Mission: impossible
Lo scopo del formato micro 4:3 è sempre stato quello di offrire fotocamere più compatte delle tradizionali reflex, mantenendo però intatta la qualità d’immagine e il reparto prestazionale. La missione può dirsi definitivamente compiuta nella nuova Panasonic Lumix GM1, che non solo è tra le mirrorless più piccole in assoluto, ma all’interno della sua scocca compattissima riesce a integrare il medesimo sensore della top di gamma GX7 e una serie di caratteristiche tecniche che non sfigurano rispetto a quelle di strumenti ben più grandi e pesanti.
Il tutto è stato possibile, in parte, grazie alla creazione di un nuovo meccanismo di otturatore, davvero miniaturizzato, che rappresenta sia il maggior punto di forza della Lumx GM1, sia, come scopriremo più avanti, uno dei suoi potenziali difetti più grandi.
Scheda tecnica e costruzione
Impugnare la Panasonic Lumix GM1 è una vera rivelazione: questa macchina ha dimensioni che fino a poco tempo fa avremmo attribuito a una compatta da tasca con sensore a dimensione ridotta e qualità dell’immagine corrispondente. Invece qui siamo in presenza di una vera e propria micro 4:3 ad obiettivi intercambiabili, compatibile con tutte le lenti uscite finora per il formato e dotata di un range di comandi che, pur limitati dal ristretto spazio offerto dal corpo macchina, possono sicuramente soddisfare un amante della fotografia mediamente avanzato.
La scheda tecnica corrisponde a un sensore CMOS da 16 megapixel (il medesimo della GX7, appunto), una velocità di raffica da 5 fps, uno schermo touch da 3″ di diagonale e 1.036k punti e un’antenna Wi-Fi integrata per la comunicazione con smart device.
L’obiettivo fornito in kit con la Panasonic Lumix GM1 è un equivalente 24-64 mm f/3.5-5.6 realizzato su nuovo design, per contenere al minimo le dimensioni e adattarsi al minuscolo corpo macchina. Per chi volesse montare uno degli svariati obiettivi micro 4:3 e mantenere comunque il bilanciamento della macchina, è disponibile un piccolo grip aggiuntivo venduto a parte, che ne migliora anche l’impugnatura.
Il corpo macchina è comunque ben disegnato, molto semplice e pulito. La scelta dei materiali è discreta e trasmette un feeling da fotocamera di qualità, se non fosse per un unico dettaglio: lo schermo touch, se premuto con un minimo di intensità, scricchiola e flette un po’ troppo. Il design dei controlli e dei menu è logico e ben realizzato, consentendo di accedere alla maggior parte delle funzioni offerte da questa fotocamera senza fatica.
Fanno eccezione alcuni aspetti, che, a seconda delle abitudini di utilizzo, possono risultare più o meno importanti: il focus manuale, ad esempio, può essere selezionato molto rapidamente attraverso un selettore meccanico, ma poi risulta abbastanza scomodo e macchinoso da utilizzare, essendo delegato a variate pressioni sul touch screen della macchina.
Usabilità e performance
Nell’impiego sul campo, la Panasonic Lumix GM1 stupisce decisamente in quanto a prestazioni. La velocità dell’autofocus, con l’obiettivo in kit, è veramente istantanea, tanto da non far rimpiangere quella delle reflex di fascia media. La macchina è pronta a scattare davvero in un istante, il tempo di attesa tra uno scatto e l’altro è minimo, e anche la raffica da 5 fps con AF singolo o 4 fps con focus tracking continuo è ottima (per non parlare della modalità super-high con otturatore elettronico, ormai comune nei modelli Panasonic di fascia alta, che ci porta addirittura a qualcosa come 40fps).
Anche l’obiettivo in kit, compattissimo grazie al design richiudibile, offre una buona performance in quanto a nitidezza e contenimento della distorsione, garantendo inoltre un autofocus totalmente silenzioso. Peccato per una performance macro un po’ sottotono, che potrebbe deludere chi è abituato alla messa a fuoco super-ravvicinata della sua compatta tradizionale: qui la distanza minima è di circa 10 cm e non garantisce ingrandimenti particolari.
