Dopo il grande successo del Redmi Note 7, uno degli smartphone più venduti del 2019, Xiaomi alza ulteriormente l’asticella delle soluzioni di fascia media con il nuovo Redmi Note 8 Pro. La formula è sempre quella che ha reso il marchio cinese tanto famoso e apprezzato: fornire dispositivi dalle alte prestazioni a prezzi del tutto accessibili. Un telefono che rappresenta anche una sfida per l’azienda: oltre a rafforzare ulteriormente il brand Redmi, arriva sul mercato per convincere anche gli utenti più dubbiosi delle performance dell’ultimo nato fra i processori Mediatek. Il tutto completato da un comparto fotografico di tutto rispetto, con una configurazione quad-camera con ottiche fino a 64 megapixel, e dall’affidabilità ormai proverbiale della MIUI 10.
Redmi Note 8 Pro: tutti i dettagli
Disponibilità e Prezzo (↑)
Il nuovo Redmi Note 8 Pro è disponibile in Italia da ottobre 2019: a differenza della precedente linea Redmi Note 7, la versione “Pro” anticipa sul mercato l’edizione classica, quest’ultima attesa con un processore Snapdragon. Lo smartphone può essere acquistato direttamente online da Xiaomi, approfittando del suo Mi Store, oppure tramite uno dei tanti partner dell’azienda, come Amazon oppure le grandi catene di negozi di informatica.
Offerto nelle configurazioni storage da 64 o 128 GB, entrambe con 6 GB di RAM, il listino consigliato da Xiaomi così si compone:
- 64 GB + 6 GB: 259.90 euro;
- 128 GB + 6 GB: 299.90 euro.
L’utente potrà inoltre scegliere tra le colorazioni Pearl White, Forest Green e Mineral Gray.
Design (↑)
Dal design moderno e aerodinamico, così come definito dalla stessa azienda, il recente Redmi Note 8 Pro si caratterizza per un’estetica a goccia, dove il vetro rappresenta l’elemento principale. Il pannello frontale ospita un grande schermo da 6.53 pollici, di risoluzione FHD+ per un rapporto schermo-corpo del 91.4%. Il display è completato dalla presenza di un piccolo top-notch dalla forma smussata per ospitare la fotocamera per i selfie. Lo speaker di chiamata è posto sul margine superiore di questo pannello, seguito dal sensore di luminosità ambientale.
La scocca posteriore vede invece un pannello lucido e riflettente, dagli angoli arrotondati e rinforzati per limitare i danni da caduta, offerto nelle colorazioni Pearl White, Forest Green e Mineral Gray. Al centro della porzione superiore di questo pannello sono presenti in disposizione verticale le tre fotocamere principali, accompagnate dal lettore di impronte digitali. Poco più a destra, invece, si trovano il doppio flash LED e la piccola lente per gli scatti macro.
Il lato superiore del dispositivo incorpora un microfono e il sensore agli infrarossi, mentre quello inferiore ospita il jack da 3.5 millimetri per le cuffie, la porta di comunicazione USB-C e lo speaker ambientale. Sul lato sinistro è invece presente lo slot per la nano-SIM e l’eventuale MicroSD, per una dotazione completata a destra dai tasti volume e dal pulsante di accensione.
Le porzioni in vetro sono state realizzate utilizzando il più che famoso Gorilla Glass 5 di Corning, inoltre tutto il dispositivo vede uno strato aggiuntivo per la protezione da schizzi e polvere, sebbene non si tratti di uno smartphone ufficialmente waterproof.
Processore e prestazioni (↑)
Una delle grandi novità del Redmi Note 8 Pro è l’introduzione, rispetto ai modelli antecedenti dotati di soluzioni Snapdragon, di un processore prodotto da Mediatek. Il device ingloba infatti il nuovo Helio G90T, un chip a 8 core ottimizzato soprattutto per il gaming. La proposta si caratterizza per la presenza di 2 core A76 a 2.05 GHz, a cui se ne aggiungono altri sei A55 a 2.0 GHz, per permettere allo smartphone di essere sempre fluido e performante. Sul fronte grafico, invece, il chip incorpora una GPU ARM Mali G76 MC4, capace di supportare tutte le necessità dei videogiochi mobile di ultima generazione, tra cui le funzioni di motion blur in tempo reale.
