Ci ha provato LG, con il G5, e ora ci prova Lenovo con il Moto Z: il primo smartphone modulare della fu Motorola nonché il primo top di gamma della “gestione” cinese. Però, prima di approfondire il tema dei moduli – che Lenovo ha intelligentemente battezzato Moto Mods –, è meglio soffermarsi su quello che è il Moto Z, ovvero un signor device, un top di gamma a cui non manca nulla o quasi.
Design
A cominciare dal design, che come per ogni flagship che si rispetti, è decisamente curato e, quel che non guasta, accattivante. Anzitutto, è molto sottile: i suoi 5,2 mm di spessore non sono un record su un modello di largo formato (153,3 x 75,3 x 5,19 mm), ma fanno il loro effetto. E che dire dei materiali? Scocca in metallo e superfici fronte e retro in vetro lucido. Minimalismo, sembra inneggiare il Moto Z. Non riesce a intaccarne il gusto estetico nemmeno la fotocamera posteriore protundente, sapientemente incastonata in un circolo elevato e a sua volta circondato da un anello argenteo, all’interno del quale spiccano l’obiettivo, il flash dual tone e il logo Moto.
Unico difetto estetico, la serie di punti di contatto per i Mods posti in basso, di colore oro. Forse argentati sarebbero stati meno evidenti. Ad ogni modo, per nasconderli basta usare una delle tante cover sviluppate per questo smartphone: nella confezione del modello in prova, una cover con superficie in tessuto si aggancia sul retro in un clac magnetico. La cover, oltre alla funzione estetica, ha il vantaggio di migliorare la presa in mano del Moto Z, altrimenti non proprio fra le più comode (136g).
Sulla parte frontale, in alto figurano la capsula auricolare, che cela anche la cassa audio, la fotocamera frontale e un flash; in basso, il lettore di impronte (preciso e veloce), a cui lati sono simmetricamente disposti i sensori ambientali (c’è anche il magnetometro). I comandi di Android sono a schermo.
Sul profilo alto, si scorgono il microfono (in tutto ce ne sono 4) e il cassettino per nano SIM e microSD (supporta fino a 2 TB), oltre all’antenna, mentre sul profilo opposto spicca il solo connettore USB Type-C, che funge anche da jack audio – ebbene sì, Apple non è la sola ad aver detto addio al vecchio 3,5 mm. Infine, sul bordo destro, il bilanciere del volume e il tasto funzione completano la lista.
Nella confezione, curata ma non “stilosa” per un top range, sono inclusi il cavo di ricarica A/C, un bumber rigido trasparente e, fortunatamente, l’adattatore per le proprie cuffie preferite. Grandi assenti, il cavo USB e un paio di cuffie.
Bagaglio tecnico
Anche la dotazione tecnica del Moto Z è di alto livello: processore Snapdragon 820 quad core da 1,8 GHz, GPU Adreno 530, 4 GB di RAM e 32/64 GB di storage. La connettività, ovviamente, include LTE fino a 450 Mbps, Wi-Fi (fino ad ac) e il Bluetooth 4.1, oltre ad A-GPS e chip NFC.
Non da meno il comparto software, che offre Android Marshmallow aggiornato alla versione 6.0.1 e un’interfaccia pulita e praticamente stock, fatta eccezione per una lieve personalizzazione. L’app Moto raccoglie le funzioni progettate appositamente da Lenovo, come Actions, ossia un insieme di gesture dedicate a funzioni specifiche, Moto Display, che attiva le notifiche sul blocco schermo e la gesture per visualizzarle (passando la mano sopra lo schermo senza toccarlo appaiono le notifiche non lette) e Moto Voice, che dà accesso alla ricerca vocale di Google.
L’esperienza d’uso è fra le migliori provate su un dispositivo Android: estremamente fluida, veloce e reattiva in ogni circostanza, non sembra risentire mai del multitasking né dell’impiego di maggiori risorse quando si guarda un film o si gioca a un titolo particolarmente pesante. Davvero ben fatto.
La batteria, invece, non è un cavallo di battaglia del Moto Z: 2600 mAh sono al di sotto della media recente (lanciata proprio da diversi produttori cinesi concorrenti) tuttavia, con un uso moderato – 2 ore di telefonate, 20 messaggi fra SMS e Whatsapp, 10 foto, 15 minuti di casual gaming, 30 sui social, 15 di GPS, 10 di YouTube e 15 di musica – si arriva tranquillamente a tarda serata. Incrementando progressivamente l’impegno di CPU, GPU, Wi-Fi, ecc., naturalmente l’autonomia cala, e non di poco: ad esempio, giocando, navigando, guardando qualche filmato e chattando, dal 100% si scende sotto la soglia psicologica del 50% in un paio d’ore.
Niente paura, però: con la funzione TurboPower il telefono si ricarica al 100% in circa 30 minuti. Inoltre fra i Moto Mods già in commercio, Lenovo ha rilasciato anche un apposito powerbank (Incipio offGRID Power Pack, € 69,90). Non ha nulla di più di un qualsiasi powerbank, però, agganciandosi perfettamente al Moto Z, riduce senz’altro l’ingombro.
