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Per chi non si accontenta delle ampie diagonali offerte dagli odierni televisori HD e vuole avere un’esperienza davvero da cinema in casa, Sony propone il suo HMZ-T3W, un casco-visore (o visualizzatore personale, secondo la definizione ufficiale del produttore) che sfrutta due distinti pannelli OLED a risoluzione 720p per offrire un’esperienza di visione equivalente a quella di uno schermo da 750 pollici osservato da 20 metri di distanza. Il prezzo di questo tecnologico dispositivo è ambizioso almeno quanto le sue credenziali tecniche: il Sony HMZ-T3W è infatti proposto ufficialmente a 1.299 euro.
Design e dotazione
Il Sony HMZ-T3W è composto da tre parti distinte: il visore in sé, un’unità batteria che lo alimenta tramite connessione cablata e integra anche un ricevitore wireless e, infine, un’unità principale multi-hub HDMI che va collegata alla sorgente video (con supporto anche a fonti multiple) e funge da trasmettitore.
Questa dotazione consente un’ottima flessibilità di utilizzo e l’impiego di diverse configurazioni, a seconda delle situazioni specifiche. Possiamo infatti collegare il trasmettitore al ricevitore tramite cavo HDMI per avere un’esperienza il più possibile stabile, approfittare della trasmissione wireless tra le due unità per avere più mobilità, oppure collegare direttamente la fonte video alla batteria/ricevitore, bypassando interamente l’unità base multi-HDMI, nei casi in cui volessimo, ad esempio, collegare al casco dispositivi mobile come smartphone o tablet (che potremo anche caricare grazie alla tecnologia MHL).
Da sottolineare anche la funzione di video-passthrough integrata nel modulo trasmettitore, che consente di inviare l’immagine al televisore quando non intendiamo utilizzare il casco.
L’unità visore del Sony HMZ-T3W è piuttosto ben costruita e basata su un design relativamente snello e leggero (320g): può essere fissata alla testa attraverso una serie di supporti regolabili, nello specifico due fasce che vanno a stringere la nuca e un supporto per la fronte che aiuta anche a regolare la distanza visiva dai pannelli OLED.
Questi ultimi sono montati su un dispositivo a carrello che rende possibile la regolazione della distanza orizzontale tra di essi, per consentire un migliore adattamento agli occhi. Il tutto è circondato da parti gommate che servono sia a rendere più morbido il tocco del casco sul viso, sia a isolare la vista dalle luci esterne. Queste gommature sono rimovibili (per lasciare, ad esempio, più spazio e consentire di usare il visore anche con occhiali da vista), ma nella nostra prova sono risultate davvero troppo traballanti e facili da sganciare, rendendo l’esperienza di indossare il casco meno confortevole di quanto ci saremmo aspettati da un prodotto che costa oltre mille euro.
Set-up e comodità
La non perfetta stabilità delle gommature del Sony HMZ-T3W si rispecchia, purtroppo, anche negli altri supporti del casco, che non consentono un aggancio perfettamente saldo alla testa e trasformano il set-up in un’operazione più complessa e scomoda del previsto. Trovare la giusta posizione degli schermi per avere un’esperienza di visione ottimale è già piuttosto complesso (del resto si tratta di pannelli davvero vicinissimi agli occhi), e anche una volta riusciti nella calibrazione, c’è il rischio che un movimento anche lieve porti allo spostamento degli schermi e dunque alla perdita di questo assetto così prezioso e pazientemente ricercato. Non a caso, l’operazione di calibrazione delle lenti va effettuata ad ogni singola accensione del casco, che dunque non può considerarsi uno strumento da impostare una volta e poi utilizzare rapidamente per tutte le occasioni successive.
Un altro problema che abbiamo riscontrato è la difficoltà di utilizzo da parte di chi ha una vista meno che perfetta. Specialmente per chi impiega normali occhiali da vista, il set-up può rivelarsi ancora più complicato: non è infatti presente nel dispositivo la funzione di aggiustamento diottrico, che consentirebbe di compensare un’eventuale miopia, come avviene ad esempio nei mirini ottici di innumerevoli fotocamere. L’assenza di tale caratteristica costringe dunque all’impiego di lenti a contatto oppure a venire a patti con un’operazione di calibrazione ancora più complessa e instabile.
