Xiaomi torna quest’anno, e per il terzo anno consecutivo, con uno smartphone della serie A caratterizzata dalla presenza del sistema operativo Android One. Questo significa che Xiaomi Mi A3 riceverà aggiornamenti della sicurezza per 3 anni e due versioni di Android (Q e R) rimanendo attuale per un periodo maggiore rispetto agli smartphone con interfaccia proprietaria. Lo abbiamo provato per un paio di settimane, vediamo come lo abbiamo trovato.
Xiaomi Mi A3: tutti i dettagli
Confezione e design (↑)
La confezione di vendita comprende, oltre allo smartphone e alla manualistica di legge, un caricabatteria da 10W, un cavo USB Type-C, una custodia in silicone morbido e lo strumento di espulsione della SIM.
Con dimensioni di 153,5×71,9×8,5 mm e peso di 174 grammi, il corpo dello smartphone è ricoperto di vetro Gorilla Glass 5 sia davanti che dietro. Il display PenTile AMOLED da 6” ha un notch a goccia e presenta un rapporto 19,5:9, e la risoluzione è solamente HD+ (1560x720p).
Sulla parte frontale, oltre al display e alla frontcamera all’interno del gotch, troviamo la capsula auricolare e il sensore d’impronta posizionato sotto al display. Sulla parte posteriore trova posto la tripla fotocamera con flash LED in un modulo rialzato di circa 1mm, oltre ai loghi Xiaomi (e non il consueto Mi) e Android One. Ai lati abbiamo sulla parte alta il jack audio da 3,5mm, la porta a infrarossi e un microfono per la cancellazione dei rumori; a destra il tasto di accensione e il bilanciere del volume; a sinistra lo slot per la dual SIM; in basso la porta USB Type-C 2.0 (senza uscita video), la griglia per l’altoparlante di sistema e un microfono.
Scheda tecnica (↑)
Il chipset che pilota Mi A3 è il nuovo Qualcomm Snapdragon 665, costruito con architettura a 11nm, frequenza fino a 2GHz e grafica Adreno 610. La versione disponibile nel nostro mercato è quella con 4GB di RAM e 64GB di memoria di archiviazione, espandibile con microSD fino a 256GB.
La tripla fotocamera posteriore con intelligenza artificiale è formata da un sensore principale Sony IMX586 da 48MP con apertura f/1.8, pixel da 0.8µm con funzionamento in pixel binning per scatti a 12MP con pixel da 1,6µm, PDAF; a questo si affianca un sensore ultragrandangolare da 8MP con visione di 118°, apertura f/2.2 e pixel da 1.12µm, oltre a un sensore di profondità da 2MP. Si possono registrare video fino a una risoluzione di 4K@30fps, oppure fino a 1080p@30fps se si vuole utilizzare la stabilizzazione elettronica.
La fotocamera frontale è da 32MP con apertura f/2.0, pixel da 0.8µm, stabilizzazione elettronica ed può catturare video fino a 1080p@30fps.
Presente il pacchetto completo di sensori – luminosità, prossimità, accelerometro, giroscopio e magnetometro – e tutte le connettività ormai standard – WiFi dual band, Bluetooth 5.0 con supporto AptX HD, GPS con A-GPS, Glonass, BDS – e supporto alle reti LTE con download fino a 450Mbps. Presente anche la radio FM oltre alla già citata porta a infrarossi e al sensore d’impronta sotto allo schermo, mentre purtroppo non troviamo l’NFC, quindi non è possibile usare Google Pay con il Mi A3. Anche l’audio è solo mono e non stereo.
La batteria ai polimeri di litio ha una capacità di 4030mAh e supporta la Quick Charge 3.0 da 18W, ma il caricabatteria incluso in confezione è un semplice caricatore da 5V/2A. Assenti la ricarica wireless e una certificazione IP.
Lato software abbiamo Android One nella versione Android 9 Pie, con pochissime modifiche effettuate da Xiaomi per accedere alla Mi Community e al Mi Store, oltre alla personalizzazione dell’app fotocamera.
Disponibilità e prezzo (↑)
Xiaomi Mi A3 è disponibile nelle colorazioni Kind of Gray, Not just Blue e More than White al prezzo consigliato di €249,90.
Recensione (↑)
Dopo qualche settimana di utilizzo possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti del lavoro di Xiaomi nella progettazione del nuovo Mi A3, sebbene ci siano alcuni punti che ci hanno lasciati un po’ perplessi.
Fra questi sicuramente il display, che rispetto alle generazioni precedenti ha una risoluzione inferiore oltre ad adottare la tecnologia PenTile che ne riduce ulteriormente la definizione. Una possibile spiegazione di questa scelta sta nell’implementazione del sensore d’impronta sotto allo schermo che richiede un display OLED, più costoso di un IPS, e la conseguente decisione di ridurre la risoluzione per contenere i costi. Probabilmente avremmo preferito un classico sensore biometrico sul retro dello smartphone e un display Full HD che avrebbe garantito una migliore visione di film e contenuti multimediali. Contenuti multimediali che risentono anche dell’audio mono e non molto amplificato quando non si usano le cuffie.
Parlando del sensore d’impronta dobbiamo comunque riconoscere che lo sblocco è preciso e veloce, sicuramente meglio di tanti altri sensori sotto allo schermo che abbiamo provato in questi ultimi mesi. Buono anche il riconoscimento facciale.
Molto gradevole il design del terminale, che se sulla parte posteriore ha una copertura in vetro curvo che si fonde perfettamente al bordo laterale, non ha la stessa forma sul lato frontale, creando uno spigolo piuttosto pronunciato.
Passando alle prestazioni dobbiamo dire che le abbiamo trovate soddisfacenti: l’esecuzione delle apps è piuttosto fluida e senza lag, e anche nei test di videogioco non abbiamo riscontrato né rallentamenti né riscaldamento eccessivo. Piuttosto buona anche l’autonomia, che approfittando della bassa risoluzione del display e delle ottimizzazioni del software Android One riesce a garantire oltre una giornata intera di lavoro anche con utilizzo intenso del terminale.
Android One che di sé sarebbe una garanzia, ma che purtroppo perde tutte le gesture ed il doppio tap per attivare/disattivare il display; peccato perché esse possono essere molto utili nel velocizzare le interazioni con in device. Curiosa l’inclusione di Google Pay fra le applicazioni preinstallate, che però non potrà essere usata data l’assenza del chip NFC.
La fotocamera è uno dei punti su cui l’azienda ha puntato buona parte della sua comunicazione, ed in effetti dobbiamo riconoscere che di giorno si ottengono scatti di buona qualità sia con il sensore principale – che di default attiva il pixel binning e scatta a 12MP, ma che si può anche impostare in modalità 48MP – che con quello ultragrandangolare; buono il bokeh in modalità ritratto, e discreti i video, sebbene si noti l’assenza della stabilizzazione ottica e l’EIS riduca solo in parte i tremolii.
Di sera, quando l’illuminazione non è più ottimale, si nota invece un degrado notevole della qualità degli scatti, che non migliora di molto nemmeno con la selezione della modalità notturna la quale, sebbene aumenti la luminosità generale delle immagini, aumenta anche – e di molto – il rumore di fondo. Buona la selfie camera.
In conclusione Xiaomi Mi A3 è un device solido e ben performante nonostante alcune lacune. Il prezzo inferiore ai 250 Euro e la presenza di Android One – e quindi di aggiornamenti sicuri per tre anni – lo rende fra i terminali di fascia media da tenere in considerazione per un acquisto.