Il drone Parrot Bebop 2 FPV è l’evoluzione del Bepop, quadricottero dalle caratteristiche molto interessanti e gestibile in remoto con lo Skycontroller, una sistema di controllo a tracolla piuttosto ingombrante e dal prezzo importante. Webnews ha testato il nuovo drone Parrot Bebop 2 FPV, disponibile su Amazon e su altri siti eCommerce, e propone la recensione dopo aver effettuato una prova di tutte le novità fra i cieli di Roma.
Parrot Bebop 2 FPV: recensione e prezzo
D’altronde, volare è da sempre una delle grandi ossessioni dell’uomo, ma certamente non è da tutti calarsi in parapendio o gettarsi col paracadute. Per fortuna, i droni sono ormai alla portata di tutti e consentono a chiunque lo desideri di spiccare il volo pur restando con i piedi ben saldi in terra.
Parrot è senz’altro fra i produttori più attivi nel comparto dei droni consumer e, a non molta distanza temporale dal lancio del Bebop 2, ha proposto anche un pacchetto di espansione contenente lo Skycontroller 2, versione aggiornata e alleggerita del precedente controller a tracolla, e gli inediti Cockpitglasses, un visore FPV (First Person View) per la visione in tempo reale di quanto ripreso dall’obbiettivo del drone stesso.
Parrot Bebop 2: prezzo (↑)
Chi già possedesse il Bebop 2 può fare suo il nuovo controller e il visore per €349,90, altrimenti è possibile acquistare un bundle unico al prezzo – non propriamente amichevole – di €699,90. Fortunatamente, spesso temporaneamente in promozione a circa €200 in meno.
Aperta la scatola, si scopre che la versione in bundle ha bisogno di un primo intervento manuale per il montaggio delle quattro eliche sui rispettivi motori. Per fortuna, il manuale è molto chiaro riguardo alle procedure da seguire ma a dire il vero può bastare anche un’occhiata per seguire gli accoppiamenti cromatici che distinguono le due eliche anteriori da quelle posteriori (nella confezione ce n’è anche un set in più).
La qualità costruttiva appare piuttosto buona e finalmente quasi priva di polistirolo (rimane sul muso): le plastiche leggere adottate al suo posto conferiscono un senso di discreta robustezza pur senza appesantire il drone (meno di 1 Kg).
Parrot Bebop 2: scheda tecnica (↑)
Appare subito chiaro che, per il Bebop 2, Parrot ha fatto tesoro delle critiche mosse al primo esemplare, andando ad agire significativamente su stabilità in volo, qualità fotografica e autonomia. Il corpo centrale aereodinamico del quadricottero ospita un obbiettivo fisheye da 14 Megapixel sul muso, mentre all’interno accoglie una batteria da 2700 mAh.
Parrot dichiara che il Bebop 2 può raggiungere una velocità orizzontale di 60 km/h (velocità massima in 14 secondi, frenata in 5 secondi) e di 21Km/h in verticale (in 20 secondi raggiunge i 100 m di altezza) ed è anche in grado di resistere a un vento di 63 km/h.
In effetti, in volo appare incredibilmente veloce rispondendo ai comandi impartiti senza ritardo apparente. E stabile: resta immobile a mezz’aria se il vento è assente e anche quando aumenta, sebbene non immobile rimane comunque ben bilanciato. Una volta in movimento, poi, la compensazione del movimento migliora, merito del nuovo sistema basato su sette sensori, che permettono la compensazione dell’assetto e prevengono lo stallo.
I comandi sono abbastanza intuitivi e consentono di eseguire i movimenti più disparati, ma chiaramente serve un periodo di apprendistato per acquisire piena confidenza. Il Bebop 2 può eseguire anche semplici acrobazie predefinite o seguire un percorso programmato tramite Flight Plan e Scenario Mode, degli add-on a pagamento. Inoltre, individuato un target, il drone lo segue puntualmente in tutti i suoi spostamenti.
Molto interessante la funzione Follow Me, una altro add-on dell’app FreeFlight Pro, il quale fa sì che il Bebop 2 segua l’utente riconoscendo i momenti salienti da immortalare. Il sistema sfrutta infatti il riconoscimento facciale combinato al GPS dello smartphone e all’altimetro di cui è dotato.
Il collegamento avviene tramite Wi-Fi 802.11a/b/g/n/ac, compatibile con MIMO dual band. Il raggio di azione è di ben 2 Km e nel caso in cui si allontanasse troppo dal controller, dopo un minuto interviene puntualmente una funzione automatica (torna a casa), che riporta il drone al punto di decollo. Tuttavia in un paio di occasioni, durante le prove, dopo aver improvvisamente perso il collegamento senza motivo apparente, il drone è rimasto sospeso a mezz’aria fino al ripristino manuale del pairing.
Una sessione di volo comprensiva di qualche acrobazia, un video di 3 minuti e diverse foto ha permesso al Bebop 2 di restare sospeso in aria per circa 20 minuti. Non è male, dati gli attuali standard di autonomia dei droni, ma non è certamente abbastanza per sentirsi appagati. È quindi pressoché irrinunciabile l’acquisto di una seconda batteria (€80 circa).