Per quanto riguarda il setup generale dei collegamenti, fortunatamente, questo Sony HMZ-T3W si rivela molto più semplice da gestire. Collegare tramite HDMI una o più sorgenti video all’unità trasmettitrice è, ovviamente, molto immediato e usufruire del collegamento wireless tra quest’ultima e il casco è davvero semplicissimo, con una sincronizzazione che avviene in automatico e in tempi brevi.
Inoltre impostando una connessione senza fili si ha la possibilità di posizionarsi comodamente sul proprio divano o in ogni altra posizione prescelta, indipendentemente dalla lontananza dal lettore Blu-ray o dalla fonte video selezionata, il che rende l’esperienza di utilizzo piuttosto gradevole. Nella nostra prova, la connessione senza fili si è dimostrata non impeccabile nella trasmissione dell’immagine, con qualche leggero singhiozzo o artefatto nell’aggiornamento video e qualche sgradevole impurità nell’audio, ma nel complesso l’esperienza è senz’altro positiva.
Qualità di visione
Dal punto di vista della visione di contenuti, che si tratti di film in HD o videogiochi, il visore Sony HMZ-T3W offre sicuramente una performance molto interessante. La qualità video espressa dai due schermi OLED è notevole in termini di colore e contrasto, mentre la diagonale è davvero monumentale e dà l’impressione di trovarsi in una vera sala da cinema.
Ovviamente, data la sua natura e a seconda dell’utilizzatore, l’esperienza può anche risultare alienante o portare a qualche effetto collaterale come, ad esempio, l’affaticamento della vista: è senz’altro consigliabile effettuare una pausa di qualche minuto di tanto in tanto.
La risoluzione dei pannelli, come già detto, si ferma a soli 720p: trattandosi di una visione così ravvicinata, è impossibile fare paragoni con la resa dei normali televisori Full HD, ma dobbiamo dire che in alcune scene è possibile notare una lieve perdita di dettaglio dovuta a una visibilità dei pixel leggermente troppo marcata. Al di là di questo piccolo difetto, comunque, l’impatto visivo è complessivamente molto buono.
Anche l’audio è di buona qualità: il visore integra una normale uscita jack per cuffie (alla quale si può collegare il set in-ear fornito nella confezione o qualsiasi altro headset), offre un supporto al surround virtuale fino a 7.1 canali ed esprime in generale bassi potenti e alti abbastanza cristallini.
Ovviamente, la presenza di due distinti schermi rende questo Sony HMZ-T3W uno strumento in grado di gestire in modo estremamente naturale la visualizzazione di contenuti in 3D stereoscopico. Questa e altre funzioni sono gestibili comodamente attraverso il menu interno, che si aziona con il selettore a 4 vie integrato nel casco. La quantità di opzioni disponibili non è paragonabile a quella dei televisori più avanzati, ma consente comunque di intervenire su parametri come la temperature colore, la nitidezza, il contrasto, ecc., per configurare un’immagine gradita.
Verdetto
Il visore Sony HMZ-T3W è chiaramente un prodotto innovativo, ambizioso e destinato a un mercato di nicchia: il solo prezzo di 1.299 euro lo posiziona ben al di sopra del costo di un ottimo TV Full HD moderno e lo rende dunque un gadget per amanti estremi dell’audio-video.
Le sue caratteristiche tecniche sono più che buone e la qualità di visione espressa, in condizioni ottimali, è davvero notevole, così come positiva è anche la facilità di impostare una connessione wireless e visionare i propri contenuti HD in tutta libertà ovunque ci si trovi.
Abbiamo però riscontrato difficoltà eccessive nell’impiego pratico per quanto riguarda il set-up, l’aggancio alla testa e soprattutto il mantenimento di un angolo di visuale stabile e confortevole, problema che risulta ancora più evidente nel caso di vista imperfetta e di utilizzo di occhiali.
Come tutti i prodotti pionieristici, il Sony HMZ-T3W è dunque un dispositivo molto interessante ma acerbo, che possiamo consigliare solamente a chi sia disposto a venire a patti con i suoi difetti pur di approfittare di un’esperienza unica, estrema ed innovativa.