Gli utenti consumer dovranno attendere ancora prima di trovare sul mercato SSD a prezzi inferiori a 1 euro/GB, ma il settore enterprise bada poco ai costi, preferendo le prestazioni. IBM ha annunciato di aver battuto il record mondiale di scansione con 10 miliardi di file letti in 43 minuti. Il record precedente del 2007, sempre di IBM, era 1 miliardo di file in tre ore.
Per effettuare la dimostrazione, l’azienda ha realizzato un cluster costituito da 10 server IBM 3650 M2, ognuno equipaggiato con due processori dual core x86 a 2,8 GHz, 12 MB di cache e 32 GB di memoria. Il sistema di archiviazione invece era formato da quattro sistemi di Violin Memory con SSD di capacità totale pari a 10 TB (7,2 TB effettivi), in grado di fornire una larghezza di banda complessiva di 5 GB/sec.
Le elevate prestazioni sono state ottenute grazie al General Parallel File System (GPFS), una versione ottimizzata del file system per i sistemi HPC. GPFS consente ai processori di effettuare operazioni di lettura e scrittura in parallelo, migliorando quindi la reattività del sistema.
IBM ha voluto dimostrare che grandi quantità di dati possono essere trasferiti ad alta velocità, sfruttando le unità a stato solido al posto dei tradizionali hard disk. È vero che i costi sono maggiori (circa 10 volte), ma gli SSD offrono prestazioni superiori fino al 100%, un dato che compensa ampiamente, almeno nel settore dei supercomputer, la spesa iniziale. Inoltre, un sistema di storage basato su SSD richiede uno spazio fisico minore e garantisce consumi inferiori.