Multimedia
Protetto dall’onnipresente Corning Gorilla, il display del Moto Z è un AMOLED da 5,5 pollici Quad HD (2560 x 1440 pixel per 535 ppi). Nulla da dire, quindi, sulla nitidezza delle icone, dei testi e delle immagini, tanto meno sui colori di foto e filmati. Gli AMOLED, però, non hanno solo pregi: inclinando il punto di visuale, si perde parte della gamma colori, virando verso un tono generalmente freddo.
La fotocamera principale del Moto Z è da “soli” 13 megapixel, ma ha una sensibilità pari a ƒ/1.8, il che rappresenta davvero un ottimo valore. Inoltre l’obbiettivo si avvale di uno stabilizzatore ottico efficace. A supporto interviene anche un’interfaccia semplice e al contempo completa, che offre un preset standard comprensivo di HDR e anche la modalità manuale.
Ottimo al cambio di luce, aggiustando luminosità e contrasto in un breve lasso, il sensore patisce la scarsa luce un po’ più di quanto ci si aspetterebbe da un top di gamma. Per fortuna regala mirabili risultati in ambienti mediamente illuminati o alla luce naturale, condizione, questa, in cui l’autofocus laser è da podio. Lo zoom digitale 8x, per quanto potente, deteriora immediatamente le immagini.
Nel complesso, ne risultano immagini molto convincenti per dettaglio e gamma cromatica, con la quasi totale assenza di moiré. Non lo si può consigliare a un appassionato di fotografia, ma certamente farebbe felici tutti quelli che vogliono sfoggiare i propri scatti artistici su Instagram.
Coglie di sorpresa la qualità dei video: 4k nitidi, dettagliati, vividi e ben bilanciati dallo stabilizzatore. Ottimi per salvare i ricordi più belli. Lo stesso dicasi per la fotocamera frontale – 5 megapixel, ƒ/2.2 – grandangolare, che riesce a immortalare bene la scena anche in bassa luce, grazie al flash dedicato.
L’audio, invece, non è di pari grado: benché potente, è accettabile per l’ascolto occasionale di musica e se la cava bene per assistere la riproduzione dei video. Non è una delusione, ma nemmeno un pregio.
Conclusioni
Nel panorama dei top di gamma di fine anno, senz’altro Lenovo Moto Z è uno smartphone meritevole di attenzione. Inoltre, in termini di marketing, € 699 sono perfettamente in linea sia con il posizionamento di mercato sia con il bagaglio tecnico.
Tuttavia è innegabile che ormai ci siano prodotti di pari livello ben più economici, come il OnePlus 3 tanto per citarne uno, e che arrivando tardi rispetto ai concorrenti, avrebbe potuto offrire qualche caratteristica di maggior spicco.
Quindi, benché non ci siano difetti evidenti, lo schermo sia ottimo, la fotocamera anche e le prestazioni convincano appieno, c’è la sensazione che si potesse fare qualcosina in più. E non è un caso: Lenovo spinge all’acquisto dei Moto Mods (affatto economici) proprio per migliorarne ed espanderne le funzioni (specie quelle multimediali) anche nel lungo periodo, il che è assolutamente un pregio. Ma, allora, ci si torna a domandare: perché il Moto Z non costa almeno € 100 in meno?
MOTO MODS
Capitolo a parte meritano i Moto Mods. Al momento del lancio ce ne sono quattro (sono in programma ulteriori Mods nei mesi a seguire): dal succitato powerbank, alle casse JBL Soundboost (€ 89,90), al modulo Hasselblad True Zoom (€ 259,90), fino al proiettore Insta-Share. Si comincia con un approfondimento proprio su quest’ultimo, con la promessa di trattarli tutti non appena possibile.
Moto Insta-Share Projector
Moto Insta-Share Projector è un pico proiettore DLP pensato soprattutto per la condivisione. Adatto anche al lavoro, ha però nell’intrattenimento il suo focus. Si aggancia e si sgancia in un lampo (il Moto Z vibra per assicurare che ha riconosciuto il modulo) ed è subito pronto all’uso, proiettando qualsiasi cosa visualizzata sullo schermo del telefono. Aggiunge 125 g al peso del telefono; nella confezione è inclusa una pochette per il trasporto.
Limitato alla risoluzione WVGA (480p) con contrasto di 400:1 e 50 Lumen, Insta-Share non è particolarmente luminoso: dà il meglio di sé al buio e a una distanza massima di 1,5 metri, ma al graduale aumentare della luce ambientale e della distanza (Lenovo dichiara un massimo di 70" in 16:9, ma non sono raccomandabili), il degrado è esponenziale.
Dotato di correttore automatico della luminosità, corregge ottimamente da sé anche la distorsione se si modifica l’angolo di proiezione, mentre l’apposita ghiera permette la messa a fuoco manuale. Inoltre il cavalletto integrato permette i più disparati angoli di proiezione, compreso verso il soffitto.