Parrot Bebop 2: prova fotografica (↑)
Nel complesso, il Bebop 2 cattura immagini di buona qualità (4096×3072 pixel) sebbene tendenti alla sovraesposizione. È comunque possibile agire manualmente per calibrare l’esposizione in tempo reale oppure sfruttare la lente fisheye a 180° permette di giocare con la profondità di campo tramite app, il che non è affatto male se si ha un po’ di pratica fotografica. Inoltre anche quando il drone balla a causa del forte vento, le foto sono comunque nitide grazie allo stabilizzatore ottico digitale a tre assi di cui è dotato l’obiettivo.
Lato video, Parrot Bebop 2 mostra invece diverse lacune. Per quanto sia spettacolare riprendere una location dall’alto, se i frame sono poco nitidi e tendenti al piatto, parte dell’effetto si perde. Inoltre, poiché la stabilizzazione è operata a livello software, quando le condizioni non sono ottimali i video non risultano altrettanto nitidi e a volte procedono a scatti. Si tratta comunque di situazioni estreme.
Per salvare clip (fino alla risoluzione Full HD a 30fps in H264) e foto (JPEG, RAW, DNG) ci sono 8 GB di storage non removibile. Questo significa che, nel migliore dei casi, per trasferire i file serve collegare il drone al PC. Se la memoria si riempie mentre si è ancora fuori di casa, invece, si può effettuare il trasferimento via Wi-Fi, ma questo avrà un costo sulla durata della batteria.
Parrot Bebop 2: Skycontroller 2 (↑)
A dire il vero, comandare il drone via app tramite tablet o smartphone non dà mai il senso di pieno controllo che dà invece lo Skycontroller 2. Piuttosto leggero (500 g) ed ergonomico, somiglia molto al gamepad di una console per videogiochi fatta eccezione per le antenne contenute nella placca frontale.
È anche molto pratico e immediato da usare, grazie ai due stick analogici di cui è dotato, che si manovrano individualmente con i pollici per dettare direzione, velocità e altitudine. Ci sono anche 8 comandi personalizzabili che permettono di interagire facilmente sia con il drone sia con l’obiettivo e il visore (ad esempio, con una semplice pressione si può attivare la visione tramite il visore FPV).
La batteria al litio da 2700 mAh garantisce un’autonomia di 240 minuti al collegamento via WiFi MIMO, dichiara Parrot. Nel periodo di test durato 3,40 ore complessive circa – ogni volta fino ad esaurimento della batteria del drone – non è mai stato ricaricato.
Parrot Bebop 2: Cockpitglasses
A loro volta, i Cockipitglasses non possono funzionare da sé bensì hanno bisogno di essere collegati a uno smartphone collocato al suo interno. Parrot dichiara che il visore è compatibile con qualsiasi smartphone con schermo da 4,7 fino a 5,7 pollici e uno spessore da 6 a 9,5 mm. Per la prova sono stati usati un iPhone 7 e un Huawei P9 senza problemi.
Purtroppo il fatto che vadano per forza di cose collegati al controller tramite cavo USB crea qualche impaccio. Inoltre non hanno un correttore diottrico e la distanza fra le due lenti non è modificabile. Di contro, però, sono leggeri (390g), comodi da indossare (regolabili e con gommapiuma sulla parte che appoggia sul viso) e non lasciano filtrare la luce esterna.
Ovviamente, non è possibile valutare la qualità della visione perché dipende dallo smartphone utilizzato. Tuttavia, lo streaming video in tempo reale ha mostrato puntualmente un problema di lag di una certa rilevanza: già a un centinaio di metri dal controller, le clip cominciano a deteriorarsi e ad andare a singhiozzo. Ad ogni modo, durante i test è stato scoperto per puro caso che l’effetto può comunque essere ridotto moderando la velocità del drone.
Nel complesso, l’esperienza è completamente avvolgente e immerge il pilota nel volo in prima persona, garantendo puro divertimento a chiunque, a prescindere dall’età. L’aggiunta dei dati telemetrici del volo sul visore sono una chicca.
Parrot Bebop 2: FreeFlight Pro
Per rendere ancora più completo il controllo e la gestione del Bebop 2, Parrot ha adottato l’app FreeFlight Pro, che consente, fra le varie cose, di salvare le rotte percorse oltre, chiaramente, alle foto e ai video catturati in volo nella Parrot Cloud (gratuita).
Disponibile sia per iOS sia per Android, FreeFlight Pro ha un’interfaccia intuitiva che permette a chiunque di avere il pieno controllo del drone. I più esperti possono inoltre agire sui limitatori di velocità e altezza e persino sull’angolo di ripresa.
L’app offre anche il controllo del Wi-Fi, dei parametri relativi alla cattura di foto e video, permette la visualizzazione in tempo reale di quel che inquadra il Bebop 2 su smartphone o tablet (in assenza dei Cockpitglasses) e rende possibile la condivisione immediata sui social, YouTube incluso.
Parrot Bebop 2: opinioni
Il Parrot Bebop 2 è un drone divertente e facile da comandare e gestire. Robusto anche se leggero, è molto stabile durante il volo e compensa bene i movimenti in aria mentre scatta le foto, grazie allo stabilizzatore di cui è dotato. Inoltre ha un raggio decisamente ampio e cattura foto di discreta qualità.
Acquistato però in combinazione con il radiocomando Skycontroller 2 e con il visore Cockpitglasses, offre un’esperienza d’uso del tutto coinvolgente e avvolgente che saprà fare la gioia di chiunque. Solo il prezzo è poco divertente.