Di tutto, di più
Nel settore delle fotocamere compatte “premium”, Panasonic rilascia ormai da anni strumenti di grande qualità, e ora prosegue la tradizione con la nuova DMC-TZ40, che, con il suo prezzo prezzo e la sua imponente dotazione tecnica, è indirizzata a chi vuole qualcosa di più di un semplice strumento per realizzare foto da social network, ma predilige comunque dimensioni contenute per esaltare la portabilità.
La scheda tecnica della Panasonic DMC-TZ40 è, senza mezze parole, impressionante: in un dispositivo così piccolo troviamo, infatti, tutto o quasi quello che si potrebbe desiderare da un “gadget” moderno. Tra schermo touch, Wi-Fi, modulo GPS integrato, bussola, orizzonte elettronico e addirittura NFC (Near Field Communication), questa fotocamera è decisamente in grado di soddisfare anche il più esigente degli amanti della tecnologia.
Dal punto di vista più prettamente fotografico, la dotazione è egualmente “esagerata”, con un sensore da ben 18 megapixel e un obiettivo zoom 20x che si estende da 24mm in posizione grandangolare a 480mm in posizione di tele (in formato equivalente 35mm). Se in termini di lunghezza focale davvero non si potrebbe chiedere di più, la situazione è meno rosea in quanto a diaframmi: l’apertura massima è infatti rispettivamente f/3.3 e f/6.4, il che significa che ci troviamo di fronte a un obiettivo piuttosto “chiuso”, con tutte le conseguenze del caso (impiego di tempi di scatto più lunghi o ISO più elevati).
Design e qualità costruttiva
Questa impressionante sfilza di specifiche trova spazio all’interno di una fotocamera comunque molto piccola e, soprattutto, leggera: con scheda SD e batteria inserite, la Panasonic DMC-TZ40 pesa solo 198 grammi.
La qualità costruttiva è buona, ma non eccezionale: non si ha l’impressione che qualche lieve urto accidentale possa danneggiare la fotocamera, ma i materiali impiegati e il feeling generale, forse, non rispecchiano completamente il prezzo. Specialmente, la ghiera delle modalità, lo sportellino della batteria e i tasti funzione restituiscono un feedback abbastanza “plasticoso”, con questi ultimi che oltretutto sono decisamente piccoli rispetto allo spazio disponibile.
Anche l’ergonomia è migliorabile: sul lato frontale è inserito un generoso grip che aiuta a rendere salda l’impugnatura, ma su quello posteriore troviamo solo una piccola area puntinata in rilievo su cui poggiare il pollice.
Il layout dei comandi è, comunque, soddisfacente e tutte le operazioni si svolgono con una certa facilità, grazie anche a dei menu ben disegnati e distribuiti. Buono anche lo schermo LCD da 3″ e 920.000 pixel, abbastanza piacevole in quanto a resa di colori e contrasti e sicuramente ben definito. Il modello da noi testato della Panasonic DMC-TZ40 ha un pixel verde fisso e soprattutto una lieve perdita di luminosità dal lato sinistro del pannello, visibile nelle scene molto scure, ma riteniamo si tratti di un difetto del modello di prova. Come già detto, ci troviamo in presenza di un pannello touch: la reale utilità di questa caratteristica è questione di preferenze personali (noi restiamo legati ai comandi fisici, generalmente meglio gestibili), ma chiunque desiderasse mettere a fuoco e scattare toccando lo schermo troverà apprezzabili queste e altre caratteristiche della TZ40.
Una scelta che non condividiamo, invece, è quella di non includere nella dotazione un caricabatterie tradizionale: la ricarica si effettua (tramite cavo USB) direttamente con la batteria all’interno della fotocamera. Si tratta di una soluzione classica in campo smartphone, ma che in ambito fotografico comporta alcune limitazioni, come l’impossibilità di continuare a utilizzare la fotocamera con una batteria di riserva mentre quella esaurita viene lasciata in carica. Oltretutto, la gestione della batteria è un fattore di non secondaria importanza in questa fotocamera: data l’imponente dotazione tecnologica, quando tutte le funzioni sono attive (GPS, stabilizzatore, ecc.), la durata di una carica si attesta su valori medio-bassi, ossia circa 200-250 scatti.
Sempre connessa
La Panasonic DMC-TZ40 è di certo votata alla connettività e alla versatilità, grazie all’ampia gamma di tecnologie già menzionate. Il modulo GPS integrato permette il geotagging delle immagini e l’impiego di una bussola elettronica, entrambe caratteristiche utili in contesti di viaggio e turistici, mentre il giroscopio consente di visualizzare un orizzonte elettronico su due assi, in grado di dirci quando le nostre foto sono perfettamente allineate con il suolo, per garantire panorami equilibrati e prospettive corrette. Una nota sul GPS: ci è sembrato piuttosto lento ad agganciare il segnale, anche in zone completamente sgombre e solitamente ricettive.
