Indossabili a tutti i costi
La moda degli indossabili, o wearable, sta prendendo piede come ha testimoniato l’ultimo Mobile World Congress di Barcellona. Fra i produttori pronti a darsi battaglia, Samsung è senz’altro in prima linea, essendo entrata in questa nicchia di mercato fin dallo scorso anno con il Galaxy Gear e ora pronta a rilanciare con la seconda serie di smartwatch Gear 2.
Samsung Gear 2: modelli, recensione e prezzo
La linea si articola in due modelli, Gear 2 e Gear 2 Neo, che si differenziano esclusivamente per la presenza di una fotocamera da 2 megapixel e corpo metallico, assenti nel Neo. La vera differenza, però, è quella rispetto alla serie precedente, come già intuibile dal nome: è infatti scomparsa la dicitura Galaxy, a testimonianza dell’abbandono di Android in favore di Tizen, un sistema operativo basato su Linux e ottimizzato per i dispositivi mobili.
Va detto che, se da un lato la scelta di Samsung ha permesso di ridurre il consumo a tutto vantaggio dell’autonomia, dall’altro ha in pratica azzerato la disponibilità di software di terze parti, adesso ridotta a qualche utility o poco più.
Questioni di polso (↑)
Chiarita la questione sul sistema operativo, è il momento di provare il Samsung Gear 2 sul campo, o meglio al polso. È importante ribadire che le versioni Gear 2 e Gear 2 Neo sono identici a eccezion fatta per alcuni particolari potenzialmente poco rilevanti, quindi le valutazioni sul primo sono applicabili, in linea di massima, anche al secondo.
Tanto per cominciare, a differenza del primo Galaxy Gear, in questa serie il cinturino è di facile sostituzione, non integrando la fotocamera, che rimane nel corpo dello smartwatch. La chiusura e la regolazione sono dunque agevoli e non richiedono strumenti particolari.
La fotocamera si trova nella parte superiore dello smartwatch, insieme alla porta IrDA (nel Neo è presente solo questa), mentre l’unico pulsante è nella parte inferiore e gestisce lo stand-by e la funzione Home. La ricarica avviene tramite una piccola basetta in dotazione che sfrutta i cinque contatti presenti nel retro e alloggia una porta microUSB per il collegamento all’alimentatore o al PC per lo scambio dati.
Questa base è, forse, l’anello debole del pacchetto essendo piccola e probabilmente facile da smarrire. Tuttavia, ora ha dimensioni più comode (58,4×36,9×10,0 mm) e un peso non eccessivo (68 grammi).
Gear 2: l’hardware (↑)
Il Samsung Gear 2 mantiene gran parte dell’hardware precedente, ma con qualche interessante novità. Il processore, per esempio, adesso è un dual core (Exynos 3250) funzionante alla frequenza di 1 GHz. La potenza a disposizione è sicuramente più che sufficiente e non mostra particolari incertezze durante il normale funzionamento. La memoria a disposizione rimane immutata, con 512 MB di RAM e 4 GB non espandibili per dati e applicazioni, e appare adeguata alla classe del dispositivo.
Lo schermo è un pannello da 1,63 pollici touchscreen con tecnologia Super Amoled e risoluzione di 320×320 pixel. Il trattamento Gorilla Glass 2, inoltre, gli conferisce una particolare resistenza ai graffi come è lecito attendersi da un dispositivo abbastanza esposto a piccoli urti e abrasioni. L’accensione dello schermo, di norma spento, può avvenire in maniera automatica in base al movimento (basta la normale e tipica rotazione del polso), oppure manuale, con la pressione del pulsante posto sotto lo schermo.
La connettività del Gear 2 è ridotta a Bluetooth e infrarossi. Mentre l’IrDA, troppo spesso trascurata, è utilizzata per comandare TV e altri dispositivi attraverso il software in dotazione, il Bluetooth 4.0 è indispensabile per il collegamento a smartphone o tablet, che devono essere necessariamente Samsung con Android. Il collegamento è continuo, ma le caratteristiche tipiche del Bluetooth 4.0 LE consentono di ridurre al minimo il dispendio energetico. Non è presente il W-iFi, ma non se ne sente la mancanza.
