Samsung Galaxy Fit: tutti i dettagli
Design (↑)
Galaxy Fit (2019) è un bracciale connesso di Samsung con display AMOLED da 0.95” e risoluzione 120 x 240 pixel. Le sue dimensioni sono 45.1 x 18.3 mm e il suo peso è di 23 grammi.
Scheda tecnica (↑)
Galaxy Fit ha una batteria da 120 mAh, un chip MCU Cortex con sistema operativo proprietario FreeRTOS, 2 MB di RAM e 32 MB di ROM, connettività Bluetooth 5.0 solo Low Energy, accelerometro, giroscopio e sensore per il battito cardiaco, oltre che certificazione MIL-STD-810G per resistenza alla pressione fino a 5 atmosfere. È compatibile con dispositivi Android con Android 5.0 o superiore o con RAM da 1.5 GB o superiore, e con dispositivi iOS a partire dall’iPhone 7 o iOS 10.
Disponibilità e prezzo (↑)
Galaxy Fit è disponibile nelle colorazioni Black e Silver ad un prezzo consigliato di 99€.
Recensione (↑)
Spedire e commercializzare un prodotto wearable, nel 2019, non vuol dire semplicemente sviluppare un buon conta passi con sensore per il battito cardiaco. Non basta nemmeno più il tracker automatico per il sonno.
La sfida è sempre più complessa e il software gioca un ruolo sempre più importante: ecco perché, per giudicare le qualità di Samsung Galaxy Fit, è imprescindibile anche la valutazione di Samsung Health, l’app companion disponibile sia per Android che per iOS.
Il primo abbinamento tra lo smartphone e Galaxy Fit è semplice ed intuitivo, nonché veloce. Ma il primo problema si mostra nel momento una volta che il dispositivo è indossato: è poco intuitivo slacciarlo. Questo succede perché non bisogna fare pressione sul bracciale per sfilarlo, bensì bisogna eseguire una pressione verso l’esterno sul laccio che tiene il bracciale agganciato.
Stesso ragionamento vale per la regolazione del bracciale, che risulta impossibile se quest’ultimo è già allacciato. Per regolare con successo, bisogna slacciare e poi riallacciare.
Indossare Galaxy Fit è un piacere: durante l’attività quotidiana, ci si dimentica di averlo al polso: durante la notte, però, gli spigoli superiore ed inferiore dello schermo danno fastidio soprattutto quando ci si rigira nel letto. Non è un fastidio insopportabile, ma è meglio dormire in una posizione tale che il bracciale non spinga contro le coperte o i cuscini.
Il rilevamento dell’attività di base è preciso: il numero di passi e le ore di sonno (in confronto con Apple Watch Series 4) è all’incirca lo stesso, ma la sensibilità all’esercizio e agli allenamenti automatici risulta non corretta: Galaxy Fit calcola come attività di esercizio giornaliero (quella che contribuisce ad arrivare all’obiettivo giornalieri consigliato per stare in forma) anche una passeggiata molto lenta o qualche passo di camminata veloce. Risulta così non il numero di minuti di esercizio non intenso, ma il numero di minuti che non si è stati fermi.
Stesso discorso vale per il riconoscimento degli allenamenti automatici: se il riconoscimento delle camminate risulta corretto nel 90% (nel 10% dei casi non ferma il tracking anche se si è fermi), quello della corsa in bici è totalmente fuorviante: basta guidare in macchina a circa 30 km/h per attivare il riconoscimento automatico di un allenamento in bici. Evidentemente non c’è un controllo sul conteggio delle calorie in tempo reale, perché altrimenti se Galaxy Fit ‘capisse’ che esiste un movimento ad una velocità simile a quella di un allenamento in bici ma con un dispendio energetico nullo, il riconoscimento non avverrebbe.
Il riconoscimento del battito cardiaco è molto preciso, ma non in tempo reale: sul display viene visualizzata solo l’ultima misurazione effettuata.
L’autonomia è ottima: circa 7 giorni con attività quotidiana blanda (ovvero circa 10.000 passi con un solo allenamento/camminata al giorno), e circa 3 giorni e mezzo con attività più intensa (fino a 25.000 passi e 2-3 allenamenti/camminate automatiche al giorno).
Il sistema di notifiche e di collegamento con lo smartphone poteva essere curato con più precisione: le notifiche non vengono ridimensionate. Per esempio, la notifica di una chat whatsapp, se il nome del mittente è troppo lungo, visualizzerà solo il nome e non il testo del messaggio stesso, il che risulta poco utile.
La sincronizzazione con Samsung Health è molto buona: sebbene non sia in tempo reale (ma questo potrebbe inficiare sull’autonomia, se così fosse), sincronizza in pochi secondi e l’app offre tantissimi suggerimenti in base al tipo di attività fisica svolta, al livello di sonno e a molti altri dati combinati. Samsung Health non è solo un collettore di dati, ma rimane proattivo nell’aiuto all’utente a vivere una vita più sana e consapevole.
In generale, Galaxy Fit, nonostante alcuni difetti software che potrebbero facilmente essere risolti con futuri aggiornamenti, si posiziona in una fascia di prezzo (50-150€) che lo rende estremamente interessante per l’acquisto. Disabilitando il riconoscimento automatico dell’allenamento, si rivela un fitness tracker completo e ottimamente integrato con l’ecosistema Samsung e, in generale, Android.