Linux è un sistema operativo open source che chiunque può modificare in base alle proprie esigenze. Ed è proprio ciò che ha fatto la Corea del Nord, ma per uno scopo differente: spiare i cittadini. Due ricercatori tedeschi, Niklaus Schiess e Florian Grunow, hanno studiato in dettaglio il codice di Red Star OS e illustrato i risultati della loro indagine durante il Chaos Communication Congress di Amburgo.
Red Star OS è basato su Fedora 11, la versione della popolare distribuzione Linux rilasciata nel 2011. Il sistema operativo include un word processor, un software per la creazione della musica e una versione modificata di Firefox. L’interfaccia è piuttosto simile a quella di OS X, probabilmente un omaggio al giovane dittatore nordcoreano Kim Jong-un, fan dei prodotti Apple. Le similitudini con altri sistemi operativi finiscono qui. Tutto il resto è stato profondamente modificato per monitorare costantemente gli utenti e bloccare velocemente qualsiasi contenuto contrario alle regole imposte dal governo.
Per individuare eventuali file “sovversivi” e impedire modifiche di basso livello, Red Star OS utilizza watermark e crittografia. Se viene collegato un dispositivo USB, il sistema operativo marchia ogni file con un codice seriale cifrato. In questo modo è sempre possibile risalire agli utenti che possiedono i file, a chi li ha creati e a chi li ha aperti. La crittografia è invece usata per rilevare cambiamenti ai file di sistema. Se Red Star OS individua file differenti, il computer viene automaticamente riavviato e, in alcuni casi, ciò innesca un loop infinito di reboot.
Red Star OS include anche un firewall e un antivirus. Ovviamente il browser non può essere utilizzato per accedere ai siti “occidentali” della nostra Internet, ma solo a pagine e contenuti approvati dal governo che risiedono su server locali. Un sistema operativo (Linux) nato per garantire la libertà degli utenti è stato dunque trasformato in un potente strumento per la censura e il controllo di massa dei cittadini.