Si continua a discutere delle dichiarazioni di Bono Vox, il leader degli U2, dal palco del Cannes Lions Festival. Qualche giorno fa, infatti, il cantante ha espresso il suo disappunto per dei loghi (PRODUCT)RED poco evidenti sui device Apple, sebbene l’azienda californiana detenga il record fra i partner con i suoi 75 milioni di dollari donati in beneficenza. Oggi l’organizzazione corre ai ripari e tenta di svelare le vere intenzioni dell’artista irlandese.
Sebbene abbia evidentemente cercato di scalfire l’aplomb inglese di Jonathan Ive, presente sul palco e non caduto in nessuna trappola, quella di Bono sarebbe stata solamente una scherzosa punzecchiatura. È la stessa (RED) a comunicarlo al grande pubblico, con un intervento sul proprio sito ufficiale:
Bono è sempre stato uno dei più grandi supporter di Apple e respinge pubblicamente coloro che hanno espresso ipotesi negative sulle attività di beneficenza dell’azienda, semplicemente perché non lo urla ai quattro venti. La loro modestia è legittima e, per molti versi, ammirevole.
Non è dato sapere se questo messaggio di scuse online sia nato a seguito di possibili tensioni fra i due partner, tanto da poterne minare le fondamenta. E non è nemmeno dato comprendere il motivo di tanta disapprovazione da parte di Bono, quando altre società legate a (RED) non eguagliano certo i risultati della Mela. Non vale però la pena di rispondere a nessuna delle due domande: il rocker irlandese avrebbe solo voluto lanciarsi in un “faux outrage”, in una piccola farsa a uso e costume dei media, per celebrare una cifra di denaro così importante.
È molto difficile, qualunque siano le reali ragioni della star internazionale, che Cupertino si converta in futuro a loghi adesivi o a scritte monumentali. Legatissima da sempre al design dei prodotti, Apple eviterebbe l’appariscenza di un marchio in bella mostra, pur raccogliendo fondi come pochi altri sul mercato. L’ultimo in ordine cronologico un Mac Pro completamente in alluminio rosso, battuto all’asta alla strabiliante cifra di 977.000 dollari. Ma chissà che nel “faux outrage” di Bono, come così tradizione vuole, non vi si nasconda un fondo di verità.