Xiaomi dichiara per questo processore delle prestazioni lievemente superiori allo Snapdragon 710, con un punteggio Antutu di 283.333. Provato sul campo, in effetti si ottengono dei risultati analoghi, conferma della bontà delle informazioni fornite dal produttore cinese: dal nostro test emerge infatti un punteggio di 283.061. D’altronde – senza perdersi in troppi benchmark, non sempre cartina al tornasole della performance reale – l’incredibile velocità di questo dispositivo la si avverte sin dalla prima accensione: il telefono risulta scattante, fluido nello scorrimento dei menu, capace di reggere pagine web particolarmente pesanti senza un minimo di intoppo nello scrolling. Merito anche della sua RAM da 6 GB e, soprattutto, della MIUI di Xiaomi: una personalizzazione di Android che, per quanto sia abbastanza lontana da una versione stock del sistema operativo di Google, garantisce una stabilità e un’affidabilità quasi senza pari sui termali di media fascia. A questo proposito, va anche ricordato come il produttore cinese sia solito aggiornare frequentemente il sistema operativo, per il massimo della sicurezza e una risoluzione veloce di eventuali problematiche.
Il processore fornito da Mediatek è anche interessante sul fronte dell’approvvigionamento energetico e, in abbinato con una generosa batteria da 4.500 mAh, garantisce un’autonomia davvero estesa per il device. Con un normale uso quotidiano – navigazione, social, video, qualche chiamata e GPS sempre attivo – siamo infatti giunti alla soglia delle 48 ore con ancora un 15% di autonomia residua. Altro fattore importante connesso al processore è il sistema di raffreddamento “liquido” voluto da Xiaomi: in effetti, anche nelle situazioni più stressanti – come il rendering di fotogrammi in 3D per i test di benchmark – lo smartphone ha raramente superato i 32 gradi centigradi. Più semplicemente, mentre si gioca non si avverte quella spiacevole sensazione di surriscaldamento che spesso accumuna altri device.
Nonostante gli utenti Android siano portati a prendere gli Snapdragon di Qualcomm come punto di riferimento per l’intero settore, in definitiva l’Helio G90T di Mediatek non ne fa di certo sentire la mancanza, garantendo una performance che avvicina questo Redmi alla fascia alta del mercato. Le uniche limitazioni potrebbero essere per quelle applicazioni che necessitano API specifiche oggi compatibili praticamente solo con Snapdragon – come la Google Cam – ma si tratta comunque di necessità che riguardano un numero abbastanza limitato di utilizzatori.
Completa la dotazione un chip NFC – finalmente giunto anche sulla linea Redmi – e tutti i sensori che normalmente ci si aspettano su uno smartphone moderno, dal GPS al barometro. Doveroso sottolineare anche l’ottima stabilità della reti WiFi – su network 5 GHz si ottiene ricezione anche a media distanza, dove altri smartphone falliscono – e anche l’affidabilità delle connessioni LTE, operatore permettendo. L’audio in capsula è buono, mentre lo speaker ambientale è potente, anche se singolo. Non ultimo, il device supporta la ricarica rapida a 18W.
Comparto fotografico (↑)
Un ambito su cui vale la pena soffermarsi, nel recensire questo Redmi Note 8 Pro, è quello della fotografia. Xiaomi ha presentato più volte questo smartphone come un Quad Camera pensato soprattutto per gli amanti della ripresa e, sebbene non completamente, gran parte delle aspettative vengono soddisfatte durante l’uso quotidiano. Così come già accennato, il dispositivo presenta ben quattro ottiche posteriori:
- Una fotocamera da 64 Megapixel – questo è il primo Redmi che incorpora un sensore dalla risoluzione così elevata – con CMOS da 1/1.7 pollici, apertura ƒ/1.89 e FOV da 79°;
- Un obiettivo ultra-grandangolare da 8 Megapixel, apertura ƒ/2.2 e FOV da 120°;
- Un obiettivo ultra-macro per scatti fino a 2 centimetri di distanza, da 2 Megapixel;
- Un sensore di profondità per sfumatura, sempre da 2 megapixel.
La transizione fra una delle quattro fotocamere avviene in modo abbastanza fluido tramite l’applicazione stock della MIUI. In modalità “Foto” si potrà scegliere in fase di scatto se ricorrere a una visuale 0.6X (ultra-grandangolo) oppure 1X o 2X (fotocamera da 64), mentre per l’uso delle macro la lente potrà essere attivata nelle opzioni “Pro“, dove si potranno gestire a piacere tutte le proprietà fotografiche, dagli ISO al bilanciamento dei bianchi. Il sensore di profondità si attiva automaticamente in modalità “Ritratto” e, finalmente, vi è ora la possibilità di regolare a piacere la profondità, per gestire l’intensità dell’effetto bokeh. Le ottiche principali, inoltre, supportano lo scatto in modalità “BURST", ovvero diverse riprese ravvicinate adatte per soggetti in movimento.