Buona è, invece, la performance dello stabilizzatore, che consente di scattare a mano libera e tempi relativamente lenti senza troppe preoccupazioni. In questo campo, però, i risultati offerti dalla stabilizzazione Olympus sono ancora di un altro livello.
Veniamo dunque alla nota dolente, l’unica della Panasonic Lumix GM1, che è il flash. Panasonic ha aggiunto un piccolo lampeggiatore pop-up, che potrebbe tornare utile in svariate situazioni, se solo l’otturatore di questa macchina non limitasse la sincronia flash a un valore estremamente basso: solo 1/50 di secondo. Questo significa che il flash, sostanzialmente, può essere impiegato solo in condizioni di bassa luce, perché per utilizzare il lampo di riempimento in scene diurne (ossia l’impiego più logico per un lampeggiatore del genere) senza ottenere una sovraesposizione è necessario impostare valori di apertura davvero estremi: da f/16 in su. Questo difetto, a seconda delle abitudini fotografiche di ciascuno, può risultare sia totalmente trascurabile sia una barriera inaccettabile.
Qualità di foto e video
Il rapporto dimensioni/qualità dell’immagine offerto dalla Panasonic Lumix GM1 è, in una sola parola, sensazionale. I file Jpeg catturati sono paragonabili a quelli dell’ammiraglia GX7 e risultano dunque eccellenti in quanto a dettaglio e valori cromatici fino ad almeno 1.600 ISO. Una prestazione che surclassa, senza mezzi termini, quella di tutte le altre fotocamere di queste dimensioni. Semplicemente, non esiste sul mercato un’altra compatta tascabile in grado di offrire una qualità paragonabile.
A livelli ISO base, il dettaglio è eccellente anche con una visualizzazione dei pixel al 100%, e il rumore digitale resta ottimamente contenuto anche quando si impostano valori maggiori, con solo le soglie etreme di ISO 3.200 e 6.400 che cominciano a sollevare qualche dubbio di usabilità. Anche la gamma dinamica è buona e, nelle situazioni più dure, si lascia comunque estendere attraverso una funzione di HDR automatico molto comoda e dagli ottimi risultati.
L’engine Jpeg di Panasonic continua a non essere tra i migliori del mercato, offrendo a volte sgradevoli dominanti magenta nei cieli, ma è comunque migliorato negli ultimi anni ed è ormai in grado di offrire buoni risultati nella maggior parte delle situazioni.
Buono, ma non eccellente, anche il reparto video, tradizionale piatto forte delle mirrorless Panasonic. Nella Lumix GM1 troviamo una resa leggermente più limitata del solito, a partire dalla risoluzione massima (1080i a 50fps) fino alla qualità dei risultati, in questo caso non equiparabili a quelli espressi dalla top di gamma GX7. I filmati registrati sono comunque gradevoli come dettaglio e colori, la prestazione dell’autofocus continuo è buona e l’audio registrato dai microfoni stereo integrati è sufficientemente chiaro.
Verdetto
La Panasonic Lumix GM1 è una fotocamera straordinaria sotto molti punti di vista. Presenta il miglior rapporto tra dimensioni e qualità d’immagine di tutte le fotocamere attualmente sul mercato e offre una performance e un range di funzioni avanzate in un corpo macchina realmente tascabile.
Inoltre, a differenza di tutte le super-compatte sul mercato (eccezion fatta per la Pentax Q7, che però ha un sensore di gran lunga più piccolo), è in grado di accettare obiettivi intercambiabili, quindi consente di scegliere tra tutta la nutrita gamma micro 4:3.
L’unico difetto vero e proprio di questa macchina è una capacità di sincronia flash estremamente limitata: solo 1/50s. Lasciamo ai fotografi e alla loro esperienza il compito di giudicare se si tratti di una restrizione fondamentale o meno.
Il prezzo della GM1, venduta in kit con l’obiettivo 12-32mm a 699 euro, certamente non può definirsi “micro”, ma risulta comunque adeguato alle qualità e all’unicità di questa macchina, che al momento attuale non ha vere equivalenti sul mercato.