. Come detto, è estremamente pratico per il trasporto e lo schermo è sufficientemente grande per consentire di lavorare. Tuttavia, Lenovo ha scelto di dotarlo di specifiche contenute che ne limitano l’efficienza quando il lavoro si fa duro.
Il processore è infatti un semplice Intel Atom X5 da 1.44 GHz, un quad core con 2MB cache e Turbo Boost fino a 2.4 GHz che integra anche il processore grafico Intel HD 400. A supporto ci sono pur sempre 4 GB di RAM ma non bastano, ad esempio, a gestire con la dovuta fluidità più finestre aperte contemporaneamente nel browser o a sostenere un lavoro di editing fotografico senza qualche rallentamento.
Il motivo sta nella natura della tastiera che, essendo interamente digitale, richiede l’impegno costante della memoria. Ci si domanda allora perché non sia stato scelto almeno un processore più potente della serie M. La risposta, si presume, sia l’autonomia.
Sulla carta, infatti, la batteria da 8500 mAh è molto promettente, ma se poi entra in gioco la gestione della suddetta tastiera, ecco che il consumo precipita e quindi un processore “a risparmio” diventa una scelta obbligata. Durante i test di durata, in questo modo, lo YogaBook ha raggiunto circa 8 ore di riproduzione video (durante un volo Roma-Honk Kong) e superato abbondantemente le 12 ore di autonomia in altri test di utilizzo misto: Wi-Fi acceso costantemente, molta navigazione in rete, Skype sempre attivo, un’ora di social e scrittura in Word per oltre 4 ore.
Ad aggravare la percezione che si ha dell’autonomia del prodotto, l’assenza dello standard USB-C: la ricarica della batteria richiede diverse ore.
Lenovo YogaBook: tablet Android (↑)
In quanto ibrido, il Lenovo YogaBook ha indubbiamente una vocazione tablet la cui massima espressione è naturalmente in versione Android, purtroppo non testata. Tuttavia, per alcuni versi anche la versione Windows 10 Home si può adattare all’occorrenza, giusto per farsi un’idea.
Lo schermo, anzitutto, è molto reattivo e preciso nel riconoscere contatto e movimento multifinger e la sua risoluzione Full HD (1920×1200 pixel, per la precisione) ben si presta alla visione di film e video; i 400 nit aiutano in tal senso così come il Dolby Audio Premium. Inoltre è dotato della tecnologia AnyPen.
Certamente come tablet, una volta che le due facciate sono ripiegate su loro stesse, lo spessore è superiore alla media (256,6×170,8×0,96 mm sono comunque buone misure anche per un tablet), ma poco importa.
Quel che conta è che le specifiche tecniche – che non cambiano dalla versione Windows a quella Android – siano sufficienti a gestire app e funzionalità. Ed è questo il caso. Inoltre i 64 GB di storage (tramite microSD se ne possono aggiungere altri 128) e i 4 GB di RAM sono in media con i top di gamma.
Con la versione Windows condivide anche la connettività: Wi-Fi 802.11ac e Bluetooth 4.0 – per entrambi ci sarebbe anche una versione 4G di cui al momento non v’è traccia nel negozio online di Lenovo – e il chip GPS. Cambiano invece le colorazioni per la versione Android: grigio e oro champagne.
Lenovo YogaBook: macchina da scrivere (↑)
A proposito di scrittura, una delle peculiarità assolute di questo prodotto, va detto che i pareri sono misti. Provato da più mani durante la permanenza in redazione, la Halo Keyboard – questo il nome dato alla tecnologia di Lenovo – ha riscosso pareri difformi. Alcuni l’hanno trovata scomoda e imprevedibile, altri ne hanno visto il potenziale ma sono rimasti scettici, altri ancora l’hanno apprezzata.
Nel test di scrittura succitato i pareri difformi hanno trovato un comune denominatore: l’esperienza non è paragonabile a quella tradizionale e ci vuole sicuramente un po’ per abituarsi, specie se si è usi scrivere velocemente senza guardare la tastiera. All’inizio lo sguardo cade spesso in basso, infatti, alla ricerca della posizione e dei punti di riferimento.
Una volta presa dimestichezza, però, si comincia ad accelerare e a trovarsi sempre più a proprio agio, merito di un feedback tattile e acustico preciso (all’occorrenza possono essere disattivati entrambi o singolarmente). La stesura di un articolo ha richiesto senz’altro più del dovuto causa la Halo Keyboard, ma l’imputata è riconosciuta colpevole solo per poco più di un’ora di ritardo.
Sotto la tastiera c’è anche un piccolo trackpad munito, nella versione Windows 10 dello YogaBook, di tasto sinistro e destro, posti ai lati dell’area del trackpad. Sebbene sia accurato, preciso e reattivo (riconosce anche lo scrolling verticale con due dita), a differenza della tastiera, il suo utilizzo rimane meno intuitivo perché forza spesso a guardare in basso mancando qualsiasi punto di riferimento.