Ha una batteria interna da 1100 mAh che può essere ricaricata autonomamente oppure tramite smartphone. L’autonomia è di circa un’ora (si può vedere un intero film con entrambi il telefono e il modulo carichi al 100%) mentre le prese di ventilazione aiutano a mantenere la temperatura del modulo accettabile. Il costo non è “amichevole”: € 309,90.
JBL Soundboost
Anche il JBL Soundboost si aggancia in un istante al Moto Z, attivando immediatamente l’uscita audio e l’equalizzatore dedicato. Lo scopo, chiaramente, è quello di migliorare la resa sonora dello smartphone, e questo Mod lo fa ottimamente.
Non è al livello dei migliori speaker esterni Bluetooth ma il volume è elevatissimo e la qualità audio è piuttosto buona. Ben udibile anche all’aperto, sebbene con qualche lieve distorsione, è in ambienti chiusi che dà il meglio di sé, specie se non troppo grandi.
Il sistema progettato da Harman pare infatti sfruttare significativamente la rifrazione per ottenere la massima ricchezza acustica. Le alte e medie frequenze sono chiare mentre i bassi sono abbastanza profondi e voluminosi da garantire un piacevole ascolto di musica e colonne sonore.
Dotato di un piccolo cavalletto per posare telefono e Mod su una superficie piana, JBL Soundboost pare rendere meglio quando le casse non sono rivolte direttamente verso l’ascoltatore. L’utilizzo “da scrivania” è consigliato anche per il peso – 145 grammi – che in pratica raddoppia quello del Moto Z. Ciononostante le casse lasciano libera l’area della fotocamera.
Dotato di batteria propria – il Soundboost si ricarica solo se attaccato al telefono -, offre un’autonomia di 10 ore circa ma non dispone della ricarica rapida il che non è male considerando che al suo interno ci sono due casse stereo da 3W ciascuna con un range di 200Hz-20kHz.
Per molti potrebbe non rappresentare l’acquisto ideale, ma per il suo prezzo contenuto, potrebbe invece rivelarsi come il migliore dei Mods acquistabili in questo momento.
Hasselblad True Zoom
Anche il Moto Mod Hasselblad True Zoom è immediato nell’aggancio e nell’utilizzo come tutti gli altri moduli provati finora. Un clac e si è pronti a scattare sfruttando un sensore da 12 megapixel e uno zoom 10X (25-250mm).
Ma perché comprare questo Mod se il moto Z ha già una buonissima fotocamera, si chiederanno in molti. Il plus sta proprio nello zoom, il cui range è decisamente inconsueto per uno smartphone, e darà non poche soddisfazioni a chi lo sceglierà per questo motivo.
Tuttavia, come i più esperti di fotografia avranno già intuito, la sensibilità di un’ottica estesa varia in misura allo zoom. In questo caso si passa da un discreto f/3.5 a un meno convincente f/6.5, il che costringe a scegliere le estensioni maggiori solo in condizioni di buona luminosità. A poco servirà infatti la gamma ISO 100-3200 per ridurre il rumore digitale quando la luce è scarsa e lo zoom esteso. Per fortuna lo stabilizzatore ottico di cui è dotato svolge un discreto lavoro.
Alla prova pratica, si nota subito che messa a fuoco e scatto non sono rapidissimi e che le foto scattate in RAW alla massima estensione dello zoom presentano una discreta distorsione ai bordi (il difetto viene corretto automaticamente in JPEG con un crop dell’immagine). La qualità degli scatti non merita né demerita, a riprova che il vero plus di questo add-on sta nello zoom 10X.
Il flash allo xeno si dimostra tanto potente quanto freddo, ma farà comunque un discreto lavoro fino a 2 metri. Infine un accenno ai video: Hasselblad True Zoom di fatto esclude la funzione 4K, limitandosi a registrazioni in 1080p.
Questo Mod mette inoltre a disposizione un’interfaccia dedicata intuitiva e maneggevole, che include anche una buona modalità manuale per il controllo completo delle impostazioni di scatto. C’è però una pecca: chi preferisse usare quest’ultima modalità sappia che, a ogni spegnimento e accensione del modulo, i setting verranno automaticamente riportati alla modalità automatica. Una scelta, questa, ben precisa di Lenovo ma non necessariamente condivisibile.
Sul corpo macchina si trovano i soli tasti di accensione, scatto (a doppia corsa) e la leva per lo zoom, ma trattandosi di un prodotto Hasselblad, gli acquirenti del True Zoom vi ritroveranno alcuni elementi di design ben noti che conferiscono al Moto Z un ulteriore appeal. Però c’è anche un maggiore ingombro e un peso di ulteriori 144 grammi da prendere in considerazione.
In definitiva, di tutti i Moto Mods, questo è quello dal maggior appeal, per via della celebre partnership, ma anche il meno convincente, dato che per il suo prezzo non raggiunge pienamente i risultati sperati.