La prova sul campo mette in evidenza i punti di forza, ma anche di debolezza, di questa configurazione. Innanzitutto, bisogna ricordare come in modalità di scatto normale – con le ottiche da 64 Megapixel – la risoluzione dello scatto sarà di 16. Questo perché il setup di base ricorre al pixel-binning, ovvero l’unione di quatto pixel fisici adiacenti per ottenere un singolo pixel digitale. Una simile configurazione non influisce particolarmente sulla resa o la qualità dello scatto, tuttavia chi volesse approfittare effettivamente di tutti i 64 Megapixel non deve far altro che selezionare l’omonima modalità di ripresa.
Smartphone alla mano, la fotocamera macro è certamente quella che garantisce il maggior divertimento: nonostante la risoluzione ridotta – 2 Megapixel – permette di inquadrare soggetti molti piccoli e di immortalare ricordi che difficilmente è possibile ottenere con i comuni smartphone. La fotocamera principale, invece, presenta sia alti che bassi. Le riprese in 1X e 2X su soggetti abbastanza ravvicinati, con un livello di illuminazione medio, risultano molto gradevoli e abbastanza bilanciate, sia nel livello di dettaglio che nella resa dei colori. Quando si riprendono soggetti a distanza, tuttavia, abbiamo notato qualche volta una tendenza a ottenere immagini sovraesposte, mentre frequentemente si percepiscono colori contigui – ad esempio diverse gradazioni di verde – non troppo differenziati. Un dettaglio, questo della sovraesposizione, che tende ad accumunare anche il grandangolo da 120°, con foto di qualità sufficiente. Probabilmente si tratta solo di una configurazione software, e non di un problema a livello di CMOS, perché utilizzando la modalità PRO gran parte dell’esposizione può essere compensata – ad esempio gestendo manualmente gli ISO – nonché ricorrendo ad applicazioni di terze parti. In alternativa, anche la modalità HDR aiuta a ottenere esposizione e colori migliori.
Sul fronte del bokeh, invece, Xiaomi conferma le grandi prestazioni che aveva assicurato ai suoi appassionati con le edizioni precedenti dei suoi Redmi – in particolare il Redmi Note 5 e il Redmi Note 7 – con contorni dei soggetti davvero precisi e un effetto sfumato naturale e mai eccessivo. Così come già anticipato, ora la modalità “Ritratto" permette di regolare a piacere l’apertura, per ottenere anche dei risultati particolarmente di impatto o creativi. Efficenza del tutto analoga per la fotocamera anteriore, con i suoi 20 megapixel e la gestione delle inquadrature grazie all’intelligenza artificiale: selfie sempre buoni, in qualsiasi condizione di ripresa.
Riassumendo, siamo rimasti piacevolmente stupiti dall’ottica macro – nonostante i 2 megapixel, le immagini sono gradevoli – dal sensore di profondità e dalla fotocamera principale su distanze ravvicinate, soprattutto in 2X. Per la ripresa di aree più vaste – ad esempio, un panorama – sia la fotocamera principale che il grandangolo necessitano di qualche regolazione in più di colore, contrasto ed esposizione. Detto questo, gli scatti che si ottengono sono comunque sopra la media degli smartphone della stessa fascia di prezzo e si avvicinano ai risultati della fascia alta, sia di Xiaomi che di altri produttori.
Per quanto riguarda il comparto video, le fotocamere posteriori possono registrare filmati fino alla risoluzione 4K a 60 fps, con stabilizzazione digitale dell’immagine. È inoltre possibile approfittare della modalità slow motion, da 120 a 960 fps a seconda della risoluzione. Quella frontale, invece, fino a 1080p a 30 fps.
Giudizio finale (↑)
Il nuovo Redmi Note 8 Pro è certamente lo smartphone perfetto per chi vuole ottenere prestazioni elevate – simili all’alta fascia del mercato – con prezzi però adatti a tutte le tasche: il rapporto qualità prezzo è davvero elevato. Il processore Mediatek Helio G90T stupisce per le sue prestazioni, la fluidità che assicura al dispositivo e la buona performance nei giochi, tanto che non fa rimpiangere le alternative di medesima fascia dei più diffusi Snapdragon. La velocità e l’autonomia, già da sole, rendono questo smartphone un dispositivo da non tenere in dovuta considerazione.
Il comparto fotografico assicura buoni scatti per gran parte delle necessità quotidiane, con qualche intoppo di esposizione e resa del colore, così come già accennato. Nulla, tuttavia, che non si possa risolvere con impostazioni manuali o app terze.