Dal primo gennaio 2019 cambiano le regole per quanto concerne il recesso dalle offerte di rete fissa. AGCOM ha stabilito, infatti, che gli operatori non potranno richiedere ai loro clienti costi di recesso superiori al valore del canone medio dell’offerta. L’Osservatorio SosTariffe.it ha voluto capire quanto invece si paga oggi a recedere da un’offerta di connettività di rete fissa.
La ricerca ha preso in esame le tariffe di fibra ottica (FTTH e FTTC) e ADSL tradizionale proposte dai principali provider internet attivi in Italia nel mese di novembre 2018. Nel complesso i canoni mensili delle varie tariffe internet presenti sul mercato si equivalgono, ma le offerte fibra ottica FTTH, la più veloce, allettano i consumatori con canoni promozionali più duraturi (in media 13 mesi). Le offerte ADSL sono meno costose in caso di recesso per cambio compagnia e anche in caso di disdetta prima del vincolo di tempo imposto dal contratto, l’ideale per chi voglia passare da un operatore all’altro con disinvoltura.
I costi medi di recesso in anticipo dalle offerte rispetto alla scadenza del contratto (che in genere vincola per 24 mesi) sono nel complesso bassi, salvo per la fibra ottica veloce.
Oggi attivare un contratto per internet fisso con fibra ottica a tecnologia FTTH costa circa 33 euro al mese. Un prezzo nella media, che per il primo periodo promozionale può calare anche fino a 27 euro. E lo sconto dura anche tanto: in media 13 mesi. Poi sono dolori. Chi voglia cessare del tutto la linea, per decesso del titolare ad esempio, deve sborsare ben 57 euro (o comunque una cifra compresa tra 40 e 65 euro). Nel caso invece si voglia passare a un altro provider, si dovrà sostenere un costo di 42 euro in media (ma può oscillare dai 35 ai 56 euro). Problemi se si dovesse decidere di recedere in anticipo rispetto alla scadenza naturale del contratto: la penale (che si deve aggiungere ai costi visti in precedenza) per recesso anticipato in media è di 21 euro, molto più alta rispetto alla fibra ottica FTTC e all’Adsl tradizionale.
Le famiglie che navigano su internet con fibra ottica a tecnologia FTTC, meno veloce della FTTH, pagano in media 34 euro al mese di canone. Per i primi mesi in genere è in promozione a 28 euro. Ma gli sconti si concludono già dopo soli sei mesi.
Anche in questo caso la cessazione della linea si paga a peso d’oro: in media 57 euro (ma a seconda dei provider la somma può oscillare dai 49 ai 70 euro). Chi prova ad abbandonare la compagnia per approfittare di un’offerta della concorrenza dovrà sborsare ben 43 euro (cifra che oscilla dai 35 ai 56 euro, a seconda dell’operatore). La penale per recesso anticipato qui è lievemente più bassa rispetto alla tecnologia FTTH: circa 18 euro.
Il canone mensile, per chi ancora usufruisce della normale banda larga, in genere si aggira intorno ai 33 euro, che diventano 28 in promozione, in genere per i primi sette mesi. In questo caso, cessare la linea comporta un impegno economico significativo, pari a 61 euro in media (con cifre che oscillano dai 49 ai 70 euro). Chiudere un contratto ADSL, in sostanza, costa di più rispetto a ‘salutare’ una linea in fibra ottica. Si risparmia viceversa nel passaggio ad altro provider, che costa 39 euro in media (cifre comprese 35 e 56 euro). Anche la penale per il recesso anticipato è leggera: solo 11 euro.