L’antenna Wi-Fi permette alla TZ40 di comunicare con dispositivi come smartphone e tablet, che, grazie all’app Panasonic dedicata (scaricabile gratuitamente dai rispettivi store), possono anche controllare in remoto questa fotocamera.
La presenza del modulo NFC, infine, rende molto semplici le operazioni di sincronizzazione con i dispositivi compatibili (basta il tocco tra i due device) e consente di evitare lunghe e tediose configurazioni di rete wireless.
Performance e qualità d’immagine
Anche dal punto di vista della performance, in termini di rapidità e precisione di utilizzo, la Panasonic DMC-TZ40 non delude. L’autofocus, nelle sue varie modalità, è rapido e preciso per uno strumento di questa categoria, mentre la capacità di realizzare scatti in sequenza fino alla velocità di 5 fps con AF continuo o addirittura 60 fps con AF singolo (e risoluzione limitata a 2,5 megapixel) è davvero impressionante: combinata con il tele da 480mm, darà sicuramente buone soddisfazioni in ambito di fotografia sportiva, a patto che ci si trovi in condizioni di luce ottimali.
Molto buono è lo stabilizzatore ottico d’immagine, che nella nostra prova si è dimostrato efficace nel ridurre le vibrazioni fino a consentire di effettuare scatti a mano libera a tempi moderatamente lenti anche alla lunghezza focale piena di 480mm.
Davvero interessanti anche le capacità in campo macro: l’obiettivo mette, infatti, a fuoco molto vicino all’elemento frontale (solo 3cm in posizione wide) e consente di catturare ingrandimenti di un certo impatto.
Positiva anche la situazione sul fronte video: con la Panasonic DMC-TZ40 è possibile registrare filmati a risoluzione Full HD e 50 fps in formato AVCHD, o 25 fps in formato MP4. Curiosamente, la scheda tecnica ufficiale riporta la possibilità di catturare filmati anche a 100 e 200 fps (in risoluzione VGA) che però noi non siamo riusciti a trovare nei menu, neppure con l’aiuto della manualistica cartacea e digitale.
I filmati registrati sono comunque di ottima qualità, ricchi di dettaglio e ben contrastati, e l’operazione di zoom molto silenziosa e fluida; in congiunta con l’efficacia dello stabilizzatore ottico, consente di sbizzarrirsi in riprese a distanza davvero divertenti. Molto interessante, e abbastanza efficace, è anche la funzione che utilizza la livella elettronica per correggere automaticamente l’inclinazione delle riprese video.
È nel campo delle semplici fotografie che la TZ40 denuncia maggiormente la sua natura di compatta. Il sensore di ridotte dimensioni (1/2,3″) si comporta discretamente in quanto a riproduzione dei colori, aiutato anche da un bilanciamento del bianco generalmente preciso, ma soffre quando si catturano immagini fortemente contrastate o in situazioni di scarsa luce. Nel primo caso, il dettaglio nei toni medi è palesemente impastato e la gamma dinamica risulta limitata, mentre nel secondo è possibile rilevare una forte presenza di rumore digitale, che è comunque presente e visibile anche al valore base di 100 ISO e che incrementa esponenzialmente quando si superano gli 800, richiedendo un approccio sempre più deciso di noise reduction (con conseguente perdita di dettaglio).
Il risultato è che i 18 megapixel della Panasonic DMC-TZ40 possono essere realmente sfruttati a dimensione piena solo in condizioni di illuminazione assolutamente ideale, caratteristica condivisa dalla maggioranza delle compatte e che risulta di poca rilevanza in un contesto di utilizzo quotidiano: per la visualizzazione su monitor e la stampa a dimensioni standard (fino a 20×30 cm), davvero non c’è bisogno di 18 MP. Ciò non toglie che avremmo preferito vedere implementato un sensore più equilibrato in quanto a megapixel e più performante in condizioni difficili.
Le immagini catturate dalla TZ40 sono, comunque, complessivamente buone e di certo in linea con quanto ottenibile con altre compatte della medesima fascia. Il vero pericolo per questa fotocamera potrebbe giungere dalle concorrenti mirrorless e persino dalle reflex entry-level: con appena 100 euro in più, si possono trovare alternative senz’altro più performanti per qualità d’immagine (anche offerte dalla stessa Panasonic), sebbene in dimensioni decisamente meno tascabili.
Verdetto:
Nel complesso, la Panasonic DMC-TZ40 è una superzoom molto valida, che non brilla particolarmente per qualità dell’immagine, ma che compensa con una dotazione tecnologica impareggiabile o quasi (per un dispositivo di questa fascia) racchiusa in un form factor molto compatto e accattivante.
Se è questo che cercate in una fotocamera moderna e se non siete infastiditi dalla performance solo discrete sugli alti ISO e dalla relativa chiusura dell’obiettivo, non abbiamo ragioni per sconsigliarvi l’acquisto.