Lenovo YogaBook: come tavoletta grafica (↑)
Come anticipato, basta una pressione del tasto preposto e lo YogaBook passa da tablet a tavoletta grafica completa, risultato della collaborazione con Wacom da cui deriva l’intera soluzione tecnologica.
Denominata Create Pad, offre un livello di accuratezza elevato e il riconoscimento di 2048 livelli di pressione, proprio come si è abituati ad aspettarsi da tali soluzioni. Tenendolo aperto, si visualizza a schermo quel che si sta disegnando o scrivendo sulla superficie nera, con un lag assente.
Il sistema riconosce anche la scrittura a mano libera e, nella versione Windows, offre la piena compatibilità con tutti i programmi che già supportano l’utilizzo di penne elettroniche, fra cui OneNote (la versione Android dispone dell’app Lenovo Note Saver).
Lenovo YogaBook: uso come blocco note (↑)
Ed ecco il vero fattore wow anticipato in apertura di articolo: piegando su se stesso lo YogaBook ecco che ci si ritrova fra le mani un vero e proprio blocco note, con tanto di fogli di carta. No, non è uno scherzo: attaccando alla superficie Wacom un supporto per fogli A5 appositamente creato da Lenovo, il dispositivo cinese è in grado di digitalizzare in tempo reale quanto viene scritto e disegnato a mano libera su carta.
La cosa straordinaria è che la Real Pen – questo il nome della penna proposta da Lenovo per l’occasione – usa delle vere cartucce a inchiostro (ce ne sono tre in dotazione) e permette di scrivere su qualsiasi foglio di carta. Il segreto sta nella tecnologia impiegata, denominata EMR, che sfrutta la risonanza elettromagnetica per consentire alla superficie della tavoletta di riconoscere l’esatto punto di contatto della mina e il successivo movimento.
Cosa ancor più interessante, è sempre l’EMR a riconoscere il livello di pressione, il che significa che la Real Pen non ha batterie perché non deve comunicare con un software dedicato che ne riconosca i movimenti. Non sorprende quindi che il ritardo sia pressoché assente anche in questo caso, nell’ordine di una frazione di secondo. Il riconoscimento è precisissimo, senza tentennamenti, sbavature o approssimazioni.
Uniche pecche sono le dimensioni della penna stessa, un po’ ingombrante, e la totale assenza di un aggancio fisico o magnetico al tablet per non rischiare di perderla.
Lenovo YogaBook: design (↑)
Il design sarebbe la cosa più evidente ma è trattata per ultimo in quanto meno sorprendente di quel che il Lenovo YogaBook riesce a fare. Si presenta come un libretto sottile (9,6 mm) ma solido, dal peso molto contenuto (680 gr). Portarlo con sé è estremamente comodo dato l’ingombro ridottissimo: può scivolare facilmente in borsa o stare in una tasca della ventiquattrore.
La scocca è realizzata interamente in alluminio e la sola colorazione al momento distribuita in Italia è quella nera. Sul bordo superiore spicca la cerniera ormai distintiva dell’intera serie Yoga, che rende questo ibrido pieghevole su se stesso a 360 gradi.
La superficie liscia minimalista mostra solo il logo Lenovo, da un lato. Sui bordi sono visibili i tasti cromati per accensione/standby e volume, oltre a una porta micro-USB (valida per la ricarica), al jack audio da 3,5 mm, a uno slot per microSD e un’altra porta micro-HDMI. Ci sono anche le griglie per due speaker stereo che restituiscono un volume sufficientemente buono anche per la musica.
Una volta aperto, gli unici elementi di disturbo – in quella che altrimenti appare come una superficie interamente liscia su ambo i pannelli – sono la fotocamera frontale per le videochiamate, in testa allo schermo IPS da 10,1 pollici, e un tasto che permette il passaggio alternativamente dalla tastiera alla tavoletta grafica.
Anche da aperto, che lo si trasporti o lo si poggi su di una scrivania, è un prodotto che attira fortemente lo sguardo, in special modo quando la tastiera si attiva illuminandosi.
Pregi e difetti: conclusioni (↑)
Non c’è nulla di simile al Lenovo YogaBook al prezzo di 499 €. A molti basterebbe questo presupposto per volerne uno. E se non bastasse, l’inedita funzionalità come blocco note e la versatilità smisurata abbatterebbero molte resistenze.
Delizioso come tavoletta grafica per i creativi, stupefacente come blocco note per gli irriducibili dell’inchiostro, affidabile come notebook e buono come tablet, assolve al suo dovere sia in ambito lavorativo sia nell’intrattenimento.
Non è però esente da difetti. Alcuni sono opinabili, come il fatto che la Halo Keyboard, nonostante l’appeal altamente tecnologico e un’esperienza d’uso migliore della scrittura a schermo tipica di un tablet, non è lontanamente paragonabile a una tastiera fisica.
Altri difetti sono invece oggettivi: anzitutto come notebook è equiparabile a un modello di fascia bassa quando se ne misurano specifiche e prestazioni, al punto da far sperare nell’uscita imminente di una nuova versione più performante. E poi, data l’anima altamente innovativa di un simile prodotto, perché non è dotato di USB Type-C?