Il Gear 2 è dotato anche di un cardiofrequenzimetro che, però, è un po’ troppo esigente: per una corretta misurazione è, infatti, necessario seguire rigidamente quanto consigliato dal Gear in quanto a posizione sul polso e comportamento. Ad esempio, è vietato ogni movimento o anche soltanto parlare, pena il rimprovero dello smartwatch e la necessità di ripetere la misurazione.
La fotocamera da 2 megapixel, infine, cattura immagini e filmati (1.280×720) di discreta qualità, ma chiaramente non paragonabile a quanto offerto da uno smartphone.
Gear 2: Tizen è il sistema operativo (↑)
Tizen è apparso sicuramente a proprio agio sul Samsung Gear 2 e non ha mostrato alcuna incertezza durante l’utilizzo quotidiano. L’interfaccia adottata è semplice e dalla Home, tramite degli swipe laterali, è possibile accedere a tutte le funzioni e applicazioni aggiuntive offerte dallo smartwatch. La Home, in particolare, presenta un buon grado di personalizzazione, potendo scegliere tra diversi temi e un buon numero di informazioni aggiuntive visualizzabili (scorciatoie a 3 applicazioni, appuntamenti, contapassi, meteo).
La dotazione software iniziale è interessante e potrà essere integrata tramite il market Samsung. La prima applicazione, lato smartphone, è sicuramente Samsung Gear Manager, indispensabile per l’accoppiamento e la gestione dello smartwatch.
La gestione delle notifiche è apprezzabile e non richiede l’installazione di applicazioni di terze parte, anche se in qualche caso appare un po’ incompleta. Per esempio, solo una parte delle email ricevute da Gmail è visualizzabile sullo schermo, ma in genere è più che sufficiente per capire il mittente e il contenuto.
Il Samsung Gear 2 è anche dotato di una sezione fitness invidiabile. Dopo l’impostazione dei propri parametri (altezza, età, peso), è possibile sfruttarlo come contapassi o per l’analisi dei propri esercizi fisici (corsa, camminata, ciclismo, escursionismo). In alcuni casi è possibile impostare un allenamento guidato che, con indicazioni vocali e sfruttando anche il cardiofrequenzimetro, invita ad aumentare o diminuire il ritmo – ma non sempre è preciso: non mancano occasioni in cui invita ad aumentare la velocità quando in realtà si è prossimi al collasso. È quindi meglio prendere con le molle questo tipo di indicazioni. Gran parte delle misurazioni raccolte dallo smartwatch possono essere consultate sullo smartphone con applicazioni come Fitness with Gear o S-Health, anche se la sincronizzazione con quest’ultima è apparsa molto problematica, almeno usando un Galaxy Note 3, ma un futuro aggiornamento dovrebbe risolvere ogni problema di sincronizzazione.
In occasione del primo aggiornamento del firmware, il Gear 2 ha acquistato anche una interessante applicazione (Riposo) per l’analisi del sonno notturno, però manca, al momento, la sincronizzazione con servizi di fitness di terze parti come il noto MyFitnessPal.
Come con il vecchio Galaxy Gear, anche con il Gear 2 è possibile effettuare chiamate in vivavoce sfruttando il piccolo speaker e il microfono integrati. La funzionalità è interessante, ma la posizione da tenere per essere ascoltati dall’interlocutore (polso alzato) e il basso volume audio generato ne sconsigliano un utilizzo frequente. È comunque possibile impartire dei comandi vocali con un buon grado di riconoscimento per le principali attività (inviare/leggere un messaggio, chiamate, ricerche, ecc.) e non manca la possibilità di visualizzare foto e piccoli filmati (fino a 1.280×720) e comandare la riproduzione di file audio sullo smartphone.
Conclusioni e prezzo (↑)
Il Samsung Gear 2 si è rivelato una valida estensione allo smartphone, con buone prestazioni e una buona autonomia (con la batteria da 300 mAh integrata ha raggiunto tranquillamente i tre giorni), e indubbiamente un passo in avanti rispetto al precedente modello.
Tuttavia non raggiunge ancora i risultati di alcuni concorrenti, Pebble in primis, e il numero di applicazioni disponibili è ancora assai esiguo. Inoltre presenta ancora problemi di compatibilità e di sincronizzazione con S-Health, che però dovrebbero essere presto risolti con un aggiornamento.
Il Samsung Gear 2 è disponibile al prezzo indicativo di 299 euro mentre il Gear 2 Neo a 199.